La disintermediazione, marchio indiscusso del nostro tempo, porta con sé anche una potente democratizzazione dei processi. Soprattutto culturali. Questo è certamente vero per l’industria musicale, fino a pochi anni fa gelosamente confinata in una sorta di paradiso elitario popolato soltanto da addetti ai lavori e oggi invece, finalmente, aperta. Un passaggio fondamentale in questo senso è stato democratizzare, appunto, l’accesso alle royalty dei cataloghi musicali. A compiere questo salto, rivoluzionario, è stata un realtà internazionale oggi affermata, nata in Lussemburgo nel 2018 ma che parla decisamente italiano. Si chiama ANote ed è di fatto un marketplace europeo per gli investimenti in diritti musicali.
La prima piattaforma per investire nella musica
L’idea di Marzio F. Schena, Matteo Cernuschi e Grégoire Mathonet è partita da un’intuizione solo in apparenza semplice, e cioè pensare alla musica come un grande investimento, capace di legare l’industria musicale e i mercati del capitale. Come funziona? Semplice.
ANote Music in pratica offre la possibilità a editori, etichette discografiche e artisti di vendere i diritti della propria musica, introducendoli così a un nuovo sistema di finanziamento e offrendo agli utenti della propria piattaforma nuove possibilità di investimento e l’opportunità di prendere parte attiva al percorso artistico dei cantanti.
Chiunque può iscriversi e partecipare alle aste per acquisire quote dei cataloghi musicali o dei diritti d’immagine dei propri artisti preferiti. Il sistema, che prevede la distribuzione di royalties al termine dell’asta per un intero catalogo musicale ogni semestre o quadrimestre, fornisce così a investitori e appassionati uno spazio per investire nella musica in modo semplice, trasparente e sicuro.
Grazie alla piattaforma di ANote, i titolari dei diritti musicali possono mettere all’asta una parte dei propri flussi di royalty alle condizioni che loro stessi decidono, mantenendo sempre un pieno controllo creativo, ma soprattutto consentendo libertà e una valutazione equa del mercato. Un progresso fatto anche grazie al supporto del team di professionisti di ANote, che conta figure come Mathew Knowles, padre di Beyoncé, e l’eclettico produttore e direttore artistico Carlo Antonelli.
I numeri di ANote
Oggi ANote si avvicina a chiudere un 2023 da incorniciare. Oltre 150mila brani presenti, più di 800 artisti rappresentati, 30mila account registrati, oltre 340mila euro royalties distribuite solo nel 2023, e oltre 500mila euro dal lancio della piattaforma ad oggi: negli ultimi 12 mesi in particolare c’è stato in media un pagamento di royalties ogni 6 giorni sul mercato secondario di ANote, con un miglioramento della media rispetto al 2022 ogni 10 giorni.
“Il 2023 è stato un anno importante, come dimostra il numero degli investitori che hanno scelto la nostra piattaforma, cresciuto del 230% rispetto al 2021”, spiega a QuiFinanza Marzio F. Schena, Founder e CEO di ANote. “Siamo molto orgogliosi di quanto stiamo portando avanti, grazie ad un team di professionisti e a un board con esperti del settore che rafforzano la nostra esperienza come leader di mercato”.
Dal lancio della piattaforma nel 2020 sono stati inseriti 22 cataloghi, di cui un terzo proprio nel 2023, dal valore totale di 22,9 milioni di euro. Oltre al lancio della nuova app e alla collaborazione avviata con TrustSwap, una delle più importanti piattaforme di DeFi (finanza decentralizzata), ANote è arrivata a coprire 10 Paesi: Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Lituania, Polonia, Svezia, Corea, Regno Unito.
Tra i nuovi cataloghi sbarcati sulla piattaforma anche quello di Lithuania HQ, etichetta discografica indipendente specializzata in EDM, che comprende i brani del DJ e produttore lituano Dynoro, inclusa la hit “In My Mind”, co-creata con il mito della musica dance Gigi D’Agostino, ma anche quelli del produttore di musica elettronica greca TRFN.
Tra le aggiunte del 2023 non possiamo non citare il catalogo di Steve James, con brani come “Nobody Else” dei Backstreet Boys, “Purpose” di Justin Bieber, e “In the Name of Love” di Martin Garrix e Bebe Rexha. Poi ci sono gli intramontabili, come “Dancing in the Moonlight” nella versione dei King Harvest, “In my Feelings” cantata da Drake, “La solitudine” con la voce di Laura Pausini e “Lady Linda”, resa celebre dai Beach Boys.
“Continuiamo a lavorare per far sì che l’industria musicale diventi più ‘democratica’” conclude Schena, “aprendosi anche a persone esterne e investitori provenienti da altri settori. Per il 2024, ad esempio, stiamo preparando il lancio del programma fedeltà ANote Backstage Pass, basato sull’utility token $ANOTE, che assicurerà vantaggi esclusivi, tra cui reward esclusivi, tariffe più basse sulla piattaforma e molto altro ancora”.
Contenuto offerto da ANote