La Bce ha tagliato i tassi in ritardo, il sondaggio che bacchetta Christine Lagarde

Bce lenta sul taglio dei tassi e incapace di anticipare le tendenze del mercato. E per la prima volta gli economisti sono preoccupati per la Francia e non per l'Italia

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 5 Gennaio 2025 17:09

Secondo decine di economisti, il taglio dei tassi operato dalla Bce per aiutare la stagnante economia dell’Eurozona è arrivato con un ritardo eccessivo. L’istituto guidato da Christine Lagarde ha abbassato i tassi quattro volte da giugno 2024, passando dal 4% al 3%. La corsa dell’inflazione, invece, è stata ben più rapida.

È un recente sondaggio del periodico The Economist a prendere in considerazione l’operato della Bce. La testata ha interpellato 72 economisti dell’Eurozona: il 46% di essi ha dichiarato che la Bce è “in ritardo rispetto alla curva”, nonché  fuori sincronia con i fondamentali economici.

Il 43% si è detto convinto che la politica monetaria dell’Istituto abbia invece imboccato la “strada giusta”.

Bce troppo lenta

Il resto degli intervistati non se l’è sentita di esprimere un parere. Un fatto degno di nota è che nessuno dei prestigiosi economisti coinvolti nel sondaggio ritiene che la Bce sia stata in grado di muoversi anticipando i tempi.

Una voce per tutte: Eric Dor, economista presso la Scuola di Management IESEG di Parigi, ha dichiarato che “la Bce è stata troppo lenta nel tagliare i tassi di politica monetaria”, aggiungendo che tale modus operandi sta avendo un effetto dannoso sull’attività economica. Il professore ritiene che ci sia una “crescente probabilità che l’inflazione possa scendere sotto” l’obiettivo del 2% della Bce. Come è noto, per garantire la stabilità economica gli addetti ai lavori considerano ottimale un’inflazione al 2%. Se si scende al di sotto di tale quota, il primo risultato è che consumatori e imprese posticipano acquisti e investimenti aspettandosi prezzi ancora più bassi, causando un ulteriore calo della domanda e quindi della crescita economica. Ma si tratta di una voce isolata: di media, gli economisti intervistati dal Ft prevedono che l’inflazione dell’Eurozona scenderà al 2,1% nel 2025, per poi calare al 2% nel 2026 incontrando il livello ottimale desiderato dalla Bce.

Ulteriori tagli ai tassi

Per quanto riguarda il futuro, Lagarde si è detta ottimista sulla possibilità di poter operare ulteriori tagli dei tassi nel corso del 2025, qualora i trend economici dovessero proseguire lungo la strada imboccata. I mutui e i prestiti hanno da tempo cominciato a risentire della curva discendente, stimolando il mercato immobiliare e gli investimenti delle aziende.

Per quanto riguarda il 2026, solo il 19% degli economisti intervistati si aspetta che la Bce continui sulla via del taglio dei tassi.

La crescita dell’Eurozona

Gli ulteriori tagli ai tassi, tuttavia, non si accompagneranno a performance brillanti nell’Eurozona sotto il profilo della crescita.

Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2025 gli Usa cresceranno del 2,2% mentre l’Ue inseguirà a distanza tenendosi a quota 1,2%, il che si tradurrà in tassi di interesse più bassi nel Vecchio Continente rispetto agli Stati Uniti. Ma gli economisti intervistati dal Financial Times sono ancora più pessimisti: per loro la crescita dell’Ue non supererà lo 0,9%.

Francia osservata speciale

Per una volta, l’Italia ha perso la corona di osservata speciale della comunità degli economisti europei, scalzata dalla Francia. Dopo la crisi di governo che ha travolto i cugini d’Oltralpe, e dopo il crollo verticale della popolarità di Emmanuel Macron, il 58% degli intervistati ha affermato di essere maggiormente preoccupato per la Francia, mentre solo il 7% ha espresso preoccupazioni per l’andamento dell’economia italiana.