Il 6 novembre 2023, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha comunicato la stipula di un accordo tra l’Italia e l’Albania riguardante la gestione dei flussi migratori. L’accordo è formalizzato in un testo composto da nove pagine e comprende un totale di quattordici articoli. Questo accordo avrà una durata di cinque anni, ma sarà soggetto a rinnovo per ulteriori cinque anni, a meno che una delle parti non notifichi entro sei mesi dalla scadenza la sua intenzione di non rinnovarlo.
Le cifre dell’accordo
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha dichiarato che l’accordo non richiederà l’approvazione delle Camere in quanto si tratta di un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia ed Albania in tema di immigrazione, già previsto dagli accordi internazionali precedenti tra i due Paesi.
Con la firma di questo accordo, l’Albania consente all’Italia di utilizzare il porto di Shengjin e l’area di Gjader per stabilire due centri di gestione, a spese italiane e sotto la giurisdizione italiana. Questi centri saranno dedicati all’ingresso, all’accoglienza temporanea, alla valutazione delle richieste di asilo e, se necessario, al rimpatrio dei migranti salvati in mare dalle navi italiane, ma non da organizzazioni non governative (ONG).
Per quanto riguarda le spese per la gestione dei due centri, l’Italia dovrà versare all’Albania 16,5 milioni di euro a titolo forfettario entro 90 giorni dall’entrata in vigore del protocollo. Considerando che l’accordo ha una durata di 5 anni, questa somma potrebbe ammontare a 82 milioni di euro nel corso di questi 5 anni, con la possibilità di rinnovo per ulteriori 5 anni, come precedentemente indicato.
Il fondo di garanzia, quanto vale
Oltre a quanto precedentemente menzionato, ci sono ulteriori dettagli rilevanti riguardo all’accordo tra Italia e Albania. È previsto un fondo di garanzia di 100 milioni di euro da versare su un conto corrente. Questo fondo potrebbe essere utilizzato per coprire varie spese o come garanzia per eventuali costi aggiuntivi. Inoltre, si starebbe discutendo su “milioni di euro di cui beneficeranno circa 500mila albanesi in Italia per le loro pensioni”. Ma il primo ministro albanese Edi Rama smentisce
Negli anni successivi al primo, il governo albanese fornirà al governo italiano una lista delle spese sostenute e richiederà il rimborso a cadenza semestrale. La prima lista verrà consegnata entro il 15 marzo, mentre la seconda sarà consegnata entro il 15 settembre. I rimborsi per le spese sostenute a Tirana saranno versati su un conto corrente dedicato senza scopo di lucro presso la Tesoreria di Stato albanese. Questo conto corrente verrà utilizzato per gestire le transazioni finanziarie relative all’accordo.
In cosa consiste l’intesa Italia-Albania
Il protocollo d’intesa tra Italia e Albania, che riguarda la gestione dei due centri per i migranti in territorio albanese, impone una serie di responsabilità e spese all’Italia. Queste disposizioni includono la costruzione dei centri stessi, l’allestimento delle strutture d’ingresso in Albania, nonché la realizzazione delle strutture sanitarie necessarie per la prima accoglienza.
L’Italia è anche responsabile dei costi relativi al vitto, all’alloggio e alle cure mediche per i migranti detenuti nei due centri, oltre a fornire e coprire i costi dei servizi essenziali come gas, luce e acqua per i centri. Inoltre, l’Italia dovrà sostenere i costi sanitari supplementari per i servizi che le autorità italiane non sono in grado di fornire sul momento.
Il primo ministro albanese, Edi Rama, ha respinto offerte finanziarie da altri Paesi per accogliere migranti in Albania, preferendo accettare la proposta di Giorgia Meloni senza richiedere contropartite. Questo gesto sembra basarsi su principi di solidarietà e riconoscenza nei confronti dell’Italia, che ha accolto un gran numero di albanesi in passato senza chiedere nulla in cambio.