Produzione industriale in Italia in calo: -0,9% a luglio, in frenata auto e tessile

Su base annua il calo della produzione industriale in Italia certificato dall'Istat è del -3,3%. In sofferenza in particolare i settori auto (-35%) e tessile-abbigliamento (-18%)

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 10 Settembre 2024 12:13

L’Istat certifica il calo della produzione industriale in Italia, diminuita a luglio del -0,9% rispetto al mese precedente e scesa del -3,3% su base annua, segnando la 18ª flessione consecutiva. Nei primi sette mesi dell’anno il calo complessivo della produzione è stato del -3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nessun comparto manifatturiero registra una crescita su base annua, con l’unica eccezione positiva rappresentata dal settore dell’energia (+1,5%) che contribuisce ad ammorbidire la tendenza al ribasso. Secondo l’Istat nei primi sette mesi dell’anno si è registrato un calo della produzione del -10,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Ma l’Italia non è la pecora nera d’Europa: su base mensile, ad esempio, la Francia cala del -0,5%.

Auto e tessile in profondo rosso

Oltre all’energia, tengono alcuni settori del manifatturiero: chimica, alimentari ed elettronica. Per il resto è una carrellata di segni negativi. Ogni altro settore è in frenata, legno-carta, impianti, metallurgia, gomma-plastica, farmaceutica e trasporti. Sui sette mesi, però, alimentare e chimica, hanno il segno più.

Ma il profondo rosso è segnato da due voci in particolare: auto e tessile. La produzione di auto cala su base annua del -35%. Pesano le frenate produttive e le casse integrazioni di Stellantis. Il tessile-abbigliamento cede il -18% in termini di produzione a causa del calo negli acquisti. Fra le realtà produttive che hanno accusato il colpo c’è, in particolare, il distretto della pelle di Firenze.

Di seguito i principali indicatori congiunturali per l’Italia e l’area euro secondo i dati Eurostat, Commissione europea e Istat:

Indicatori Italia Area euro Periodo
Pil 0,2 0,2 T2 2024
Produzione industriale -0,9 -0,1 (giu) lug 2024
Produzione nelle costruzioni 1,1 (mag) 1,7 giu 2024
Vendite al dettaglio (volume) 0,3 0,1 lug. 2024
Prezzi alla produzione dell’industria – mercato interno 2,0 0,8 lug 2024
Prezzi al consumo (Ipca) 1,3 2,2 ago 2024
Tasso di disoccupazione 6,5 6,4 lug 2024
Economic Sentiment Indicator -1,2 0,6 ago 2024

Il quadro internazionale

L’Istat evidenzia come l’economia internazionale continui a mostrare una crescita moderata ma stabile, sostenuta dal calo dell’inflazione e dalle condizioni ancora solide del mercato del lavoro in molti paesi. Nel complesso, le prospettive per i prossimi mesi sono positive, ma caratterizzate da una significativa incertezza dovuta soprattutto alle persistenti tensioni geopolitiche in varie aree strategiche, e in particolare:

  • la guerra in Ucraina, che ha avuto pesanti risvolti sul mercato alimentare e sull’energia e che ha spinto l’Italia e l’Unione europea a varare una serie di pacchetti di aiuti che hanno distratto risorse dal mercato interno;
  • la guerra Israele-Hamas, la cui coda lunga è rappresentata dagli attacchi degli houthi dello Yemen alle navi cargo in transito nel Mar Rosso, con conseguenti maggiori costi per gli armatori che hanno scelto rotte alternative e, di conseguenza, maggiori costi per i consumatori finali.

L’inflazione

Per quanto riguarda l’inflazione, si prevede un graduale trend discendente anche se i prezzi delle materie prime energetiche hanno ripreso a salire. La quotazione del Brent, pari a 83,2 dollari al barile nel primo trimestre di quest’anno, ha raggiunto il valore medio di 84,2 dollari tra aprile e agosto, trainata dagli effetti delle tensioni geopolitiche. Anche i listini del gas naturale hanno mostrato una tendenza al rialzo: in agosto i prezzi risultavano superiori del +12,6% rispetto alla media del secondo trimestre.