Boeing taglia 17mila posti di lavoro, rischia perdite fino a 5 miliardi di dollari

Dopo lo sciopero che ha bloccato la produzione, Boeing taglia 17mila posti di lavoro. L'azienda rischia il declassamento e perdite miliardarie

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 12 Ottobre 2024 09:10

Boeing sta attraversando una delle crisi più gravi della sua storia. A seguito di uno sciopero durato settimane, l’azienda ha annunciato il taglio di 17mila posti di lavoro, equivalente al 10% della sua forza lavoro globale. Le difficoltà finanziarie potrebbero portare perdite fino a 5 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2024, oltre a un potenziale declassamento del rating creditizio. Ed è solo l’inizio.

Dopo lo sciopero arrivano i licenziamenti

La decisione di Boeing di ridurre il personale arriva come parte di un piano di ridimensionamento drastico. Il CEO Kelly Ortberg, insediato ad agosto con l’obiettivo di rilanciare l’azienda, ha giustificato questa mossa affermando che si tratta di un adeguamento alla “realtà finanziaria” che Boeing deve affrontare. Il ridimensionamento include non solo operai, ma anche dirigenti e manager, in un tentativo di contenere i costi.

Il mese di scioperi, che ha coinvolto circa 33mila lavoratori della costa ovest degli Stati Uniti, ha colpito duramente la produzione di Boeing, paralizzando modelli chiave come il 737 MAX, il 767 e il 777. La chiusura delle linee di assemblaggio ha ulteriormente rallentato il recupero dell’azienda, che era già in difficoltà a causa di problemi legati alla sicurezza e alla certificazione dei suoi aerei.

Dopo i tentativi di schivare lo sciopero, alcuni analisti vedono nei tagli una strategia per accelerare la fine delle proteste, con l’obiettivo di fare pressione sugli scioperanti, che potrebbero temere di perdere definitivamente il proprio posto di lavoro. Questo, come sottolinea Thomas Hayes, equity manager di Great Hill Capital, potrebbe spingere i lavoratori a trovare un accordo: “Gli scioperanti che attualmente non ricevono uno stipendio potrebbero non voler diventare disoccupati a tempo indeterminato”, ha commentato.

Boeing ha anche depositato una denuncia presso il National Labor Relations Board, accusando il sindacato dei macchinisti di non negoziare in buona fede, nel tentativo di accelerare la fine dello stallo. Intanto, il sindacato ha risposto definendo la denuncia “senza fondamento” e ha accusato l’azienda di voler distrarre l’attenzione dalla necessità di un dialogo diretto con i lavoratori.

Boeing rischia di diventare “robaccia”

Un’altra grave minaccia incombe su Boeing: il possibile declassamento del suo rating creditizio da parte delle agenzie di rating. Tra queste l’agenzia S&P ha stimato che lo sciopero stia costando a Boeing circa 1 miliardo di dollari al mese. Il rischio è che, se la situazione non migliora in tempi brevi, Boeing possa perdere il suo status di investimento di alta qualità e finire con un rating da “junk bond” (che descrive il “ciarpame” e i “rottami”), il che renderebbe molto più costoso ottenere finanziamenti sul mercato.

Il declassamento sarebbe un duro colpo per un’azienda che ha già accumulato 60 miliardi di dollari di debiti e ha registrato flussi di cassa negativi per oltre 7 miliardi di dollari solo nella prima metà del 2024. Boeing, in risposta alle fatidiche previsioni, sta esplorando opzioni per raccogliere nuovi capitali, con la possibilità di emettere azioni e obbligazioni convertibili. Gli analisti stimano che l’azienda potrebbe avere bisogno di raccogliere tra i 10 e i 15 miliardi di dollari per evitare il declassamento.

A complicare ulteriormente la situazione, ci sono i ritardi nella consegna del nuovo 777X, uno dei modelli più attesi dell’azienda. La consegna del velivolo è stata posticipata al 2026 a causa di problemi di certificazione e del blocco della produzione.

L’ammontare della crisi: miliardi in fumo

Le previsioni finanziarie per Boeing sono tutt’altro che rosee. L’azienda ha annunciato che si aspetta di registrare perdite per 5 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2024, un colpo durissimo che riflette non solo l’impatto dello sciopero, ma anche le difficoltà nei suoi settori chiave: la difesa e gli aerei commerciali. Infatti il settore della difesa ha registrato perdite significative, in parte a causa dei problemi con il programma spaziale e la sostituzione del capo della divisione, Ted Colbert.

Anche se gli analisti erano già preparati a un trimestre difficile, prevedendo un cash burn operativo di circa 3,8 miliardi di dollari, Boeing ha sorpreso il mercato con una previsione di un flusso di cassa negativo più contenuto, di “appena” 1,3 miliardi di dollari. Un dato che non toglie l’azienda dalla zona di crisi, anzi, resta il duro compito di trovare nuove fonti di finanziamento per rimanere a galla e superare lo stallo della produzione.

Per questo, tra i piani di Boeing, spunta la possibile interruzione del programma 767 freighter nel 2027, uno degli ultimi pilastri della sua produzione commerciale.