Crac Credit Suisse: ecco la prossima banca che crollerà

S&P abbassa il rating a 'spazzatura' e apre la strada a un nuovo fallimento. Attenzione in Europa.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Mentre su Credit Suisse – travolta dal crac della Silicon Valley Bank – si muove la Banca Centrale Svizzera con un prestito tampone di 54 miliardi di dollari, l’attenzione di investitori e addetti ai lavori si sposta su quello che potrebbe essere prossimo il fronte caldo di una situazione che rischia di sfuggire di mano.

Le agenzie di rating

Ad ogni crisi finanziaria torna in primo piano il ruolo della agenzie di rating, che hanno il compito di giudicare l’affidabilità di chi emette titoli e in questa fase si trovano a gestire l’onere di dover ‘scommettere’ sulla tenuta delle banche. Nel caso di Svb si è denunciato il ritardo con il quale hanno modificato le loro valutazioni, ora è il giudizio di Standard&Poor’s a indicare la prossima vittima: First Republic.

Il declassamento

L’agenzia S&P ha infatti tagliato il rating di First Republic a ‘BB+’ da ‘A-‘, mettendo la banca sotto ‘creditwatch negative’, sotto osservazione con implicazioni negative. Il livello BB+ corrisponde a ‘junk’, spazzatura. Secondo l’agenzia, il rischio di una fuga dei depositi da First Republic è elevato. “Riteniamo che il rischio” di fuga dei depositi sia “elevato”, si legge in una nota di S& nella quale si spiega che la base dei depositi “è più concentrata rispetto alle altre grandi banche regionali americane, e questo presenta rischi” maggiori nell’attuale contesto.

La posizione di First Republic “è più debole dopo gli eventi della scorsa settimana. Riteniamo che la sua posizione risentirà della volatilità dei prezzi delle azioni e dell’attenzione dei media sulla volatilità dei depositi. Riteniamo che la sua stabilità di business sia indebolita con la percezione del mercato su un calo della sua affidabilità creditizia”, osserva S&P.

Anche l’agenzia Fitch ha tagliato il rating di ‘First Republic’ a ‘BB’ da ‘A-‘. Una valutazione che è sotto osservazione con implicazioni negative. Il “profilo di finanziamento e liquidità sono cambiati e rappresentano l’anello più debole rispetto ad altri fattori per il rating”, afferma Fitch.

Tremano le banche Usa

L’intero comparto bancario è sotto pressione, a Wall Street si teme un effetto domino potenzialmente devastante, considerate le dimensioni ben maggiori di Credit Suisse rispetto a Silicon Valley Bank. Il timore di una nuova crisi bancaria rende sempre più reale la paura di una nuova recessione. Il mix di alta inflazione, rialzi dei tassi e una possibile stretta del credito rischia infatti di piegare un’economia che già sconta l’incertezza della guerra in Ucraina e non ha ancora curato del tutto le cicatrici della pandemia.

Travolte dai timori per Credit Suisse, le banche regionali americane calano pesantemente a Wall Street guidate da First Republic. Perdite consistenti, poco sotto il 5%, anche per colossi come Citigroup, Wells Fargo e JPMorgan. Il Tesoro americano è in contatto con le autorità europee e sta passando all’esame l’esposizione delle banche americane a Credit Suisse.

La situazione della banche europee

La stessa S&P, ieri, si è espressa sui rischi legati invece alle banche europee. “È improbabile che le banche europee valutate abbiano un’esposizione diretta significativa alla Silicon Valley Bank e alla Signature Bank. Non vediamo alcuna banca europea valutata che esibisca gli stessi profili di finanziamento e di business di queste entità”, ha osservato l’agenzia di rating. Anche se questo dato non mette al riparo da possibili evoluzioni negative. “Detto questo, siamo consapevoli che il fallimento di Svb ha scosso la fiducia. L’inasprimento delle condizioni di finanziamento – l’Europa è indietro di alcuni mesi rispetto agli Stati Uniti – potrebbe ancora esporre fragilità finanziarie e richiedere una gestione attenta e pragmatica da parte delle autorità”.