UE, nuove sanzioni alla Russia. Nel mirino anche aziende cinesi

L'Unione Europea ha stabilito nuove, pesantissime, sanzioni contro la Russia. Per la prima volta nella lista nera anche aziende della Cina continentale

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Gli ambasciatori dei 27 Stati dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo sul tredicesimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia per la guerra in Ucraina. La presidenza belga ha comunicato che questo pacchetto rappresenta uno dei più ampi mai adottati dall’UE e sarà sottoposto a una procedura scritta per essere formalmente approvato il 24 febbraio. L’accordo è stato raggiunto in concomitanza col secondo anniversario di guerra e dopo che l’Ungheria ha abbandonato la sua opposizione alle sanzioni.

In cosa consistono le sanzioni nei confronti della Russia

L’applicazione delle misure restrittive coinvolgeranno circa 200 individui ed entità, aggiungendosi così ai già oltre 2000 soggetti vicini al Cremlino che sono stati sanzionati durante i due anni di conflitto. Questo nuovo pacchetto di sanzioni si concentra principalmente sulla lotta per contrastare gli sforzi che arginano le restrizioni, in linea con quanto previsto dal precedente dodicesimo pacchetto, e sulle reti di approvvigionamento di tecnologia avanzata e equipaggiamento militare utilizzati dal Cremlino.
Bruxelles mira in particolare alle imprese che forniscono Mosca delle componenti necessarie per la costruzione di droni, utilizzate nei bombardamenti contro le città ucraine. Ursula von der Leyen ha commentato che è fondamentale continuare a ridurre la potenza bellica di Putin attraverso queste sanzioni, evidenziando che con oltre 2000 nomi nella lista si mantiene una forte pressione sul Cremlino, con un’ulteriore restrizione dell’accesso della Russia ai droni. Il fine ultimo dell’Unione Europea è quello di mantenere alta la pressione e limitare ulteriormente l’accesso della Russia ai droni.

L’UE ha anche inserito nella lista nera aziende turche e della Corea del Nord, oltre a quelle russe. Per la prima volta sono incluse anche tre aziende cinesi che avrebbero fornito tecnologia militare a Mosca. Le misure prendono di mira anche un’azienda situata in India, insieme alle imprese in Sri Lanka, Turchia, Thailandia, Serbia e Kazakistan. Le aziende identificate come aiutanti del governo russo saranno soggette a misure restrittive commerciali in seguito alla loro identificazione come fornitori di apparecchiature, in particolare elettroniche e microchip, utilizzate dalla Russia per la produzione di armamenti o altre attrezzature impiegate nel conflitto attuale con l’Ucraina.

“La Russia sta pagando per le sue azioni”, ha commentato con entusiasmo la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, sottolineando che questo tredicesimo pacchetto di sanzioni dell’UE contribuirà ulteriormente a ridurre la produzione dell’arsenale del Cremlino e a indebolire le sue risorse finanziarie destinate alla guerra.

“Dobbiamo proteggere la nostra democrazia e i nostri valori”, ha dichiarato la von der Leyen, sottolineando l’entusiasmo di altri paesi nel sostenere le azioni dell’Unione Europea. Ha inoltre esortato a difendersi dall’euroscetticismo e da coloro che favoriscono gli interessi di Putin, sia all’interno che all’esterno dell’UE.

La situazione sul fronte

Mentre il conflitto tra Ucraina e Russia continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, emergono nuove dichiarazioni e controversie. L’Ucraina ha respinto le affermazioni di Mosca riguardanti la presa di Krynki, una testa di ponte strategica nel Kherson, sul lato del fiume Dnipro controllato dall’esercito russo. Il comando dell’esercito ucraino sul fronte meridionale ha smentito categoricamente la perdita di Krynky, affermando sui social media: “Informiamo ufficialmente che queste informazioni non sono vere”, aggiungendo ulteriore suspense al già teso conflitto.