Addio al reso gratuito per gli acquisti online? Cosa sta succedendo

Le multinazionali dell’e-commerce hanno iniziato ad aumentare i costi per chi decide di restituire un ordine effettuato sul web: cosa dobbiamo aspettarci in Italia

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Pubblicato: 2 Gennaio 2024 16:06

Potremmo essere giunti ad un momento di svolta per quanto riguarda le politiche di reso dei tanti acquisti che ognuno di noi fa periodicamente sul web. Quella che ha ancora l’aspetto di un’indiscrezione – ma che rischia di trasformarsi presto in realtà – è stata lanciata dalla redazione online del quotidiano La Repubblica, che nel primo giorno del 2024 ha ripreso un articolo pubblicato sul New York Post in cui viene segnalato un aumento dei costi per gli utenti che scelgono di restituire un prodotto ordinato tramite le classiche piattaforma di e-commerce.

Nello specifico, secondo quanto riportato dal sito del giornali, alcuni dei più grandi marchi al mondo come Abercrombie, Zara e H&M (assieme a tanti altri che tra poco elencheremo) avrebbero deciso di cambiare le regole del gioco. L’intento sarebbe quello di scoraggiare la formulazione di ordini sempre più grandi, contenenti decine e decine di articoli, effettuati da quegli utenti che usufruiscono in maniera indiscriminata della possibilità di reso.

Cosa sta cambiando nel mondo dell’e-commerce per i resi degli ordini online

Il meccanismo che ha funzionato fino ad oggi è molto semplice e lo conoscono tutti. Sono indeciso sulla taglia di un abito che mi piacerebbe comperare? Bene, lo ordino di due o tre misure differenti, le provo tutte e poi decido quale faccia al caso mio. E gli altri vestiti arrivati a casa, che fine fanno? Li rimando indietro, oppure li porto presso lo store più vicino e chiedo di effettuare il reso in negozio. Un circuito a cui tutti – chi più e chi meno – abbiamo contribuito. Ma d’ora in avanti, per chi decide di continuare su questa scia, il volume complessivo della spesa rischia di aumentare.

Con l’arrivo del 2024, a dare il via libera a questo trend dovrebbe essere il Regno Unito. Infatti, sempre secondo quanto riportato dal New York Post, tramite il rinnovo di termini e condizioni, ci sarebbe una quota vicina all’81% dei rivenditori d’oltremanica – tra quelli che forniscono anche un portale online – che avrebbe inserito un costo aggiuntivo per la restituzione dei prodotti ordinati via web.

Quanto potrebbe aumentare in Italia la spesa per il reso degli ordini online

Se anche la multinazionale regina del commercio digitale, ossia Amazon, si è decisa ad inserire il rincaro di 1 dollaro per chi sceglie di rimandare indietro un ordine effettuato sul territorio nazionale statunitense (e c’è da scommettere che lo estenderà presto a tutti i Paesi del mondo), allora significa che la rivoluzione dell’e-commerce è ufficialmente iniziata. Le aziende di abiti e accessori già citate ad inizio articolo imporranno un pagamento suppletivo per quei clienti che andranno a restituire i capi acquistati presso un punto di ritiro gestito da soggetti terzi (come potrebbe essere in Italia uno dei tanti di Poste o delle altre società di trasporto pacchi).

Un’altra big delle vendite online come Asos ha annunciato una stretta sul suolo britannico con l’arrivo del 2024. E anche una potenza come Uniqlo ha scelto di implementare i prezzi di restituzione in occasione del nuovo anno, scegliendo però di partire dal Giappone. In Italia, al momento, non è stato diffuso nessun comunicato ufficiale da parte delle società attive nel comparto. Ma è bene mettersi nell’ottica che non dovremo attendere molto prima di venire inglobati dalle nuove politiche di reso. Con tanti saluti ai pacchi ricevuti, aperti, richiusi e rispediti al mittente a cuor leggero.

A seguito della pubblicazione dell’articolo, lo staff della comunicazione di Amazon Italia ha contattato la redazione di Qui Finanza, spiegando che le politiche di reso degli ordini online effettuati nel nostro Paese non subiranno cambiamenti nel prossimo futuro. Di conseguenza, non verranno applicati rincari o commissioni in denaro per gli utenti che sceglieranno di rendere i prodotti acquistati seguendo le regole attualmente attive.