Dopo mesi di stagnazione, le azioni della zona euro stanno iniziando a risalire. I mercati azionari europei, rimasti indietro rispetto a quelli americani e asiatici per gran parte del 2025, stanno mostrando nuovi segnali di forza. A crederci è anche J.P. Morgan, una delle più importanti banche d’investimento al mondo, che ha deciso di puntare nuovamente sull’Europa.
Secondo la banca, il momento di tornare fiduciosi sui titoli europei è arrivato. Dopo un lungo periodo di incertezza e prezzi fermi, le valutazioni sono diventate più interessanti e ci sono sempre più elementi che fanno pensare a una nuova fase positiva per i mercati dell’eurozona.
Dopo la stagnazione, un segnale di svolta per le azioni della zona euro
Dal mese di marzo 2025 l’indice Euro Stoxx 50, “termometro” principale dell’economia e dei mercati dell’eurozona, aveva faticato a registrare progressi, mentre altri mercati internazionali toccavano nuovi massimi. Un andamento che aveva alimentato lo scetticismo di molti analisti, spingendo gli investitori globali a preferire gli asset americani o asiatici.
Ora però, secondo J.P. Morgan, la situazione sta cambiando e, dopo questa lunga fase di consolidamento, “le valutazioni si sono riposizionate su livelli molto più attraenti”, si legge nel report diffuso dalla banca.
Il miglioramento della prospettiva europea non nasce dal nulla ma, sempre secondo J.P. Morgan, i fattori chiave che rendono oggi più interessante il mercato sono il calo dell’inflazione dell’Eurozona, la politica monetaria espansiva della Bce e il sostegno fiscale della Germania. Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda l’inflazione dell’Eurozona, questa, dopo aver superato il 9% nel 2023, è scesa stabilmente sotto il 3% a metà 2025. E il calo, accompagnato da segnali di ripresa del credito, ha riaperto margini d’azione per la Banca Centrale Europea. Infatti, l’istituto di Francoforte ha avviato un ciclo di tagli dei tassi d’interesse, con l’obiettivo di rilanciare la crescita e sostenere gli investimenti. Secondo l’analisi di J.P. Morgan, i tagli della Bce potrebbero favorire un miglioramento dell’impulso creditizio, ossia della dinamica del credito verso imprese e famiglie.
E storicamente, un impulso creditizio positivo si traduce in un rafforzamento degli indicatori di fiducia e dei PMI (gli indici dei direttori d’acquisto), anticipando un miglioramento dell’attività economica.
Infine Berlino, da sempre accusata di eccessiva prudenza nei conti pubblici, sta pianificando una serie di stimoli fiscali legati alla transizione climatica e agli investimenti infrastrutturali. Secondo le previsioni, “l’impatto dello stimolo tedesco diventerà più evidente nei prossimi anni”, contribuendo a riattivare la domanda interna e a dare ossigeno all’intera area euro.
Dove si spostano i capitali
Un altro aspetto interessante dell’analisi di J.P. Morgan riguarda le rotazioni geografiche e settoriali che potrebbero accompagnare questa fase di risveglio. La banca suggerisce che, dopo la lunga corsa del mercato giapponese e il relativo surriscaldamento delle valutazioni, molti investitori potrebbero trasferire parte dei capitali dal Giappone all’Europa, dove i titoli appaiono oggi più convenienti e con margini di rialzo più ampi.
All’interno del continente, si ipotizza anche una rotazione interna, con minori quantità di denaro investite in azioni italiane e spagnole, protagoniste di un forte rally nei mesi precedenti, ma maggiore attenzione alla Francia, considerata un “ritardatario” di mercato e quindi potenzialmente pronta a un rimbalzo.
In particolare, gli analisti individuano le banche francesi come un segmento interessante, dopo un periodo di sottoperformance rispetto al resto del settore bancario europeo. Una ripresa della redditività, unita al miglioramento del contesto macroeconomico e ai benefici dei tassi più bassi, potrebbe rilanciare l’appeal di titoli come BNP Paribas, Société Générale o Crédit Agricole.
Opportunità e rischi
“La combinazione tra valutazioni basse, contesto politico più favorevole e prospettive economiche in miglioramento rende oggi il rapporto rischio-rendimento dell’Eurozona più attraente che in passato”, sottolinea J.P. Morgan. Questo significa che il potenziale di guadagno offerto dai titoli europei compensa oggi in misura più equilibrata i rischi legati alle incertezze globali.
Naturalmente, restano diverse incognite, come l’evoluzione geopolitica, l’impatto delle elezioni europee del 2026 e la possibilità che la ripresa globale resti fragile. Ma nel complesso, il quadro macroeconomico appare molto più stabile di un anno fa.