Secondo i dati pubblicati dall’Istat a ottobre 2024, la spesa media mensile per consumi delle famiglie italiane è stata pari a 2.738 euro nel 2023, segnando un aumento rispetto all’anno precedente (+4,3% rispetto ai 2.625 euro del 2022).
Tuttavia, l’effetto dell’inflazione ha portato a una riduzione in termini reali del potere d’acquisto delle famiglie e, confrontando le uscite di un bilancio familiare con gli stipendi medi, appare evidente che il costo della vita in Italia supera facilmente il reddito medio mensile di un singolo lavoratore.
Gli stipendi in Italia non bastano per far fronte le spese familiari
L’analisi ISTAT, se confrontata con i dati più recenti sulle retribuzioni medie in Italia, fa luce chiaramente su come la pressione economica sulle famiglie italiane stia aumentando, mentre i salari rimangono sostanzialmente stagnanti.
Basti pensare che, secondo uno studio della CGIA di Mestre, basato su dati Inps del 2023, la retribuzione media lorda nel settore privato varia dai 1.600 ai 1.900 euro mensili, ma con forti disuguaglianze tra Nord e Sud. Per esempio, a Milano lo stipendio medio di un lavoratore si aggira intorno ai 31.200 euro all’anno, mentre a Palermo si ferma a 16.300 euro in media all’anno.
Per cui, non bisogna fare nemmeno chissà quali calcoli per arrivare a una conclusione chiara. Ovvero, confrontando gli stipendi medi con la spesa media mensile delle famiglie (pari 2.738 euro nel 2023 secondo l’Istat), appare evidente che il costo della vita supera facilmente il reddito medio mensile di un singolo lavoratore.
Infatti, per una famiglia che vive con un solo stipendio, riuscire a coprire spese pari a 2.738 euro mensili può risultare complesso, specialmente considerando che il costo della vita include spese per alimentazione, utenze, affitti o mutui, e altri beni e servizi essenziali. Non certo spese superflue.
Sempre più necessario un adeguamento degli stipendi
Negli ultimi anni, il divario tra stipendi e spese familiari in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, rendendo sempre più difficile per le famiglie far fronte al costo della vita.
Tuttavia, a rendere necessario un adeguamento degli stipendi non è solo la differenza tra spesa necessario e stipendio (pari a 759 euro). Se è già difficile e insostenibile infatti una situazione dove le famiglie non riescono a far fronte ai costi, senza per lo meno sacrificare il loro benessere economico, la situazione nel contesto attuale si complica ancora di più se si tiene conto dell’effetto dell’inflazione.
Con l’inflazione che ha raggiunto il 5,9% nel 2023 e che continua a registrare un trend a rialzo nel 2024, le famiglie stanno perdendo potere d’acquisto. Nel dettaglio, lo scorso anno secondo i dati Istat il potere d’acquisto è diminuito del 1,5%, rendendo le spese quotidiane sempre più gravose. Le famiglie, pertanto, si trovano nella necessità di rivedere le loro priorità, spesso tagliando spese essenziali o attingendo a risparmi che, in molti casi, si stanno rapidamente esaurendo.
Di quanto dovrebbero aumentare gli stipendi?
Per comprendere quanto dovrebbero aumentare gli stipendi, è essenziale analizzare il tasso d’inflazione e la perdita di potere d’acquisto. Se consideriamo un’inflazione del 5,9%, per esempio, allora le retribuzioni dovrebbero crescere almeno in linea con questo tasso per mantenere il potere d’acquisto.
Questo vuol dire che lo stipendio di chi percepisce 1.600/1900 euro mensili, ad oggi, per non essere eroso dall’inflazione dovrebbe aumentare almeno di 100 euro (che corrisponde a circa il 5,9% della retribuzione). Se poi consideriamo la perdita di acquisto delle retribuzioni, però, gli aumenti dovrebbero essere maggiori, ovvero di almeno 120/130 euro in più al mese.
E questo senza fare considerazioni e precisazioni per città o zone, dove il costo della vita è molto più alto e dove nemmeno questi salari, compresi di maggiorazioni, bastano da soli per riuscire a far fronte a tutte le spese.