Caro scuola, prezzi di libri e alloggi in aumento del 24%

Con la riapertura delle scuole, le famiglie devono fare i conti con rincari record: dai libri ai quaderni, dalle penne agli alloggi universitari. Come risparmiare

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Si profila una stangata con la riapertura imminente dell’anno scolastico. Lo denuncia l’Unione Nazionale Consumatori che ha stimato gli aumenti relativi alla scuola, elaborando i dati Istat. I rincari riguarderanno libri, quaderni, penne, attrezzature per la scuola, materiali di cancelleria e persino gli alloggi universitari: con questi aumenti, la spesa complessiva può arrivare a 700 euro per ogni figlio.

Tutti gli aumenti

Per i libri scolastici si prevede un rialzo complessivo del 2,8%, superiore al tasso di inflazione programmata pari all’1,8% valido per i testi della scuola primaria e secondaria di primo grado, ma ampiamente superato per le scuole superiori, considerando anche dizionari e finti libri facoltativi. Una variazione che sale al 6,7% rispetto al 2023 e all’11,9% sul 2022, superiore al tasso di inflazione generale corrispondente, pari, rispettivamente, al 2,9% e al 9%.

Sembra andare meglio per quadernoni e risme di carta che costano per il momento l’1,5% in più rispetto a un anno fa, l’incremento minore tra i prodotti monitorati, ma si tratta solo un miraggio: i consumatori, infatti, pagano ancora i mega rincari del 2022 (+9,8%) e del 2023 (+7,5%), che, sommati, portano oggi a spendere il 20,3% in più rispetto al 2021.

Penne, matite ed evidenziatori registrano un aumento del 6,9% sul 2024, il record rispetto a un anno fa, così come nel confronto con il 2022 (+16,6%) e con il 2021 (+24,2%). Gli alloggi universitari aumentano del 6% sul 2024, la seconda peggiore performance annua e al primo posto dei rialzi rispetto al 2023 con +13,6%.

Categoria Rialzo % 2025/2024 Rialzo % 2025/2023 Rialzo % 2025/2022 Rialzo % 2025/2021
Libri scolastici 2,8 6,7 11,9 14,4
Risma di carta, quadernone 1,5 2,6 12,1 20,3
Penne, matite ed evidenziatori 6,9 10,4 16,6 24,2
Alloggi universitari 6 13,6 15,7 19,8

L’appello dell’Unc: “Via la tassa occulta”

Il presidente dell’Unc, avvocato Massimiliano Dona, parla apertamente di “tassa occulta” e lancia questo forte appello:

Il Governo deve intervenire immediatamente contro il caro scuola con un decreto che elimini ogni vincolo agli sconti sui libri scolastici, modificando la Legge 27 luglio 2011, n. 128. Nel 2019 i ribassi arrivavano anche al 25%, mentre oggi non possono superare il 15%. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori.

Secondo Dona, la situazione è aggravata dagli abusi degli editori digitali, che impediscono, una volta utilizzato il codice digitale, non è possibile trasferire la componente online del libro a un nuovo acquirente. Un abuso che, come dichiara l’Antitrust, “pregiudica il riutilizzo dei libri usati e ne deprezza il valore”, oltre a creare disparità rispetto alle edizioni cartacee e a ostacolare il comodato d’uso gratuito.

Come risparmiare sui libri scolastici

Tuttavia anche sulla spesa scolastica è possibile risparmiare sensibilmente e abbattere i costi. Una prima soluzione che l’Unc consiglia è quella di rivolgersi alla grande distribuzione: anche negli ipermercati, infatti, si trovano testi scolastici a prezzi più convenienti rispetto alle cartolibrerie, con uno sconto che può arrivare fino al 15% del prezzo di copertina. Lo stesso vale per l’e-commerce: acquistare online permette spesso di usufruire di riduzioni analoghe, anche se in molti casi il risparmio si concretizza in buoni acquisto.

Un’alternativa ancora più economica è rappresentata dai libri usati. Acquistarli direttamente da altri studenti consente di ridurre la spesa fino al 50%. In mancanza di questa possibilità, ci si può rivolgere a librerie o bancarelle che trattano testi di seconda mano. In ogni caso, è bene verificare che le edizioni siano realmente aggiornate. Spesso, infatti, le cosiddette “nuove edizioni” non contengono modifiche sostanziali