Presente e futuro dell’IA secondo Giulio Sapelli

L'economista Giulio Sapelli offre un'analisi attenta e approfondita dell'impatto dell'intelligenza artificiale sulle nostre vite, a partire dal lavoro

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

In Italia, nelle diverse sfere della società, si discute di numerosi argomenti che interessano la popolazione, dalle terrazze romane ai salotti milanesi, dalle spiagge alle campagne e ai pittoreschi borghi. Questi ultimi mesi hanno visto gli italiani affrontare una serie di difficoltà, e la crescita economica è rimasta stagnante, con una lentezza quasi impercettibile. Ma ciò che attira particolare attenzione e suscita toni apocalittici è il pericolo imminente che incombe sull’umanità intera: l’intelligenza artificiale e se l’Italia è preparata o no a questa rivoluzione tecnologica.

Le parole di Giulio Sapelli

Secondo Giulio Sapelli, economista e docente di Economia politica e Storia economica alla Statale di Milano, l’Italia non è indietro in termini di e-skills ad alto valore aggiunto. Il paese vanta ingegneri, programmatori e anche “hacker positivi”. Tuttavia, il vero problema sta nella mancanza di integrazione di queste competenze elevate. Sapelli sostiene che non si tratta solo di un problema numerico di carenza, ma piuttosto della frammentazione delle competenze e della mancanza di sinergie. Questo fatto ha un impatto negativo sulla spinta propulsiva necessaria per favorire lo sviluppo.

Per affrontare questa sfida, l’economista propone di mettere in campo azioni che puntino alla messa a sistema di queste competenze e-skills. In passato, le grandi imprese si occupavano di questo processo, passando dalla polverizzazione delle specializzazioni ad alto contenuto tecnologico all’integrazione di competenze e progetti. Oggi, con poche grandi aziende in Italia, Sapelli suggerisce che Telecom Italia potrebbe svolgere un ruolo chiave in questo processo, a condizione di impegnarsi con investimenti e azioni strategiche.

Il docente individua due campi cruciali in cui le grandi aziende dovrebbero intervenire. Prima di tutto, c’è una carenza di specialisti dell’intelligenza artificiale, un settore in cui l’Italia ha avuto un ruolo pionieristico con il progetto “Logan” della Olivetti. In secondo luogo, vi è un’opportunità di sviluppo nel campo della nuova Internet, dove i contenuti giocano un ruolo centrale e la Rete diventa la rete degli oggetti.

Riguardo alla bassa percentuale di laureati in ingegneria o materie scientifiche in Italia, Sapelli sottolinea che l’innovazione non è solo una questione tecnica. Occorre preparare anche giovani laureati in studi umanistici ad affrontare le sfide del digitale. Ciò richiede una maggiore flessibilità all’interno del sistema scolastico e una migliore sinergia tra università e il mondo delle imprese innovative.

Infine, Sapelli riflette sulla rivoluzione digitale e il cambiamento del lavoro. Secondo lui, è essenziale governare questi processi con intelligenza umana e non subirli passivamente. La rivoluzione digitale può accrescere la produttività e ridurre alcuni costi di controllo, ma allo stesso tempo richiede più lavoro qualificato e creativo. Questo tipo di lavoro dovrebbe provenire dalla vasta gamma di creatività tecnologica e capacità umanistica per affrontare le sfide del processo in evoluzione.

Il libro tradotto con l’Intelligenza Artificiale

Sapelli ha fatto poi sapere che, in una mossa rivoluzionaria, la rinomata casa editrice Palgrave Macmillan ha annunciato la pubblicazione in inglese dell’ultimo suo libro “Nella storia mondiale. Guerre stati, mercati“, che verrà tradotto con il titolo “States, Markets and Wars in Global History: Economic and Political Developments Between the Advent of Globalization and the Covid-19 Pandemic,” con distribuzione negli Stati Uniti e nel resto del mondo a partire da giugno di quest’anno.

La caratteristica distintiva di questa pubblicazione risiede nella coraggiosa decisione dell’autore di adottare tecnologie all’avanguardia per la traduzione in inglese. Il libro è stato tradotto con attenzione e precisione utilizzando l’intelligenza artificiale, rappresentando una pietra miliare nel mondo della letteratura. L’autore, dopo aver attentamente revisionato la versione tradotta, insieme a un madrelingua inglese, ha riscontrato solo poche e insignificanti osservazioni e modifiche necessarie. L’efficacia del processo di traduzione con IA è stata sorprendente, lasciando un’impressione duratura.

Mentre l’attesa per la pubblicazione internazionale aumenta, lettori e critici sono ansiosi di scoprire l’impatto di questo straordinario lavoro, dimostrando ulteriormente il potenziale dell’IA nel ridefinire il panorama letterario.