Mancava l’ultimo passaggio, quello all’Ecofin. Dopo il consenso dato alla quarta tranche del Pnrr, Bruxelles ha ufficialmente dato il via libera anche alla revisione completa del piano richiesta dal governo Meloni. Ieri, il consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione europea ha approvato anche le modifiche proposte da altri dodici Stati membri.
Per il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, questa decisione rappresenta “uno stimolo per proseguire nell’opera e accelerare l’implementazione dei piani di ripresa, che costituiscono una parte essenziale della necessità di potenziare gli investimenti”. Con l’approvazione dell’Ecofin, l’assenso europeo ai Pnrr modificati, inclusivo del capitolo RepowerEu, diventa definitivo, come già menzionato. Inoltre, entro la fine dell’anno, Bruxelles dovrà approvare i piani di tutti i Paesi dell’Unione europea, poiché le risorse devono essere impiegate entro il 1° gennaio 2024.
Esulta il premier
Il governo Meloni ha rivisto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) in quanto gli obiettivi e i progetti ereditati dall’esecutivo Draghi non erano fattibili entro i tempi previsti, con il rischio di perdere i finanziamenti. Il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto, ha assicurato che i progetti tagliati saranno comunque finanziati con altre risorse, principalmente attraverso i fondi di coesione, i quali presentano scadenze più estese per l’utilizzo delle risorse. Il nuovo Pnrr, presentato ad agosto alla Commissione europea, ha apportato modifiche a 144 obiettivi e destinato 19,2 miliardi di euro al nuovo capitolo del RePower Eu, focalizzato sulla transizione energetica.
“Dopo il parere positivo della Commissione europea, il Consiglio Ecofin ha approvato la revisione del Pnrr italiano. Questo rappresenta un altro significativo successo del governo, confermando la serietà ed efficacia del lavoro svolto in questi mesi”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni in una nota. La leader ha sottolineato l’intenzione di continuare su questa strada, consapevole che il successo del Pnrr è nell’interesse della Nazione e dei cittadini.
Le parole di Fitto
Il ministro Fitto ha commentato positivamente la conclusione del lavoro intenso iniziato ad agosto, sottolineando l’efficace collaborazione tra il governo italiano e la Commissione europea. La decisione del Consiglio odierno è stata vista come un riconoscimento della qualità del lavoro svolto. Tuttavia, Fitto ha chiarito che questo momento rappresenta un passaggio decisivo e cruciale, ma non segna la fine del percorso. Il governo, in stretta collaborazione con la Commissione europea, è già impegnato nell’attuazione del Piano rivisto, concentrando gli sforzi sugli obiettivi previsti per la quinta rata, la cui richiesta sarà presentata in tempi brevi.
Cosa contiene il nuovo piano
Il piano modificato evidenzia un notevole impegno nella transizione verde, destinando ora il 39% dei fondi disponibili a misure a sostegno degli obiettivi climatici, in aumento rispetto al 37,5% del piano originale. Il totale del piano è ora di 194,4 miliardi di euro, di cui 122,6 miliardi in prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni. L’approvazione costituisce un sollievo per il governo, superate le iniziali tensioni con Bruxelles. Tuttavia, inizia ora la fase più complessa dell’attuazione dei progetti, con l’incognita della macchina burocratica di un Paese che ha storicamente avuto difficoltà nell’utilizzare i fondi dell’Unione europea nei tempi previsti.
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha lanciato un’allerta, inviando recentemente una memoria sullo stato di attuazione del Pnrr alle Commissioni Politiche Ue e Bilancio del Senato. Nel 2023, sono stati spesi solamente 2,5 miliardi del Pnrr, pari al 7,4% del programmato. Ciò porta le spese complessive a 28,1 miliardi, rappresentanti quasi il 15% dell’importo totale a disposizione dell’Italia.
La somma di 163,4 miliardi rimane ancora da utilizzare. Inoltre, l’avvio delle procedure di gara nell’ambito del piano di Recovery sta subendo ritardi su tutto il territorio nazionale, con una particolare rilevanza nelle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, va notato che il fenomeno delle gare deserte rimane di entità marginale.