Il presidente della Corte dei Conti contro il governo: “Ostacola la lotta agli sprechi”

Non usa mezzi termini Guido Carlino, presidente della Corte dei Conti, nel criticare la proposta di legge Foti sulla responsabilità degli amministratori. Il magistrato attacca anche la riforma della giustizia contabile del governo

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 3 Novembre 2024 13:12

Non è la prima volta che Guido Carlino, presidente della Corte dei Conti, tuona contro le iniziative del governo Meloni e della maggioranza parlamentare che lo sostiene. L’ultimo siluro è indirizzato alla proposta di legge di Tommaso Foti (Forza Italia), in calendario per la fine di novembre, che prevede di alleggerire le responsabilità amministrative per i sindaci. Nel mirino anche la riforma della magistratura contabile che punta a ridurre le procure regionali.

Chi è Guido Carlino

Contro la misura, i magistrati della Corte dei Conti hanno scelto di riunirsi in assemblea permanente. Il presidente delle Corte ha rivelato le sue preoccupazioni al Corriere della Sera. Guido Carlino è al vertice della Corte dal 2020, dopo essere stato nominato con decreto del presidente della Repubblica su proposta della maggioranza giallorossa del governo Conte II.

“Meno controlli uguale più tasse”

Carlino non ci gira attorno, esprimendo subito la sua preoccupazione “per le risorse dei cittadini” messe a rischio, secondo il suo parere, dal testo di prossima approvazione: “Se i danni erariali non vengono risarciti, pagheranno i cittadini, privati di servizi garantiti dalle risorse pubbliche e destinatari di un probabile aumento della pressione fiscale. Si parla di ridurre il numero delle procure regionali che, tra l’altro, perseguono sprechi nell’amministrazione pubblica. Verrebbe compromessa la possibilità di fare conseguire all’erario (e quindi ai cittadini) il risarcimento dei danni e la vicinanza alle amministrazioni locali”.

Per l’alto magistrato, la riforma contrasta “con la funzione di prevenzione generale a garanzia dei valori costituzionali di buon andamento e imparzialità delle gestioni pubbliche assegnata al pubblico ministero contabile”. Carlino fa un esempio concreto di cosa, a suo giudizio, potrebbe accadere: “In cinque anni sono stati celebrati 13.720 giudizi di responsabilità. I numeri che riguardano la nostra attività vanno letti con attenzione. Molte archiviazioni, ad esempio, consentono alle amministrazioni di ottenere il risarcimento spontaneo in corso di indagini”. Dunque, riducendo i controlli potrebbe venire meno anche un certo numero di procedimenti che si concludono con risarcimenti, nonostante l’archiviazione.

Altri scontri recenti fra la Corte dei Conti e il governo Meloni si sono registrati in merito alla gestione del Pnrr e dello Scudo erariale.

La paura della firma

Si punta poi a intervenire sulla colpa grave degli amministratori limitando la possibilità di emettere condanne a risarcire il danno in una quota da determinarsi fra un minimo pari a 150 euro a un massimo pari a 2 annualità di stipendio. Per Carlino “si indebolisce così la funzione deterrente insita nell’istituto della responsabilità” e si vanno a incoraggiare “invece condotte negligenti da parte di chi gestisce risorse pubbliche”.

La proposta di legge Foti prevede lo stop alla responsabilità erariale sugli atti che siano stati preventivamente vistati dalla Corte dei Conti e introduce l’obbligo di copertura assicurativa per coloro che abbiano responsabilità nella gestione di risorse pubbliche. La ratio alla base del provvedimento riguarda la cosiddetta “paura della firma” da sempre lamentata da sindaci e amministratori pubblici che, in caso di errori, sono destinati a pagare di tasca propria per le scelte politiche e amministrative. La proposta di legge a firma di Tommaso Foti è stata presentata il 19 dicembre 2023 e il 4 aprile scorso ha iniziato l’iter in commissione alla Camera.

Per Carlino la paura della firma andrebbe superata con una “semplificazione normativa e una maggiore qualificazione del personale amministrativo”.