Accordo sulla sicurezza Italia-Ucraina, verso l’assistenza economica e militare per 10 anni

Roma e Kiev lavorano per stipulare l'accordo che riprende quello già firmato con Londra, Parigi e Berlino: cosa prevede l'intesa Meloni-Zelensky

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

La premier Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono pronti a stringersi la mano sull’accordo Italia-Ucraina sulla sicurezza. Un patto, quello tra Roma e Kiev, che ricalca quello già sottoscritto con Londra, Parigi e Berlino che prevede aiuti economici, diplomatici e militari nei confronti per popolo ucraino. Un’intesa bilaterale che, come spiegato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, non richiederà la procedura di ratifica parlamentare.

Ma in cosa consiste e quali saranno gli obblighi che l’Italia avrà nei confronti dell’Ucraina? E quali, soprattutto, i fondi economici da stanziare per far fede all’intesa che vede Roma aggiungersi a quelle già stipulate da Gran Bretagna, Francia e Germania?

Cosa prevede l’accordo sulla sicurezza Italia-Ucraina

Manca ancora il via libera definitivo all’accordo, ma l’intesa tra le parti è già stata trovata perché il negoziato di cooperazione non si discosta da quello già stipulato da Kiev con altri Paesi. Il ministro Antonio Tajani, infatti, ha confermato che il documento in via di sottoscrizione è ormai in dirittura d’arrivo e ribadisce “l’indipendenza territoriale dell’Ucraina e condanna l’aggressione russa”.

L’Italia, firmando l’accordo sulla sicurezza, infatti si impegna ad aiutare l’Ucraina nel percorso di adesione all’Unione europea e nel graduale avvicinamento alla Nato, ma anche a sostenere le sanzioni contro la Russia e all’assistenza nella riforma della sicurezza e della leva militare.

Oltre alle collaborazioni rafforzate tra le due industrie della difesa, garantendo aiuti umanitari per la popolazione ucraina, l’Italia garantirà a Kiev “per dieci anni” un’assistenza economica, diplomatica e militare che include anche l’impegno, nel caso di un nuovo attacco russo, a “consultazioni entro 24 ore per determinare le misure necessarie per contrastare o scoraggiare l’invasore”.

Un accordo che, ha sottolineato Tajani, non è da considerarsi “giuridicamente vincolante” come quello di Gran Bretagna, Francia e Germania, ma l’impegno alle consultazioni “entro 24 ore” da un nuovo attacco russo è un passo importante. Non è di certo paragonabile all’articolo 5 del Trattato della Nato che garantisce mutua assistenza in caso di un attacco militare, ma è pur sempre un chiaro segnale di solidarietà, vicinanza e assistenza.

Accordo che ha fatto storcere il naso a Mosca, che tramite il capo della commissione Affari internazionale della Duma Leonid Slutsky ha sottolineato che l’intesa di sicurezza in preparazione tra Italia e Ucraina è solo una mossa di “propaganda”, così come quelle firmate da Kiev con Berlino, Londra e Parigi.

Il rebus sui fondi

Quel che resta da decidere però è con che cifre il governo Meloni supporterà l’Ucraina. Kiev a oggi ha stipulato accordi chiari, dal punto di vista economico, con Germania, Francia e Gran Bretagna, col governo Scholz che nel 2024 verserà 7 miliardi, quello di Macron pronto a darne 3 come quello di Sunak. E l’Italia?

Pubblicamente Roma versa circa 670 milioni in aiuti e nelle bozze dell’accordo sulla sicurezza resta ancora il mistero su quelli reali. Sì, perché com’è noto nell’ambiente politico l’Italia verserebbe cifre ben superiori, vicine al miliardo.

Quel che è certo è che dall’intesa tra Italia e Ucraina pronta a essere sottoscritta dovranno venir fuori cifre certe, con aiuti consistenti alla causa di Kiev in caso di necessità di intervento per un nuovo assedio russo.