È il giorno di Putin al Brics Summit, si discute di sanzioni e guerre

Al Brics Summit in Kazan, Putin guida la discussione su cooperazione economica, sanzioni e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. I leader mondiali propongono nuove alleanze e piattaforme finanziarie

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 23 Ottobre 2024 18:06

Il Brics Summit in Kazan, nella Repubblica russa del Tatarstan, è entrato nel vivo con la giornata dedicata agli interventi dei leader, tra cui spicca quello del presidente russo Vladimir Putin. Il vertice si è concentrato su temi cruciali come la cooperazione economica, le sanzioni internazionali e i conflitti globali, con una particolare attenzione alle crisi in Ucraina e Medio Oriente. La partecipazione di ben 36 delegazioni ha permesso al Cremlino di vantare “il più grande evento di politica estera mai organizzato” da Mosca, smentendo la narrazione sull’isolamento internazionale della Russia.

Brics immagina un nuovo ordine globale multipolare

Il presidente Vladimir Putin ha aperto la giornata delineando l’agenda economica del vertice Brics+, con particolare attenzione al potenziamento della cooperazione finanziaria tra i Paesi membri. Tra le proposte avanzate, la creazione di una piattaforma alternativa a Swift per facilitare gli investimenti e il trasferimento di risorse finanziarie nei Paesi del Sud e dell’Est globale.

Putin ha descritto questa piattaforma come uno strumento “potente per sostenere le nostre economie e fornire risorse finanziarie ai Paesi del Sud e dell’Est globale”. Si tratta di una mossa che mira a sottrarre il blocco all’influenza dei sistemi finanziari occidentali.

Il vertice ha rappresentato anche un momento importante per discutere l’espansione del blocco Brics+, che conta attualmente nove membri. Oltre ai cinque stati fondatori (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), da quest’anno si sono aggiunti:

  • Iran
  • Egitto
  • Etiopia
  • Emirati Arabi Uniti
  • Arabia Saudita.

 

Altre nazioni hanno manifestato il desiderio di unirsi al gruppo, tra cui Turchia, Azerbaigian e Malesia. Un’espansione che è un rafforzamento dell’influenza globale del blocco Brics e che ora si configura sempre più come un’alternativa concreta alle istituzioni economiche e finanziarie dominate dall’Occidente.

Putin ha inoltre proposto la creazione di una borsa comune per cereali, legumi e semi oleosi, suggerendo che questo modello potrebbe essere esteso in futuro a materie prime cruciali come il petrolio e il gas. Secondo il presidente russo, una borsa comune permetterebbe di “contribuire alla formazione di indicatori di prezzo equi e prevedibili” per prodotti essenziali, rafforzando la sicurezza alimentare e proteggendo i mercati dai rischi di speculazioni o interferenze esterne, come le molte sanzioni.

Il collegamento tra sanzioni e guerre

Un altro tema del vertice è stato proprio quello delle sanzioni e il collegamento con gli attuali conflitti in corso. Vladimir Putin ha sfruttato il vertice per ribadire la posizione della Russia, difendendo le proprie azioni nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente. L’espansione dei Brics e la presenza di nuovi membri rafforza il messaggio di Mosca: la Russia non è isolata e può contare su alleanze strategiche per sostenere la sua economia, nonostante l’embargo e le limitazioni imposte dalle nazioni occidentali.

Un ruolo chiave in questo dibattito è stato svolto dalla Cina, che ha avanzato insieme al Brasile un piano di pace per l’Ucraina, rigettato però dalle autorità di Kiev. Il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito la necessità di evitare un’escalation del conflitto e di mantenere aperti i canali del dialogo per trovare una soluzione pacifica. “Il ruolo dei Brics non è solo economico, ma anche politico. Dobbiamo garantire la sicurezza globale e contribuire alla stabilità”, ha affermato Xi.

Anche l’India, partner storico della Russia, ha mantenuto una posizione ambigua sul conflitto. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha ribadito il suo supporto al dialogo e alla diplomazia, evitando però di condannare apertamente la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Soluzioni per il Medio Oriente: l’appello di Lula

Oltre al conflitto in Ucraina, le guerre in Medio Oriente hanno trovato ampio spazio nel dibattito del vertice. L’Iran, che ha partecipato per la prima volta come membro ufficiale dei Brics, ha chiesto ai partner di impegnarsi per fermare il conflitto in corso a Gaza e in Libano, facendo eco alle preoccupazioni internazionali per le violenze in atto. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha lanciato un appello per evitare che questi conflitti sfuggano di mano. “Stiamo affrontando due guerre che potrebbero potenzialmente diventare globali”, ha avvertito Lula, riferendosi sia alla crisi in Ucraina sia a quella in Medio Oriente.

Lula ha citato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha definito Gaza “il più grande cimitero di bambini e donne del mondo”. Il leader brasiliano ha quindi invitato tutti i membri dei Brics a fare il possibile per promuovere soluzioni diplomatiche e fermare le escalation che potrebbero avere conseguenze devastanti per la stabilità globale.

Infine l’arrivo di Erdogan a Kazan, durante la sessione del vertice, ha mostrano esplicitamente i rapporti tra la Turchia e il blocco Brics, nonostante l’appartenenza di Ankara alla Nato.

Arriva Guterres: le tensioni con Kiev

Uno degli incontri più attesi della giornata è stato però quello tra Vladimir Putin e il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. La visita ha suscitato polemiche, soprattutto da parte di Kiev, che ha criticato aspramente la partecipazione al vertice del Segretario Generale. È una scelta sbagliata che non fa avanzare la causa della pace”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri ucraino.

Guterres ha però difeso la sua partecipazione al vertice come un’opportunità per promuovere il dialogo. Il portavoce, Farhan Haq, ha risposto alle critiche affermando che partecipare a riunioni con Paesi che rappresentano metà della popolazione mondiale è una pratica standard per le Nazioni Unite. Nonostante le polemiche, l’incontro tra Putin e Guterres ha segnato un momento cruciale del vertice, con l’Onu che si mostra così aperta nel tentare di mantenere i canali di comunicazione con Mosca nonostante la guerra in Ucraina.