Draghi sull’economia Ue: “Serve un cambiamento radicale, dobbiamo agire insieme”

Mario Draghi anticipa i temi del suo report sulla competitività dell'Ue e indica la necessità di una politica comune che possa fronteggiare Cina e Stati Uniti.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

L’ex presidente del Consiglio italiano ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, è intervenuto a La Hulpe, in una conferenza organizzata dalla presidenza di turno belga dell’Ue, sottolineando come l’economia dell’Unione europea necessiti di un cambiamento radicale per riuscire a reggere la competizione con la Cina e gli Stati Uniti. Per Draghi occorre una strategia comune che riesca a garantire delle “economie di scala, fornitura di beni pubblici e l’approvvigionamento di risorse e input essenziali”. Queste le linee guida che l’ex presidente del Consiglio ha anticipato sul suo rapporto sulla competitività che dovrebbe essere pubblicato a luglio 2024.

Il report sulla competitiva di Draghi

Mario Draghi, facendo leva sul suo celebre pragmatismo, ha esortato gli organi Ue a non perdere troppo tempo, “data l’urgenza della sfida”, riflettendo quanto prima “su come siamo organizzati, cosa vogliamo fare insieme e cosa vogliamo mantenere a livello nazionale”. Draghi ha anche aggiunto· “Non possiamo concederci il lusso di rimandare le risposte a una futura revisione del Trattato”.

Draghi: “Serve una strategia comune dell’Ue”

Nelle sue parole Mario Draghi non ha mancato di sottolineare quelli che a suo modo di vedere sarebbero stati alcuni errori commessi in passato dall’Unione europea. Per l’ex premier italiano si è guardato troppo alla competizione interna, come nel caso della crisi del debito sovrano, tralasciando la sfida internazionale che vede l’Europa confrontarsi con gli Stati Uniti e la Cina. L’obiettivo, in questo caso, deve essere dunque quello di avviare una “strategia industriale europea” che “favorisca le economie di scala” ed elimini il problema della frammentazione europea. In questo, infatti, Cina e Stati Uniti sono molto avvantaggiati, potendo contare su dei mercati enormi.  “Ripristinare la nostra competitività – ha aggiunto Draghi – non è qualcosa che possiamo ottenere da soli o gareggiando a vicenda. Ci impone di agire come Unione europea in un modo che non abbiamo mai fatto prima. Uniti”.

Draghi spera in un intervento tempestivo

La competitività futura dell’Unione europea per Draghi passa dunque dalla necessità di invertire la rotta attuale e di che creare “un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche”. L’obiettivo ambizioso impone anche un piano B, o comunque d’emergenza, qualora la soluzione sperata dovesse rivelarsi infattibile: “In alcuni casi specifici – ha detto Draghi – dovremmo essere pronti a considerare di andare avanti con un sottogruppo di Stati, ad esempio per andare avanti sull’Unione dei mercati capitali per mobilitare investimenti”, anche se “come regola” l’Ue è chiamata ad “agire insieme”.

“Fare come i nostri padri fondatori”

“I nostri rivali – ha precisato Draghi – ci stanno precedendo perché possono agire come un unico Paese, con un’unica strategia, e allinearvi tutti gli strumenti e le politiche necessarie. Se vogliamo eguagliarli – ha aggiunto – avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri, una ridefinizione della nostra Unione che non sia meno ambiziosa di quella che fecero i padri fondatori settant’anni fa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”. Draghi consiglia dunque all’Ue di non focalizzarsi sulla concorrenza interna, “anche in settori, come la difesa e l’energia”, ma di guardare all’esterno, alla Cina e agli Stati Uniti, dando vita ad “una trasformazione dell’intera economia europea”.