Concessioni balneari, spunta altra maxi-proroga: la nuova bozza del ddl

Ecco come la maxi-proroga e le nuove regole per le concessioni balneari potrebbero ridefinire il futuro delle spiagge italiane

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Cosa bolle in pentola in merito al futuro delle concessioni balneari? Tale tema torna al centro del dibattito di Governo perché da una parte c’è il rischio delle sanzioni dell’Unione Europea per la direttiva Bolkestein (norma europea che promuove la concorrenza nei servizi) mentre dall’altra c’è il problema dei comuni. Questi ultimi, infatti, stanno agendo in ordine sparso mettendo a gara le spiagge. Intanto, Mondo Balneare ha pubblicato il testo della nuova bozza del Disegno di Legge sulle concessioni demaniali marittime che potrebbe, però, subire ancora importanti modifiche soprattutto dopo il confronto con Bruxelles. Ecco dunque i punti principali della bozza.

Punti principali della bozza per le concessioni ai balneari

La nuova bozza del Ddl sulle concessioni marittime, che è ancora oggetto di discussione all’interno del Governo Meloni e in trattativa con Bruxelles, prorogherebbe le licenze demaniali fino a cinque anni. In più, in ogni regione il 15% delle spiagge dovrebbe essere libero.

Più nel dettaglio, nel primo articolo della bozza viene stabilito che le spiagge si devono considerare una risorsa naturale “scarsa” se l’area disponibile è uguale o inferiore al 49% su base nazionale o uguale o inferiore al 39% su base regionale. La durata della proroga, poi, che potrà andare da 1 a 5 anni, sarà determinata regione per regione, in base a quanto è occupata la costa.

Qualsiasi piano quinquennale, inoltre, dovrà essere concordato con la Conferenza delle regioni e ricevere l’approvazione del Consiglio di Stato. Esso dovrà inoltre mappare le coste d’Italia e definire le modalità di investimento per la riqualificazione delle aree demaniali in modo tale che vi sia un equilibrio tra le aree concesse e quelle libere.

Cosa si prevede invece per le coste libere e per le concessioni già esistenti?

Per quanto riguarda le spiagge libere, il piano di Giorgia Meloni prevede che vi sia per esse almeno il 15% delle aree disponibili entro il 2029. Le concessioni balneari che sono già in essere dovrebbero avere, invece, una durata che va da 1 a 5 anni e ciò in base alla percentuale di spiagge libere in ogni regione.

Esse saranno valide fino al 31 dicembre del 2025 nelle regioni che hanno meno del 25% di tratti di coste libere e fino al 31 dicembre 2027 per quelle in cui la percentuale va dal 25 al 49%. Inoltre fino al 31 dicembre 2029 per le regioni in cui ci sono più del 49% di spiagge libere.

Si tratta quindi di una proroga rispetto alla scadenza fissata per il 31 dicembre 2023 dal governo di Mario Draghi con la legge numero 118/2022.

Come riassegnare invece le concessioni balneari una volta scadute?

Quando le concessioni balneari scadono, le gare per tali concessioni dovranno rispettare le regole europee e i principi di trasparenza, pari trattamento e libertà. Si dovrà poi dare la possibilità di partecipare alle gare anche ai giovani imprenditori e alle piccole imprese. I nuovi contratti, inoltre, potranno durare dai 5 ai 20 anni e l’occupazione del vecchio concessionario sarà valida fino alla firma dei nuovi contratti.

Per quanto concerne i bandi, essi saranno gestiti dai comuni e dovranno essere pubblicati in modalità online almeno per trenta giorni. Nel caso in cui, infine, vi siano delle concessioni di rilevanza nazionale o regionale superiori ai dieci anni, la pubblicazione dovrà avvenire anche sul Bollettino ufficiale Regionale e sulla Gazzetta ufficiale Italiana. Nel caso in cui, invece, esse siano anche di rilevanza europea, la pubblicazione dovrà avvenire anche sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

Si evince, infine, che tra i requisiti fondamentali per le nuove assegnazioni verrà considerato il numero dei dipendenti del concessionario uscente e se si è utilizzata una concessione marittima, fluviale o lacuale nei 5 anni precedenti. Verrà valutato inoltre l’impegno da parte del concessionario di assumere lavoratori sotto i 36 anni e l’offerta di servizi turistici anche nel periodo di bassa stagione. Inoltre saranno considerati importanti anche i progetti per lo sviluppo degli impianti e dei manufatti.