Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Russia ha inanellato una minaccia di escalation militare dietro l’altra, alzando i toni dello scontro con l’Occidente. Oltre alle dichiarazioni violente dei vertici, il Cremlino ha dato continua prova di bellicosità nei test di nuove armi tattiche e strategiche dall’elevato potenziale distruttivo.
L’ultima in ordine cronologico è stato il lancio di prova di un nuovo missile ipersonico, simili ai temutissimi Kinjal annunciati al mondo per la prima volta a marzo. I missili balistici ipersonici appartengono a un gruppo di nuove armi che Vladimir Putin descrive come “invincibili”.
Il missile ipersonico Zircon: cos’è e quanto è potente
Nella giornata di sabato, le forze armate russe hanno annunciato di aver compiuto con successo un nuovo test del missile da crociera ipersonico Zircon (o Tsirkon). Il lancio è avvenuto dalla fregata Ammiraglio Gorchkov, descrivendo una gittata notevole: l’ordigno è partito dal Mare di Barents e ha colpito in pieno un bersaglio situato nel Mar Bianco, entrambi nell’Artico, a circa mille chilometri di distanza.
Il test militare rappresenta l’ultimo atto della strategia russa di intimorire l’Occidente con la potenza finora inespressa del suo arsenale. Un messaggio forte e chiaro, dato che lo Zircon è considerato una delle armi più micidiali a disposizione di Putin. Questo missile, conosciuto anche come 3M-22 Zircon o 3M-22 Tsirkon, è un cruise ipersonico Made in Russia.
Il super missile è in grado di intercettare obiettivi marini e terrestri a oltre mille chilometri di distanza. Il tutto a velocità incredibili, fino a 10 volte superiori a quella del suono e pari oltre 12mila chilometri orari. E ad altitudini comprese fra i 30 e i 40 chilometri, dove l’aria è più rarefatta e l’attrito minore. Il primo collaudo dello Zircon, che può trasportare anche testate nucleari, risale all’ottobre del 2020 ed è stato salutato da Putin come un “grande evento”.
I possibili obiettivi: cosa rischiamo e quando
Il nuovo missile ipersonico è stato progettato per neutralizzare unità navali di grandi dimensioni, inclusi incrociatori, portaerei e cacciatorpedinieri. Si tratta dunque di un’arma particolarmente temibile nello scenario della guerra in Ucraina, vista anche la fama di “missile invulnerabile” ai sistemi antiaerei impiegati dalle unità navali occidentali. Il tempo che intercorre tra il suo rilevamento e una possibile reazione sarebbe infatti insufficiente per organizzare qualsiasi difesa.
Mosca fa inoltre sapere che entro pochi mesi sarà ultimato un sistema progettato per lanciare i missili ipersonici. Si tratta di un sistema balistico costiero, che secondo fonti militari russe dovrebbe entrare in servizio “entro la fine del 2022”. Il Cremlino punta dunque al rafforzamento della Marina russa, cercando di consolidare in maniera definitiva la sua presenza nel Mar Nero. Proprio qui ha caricato missili da crociera Kalibr su due sottomarini Varshavyanka. La mossa russa vuole essere una risposta decisa agli Stati occidentali, che avevano paventato l’eventuale utilizzo della forza per trasportare il grano bloccato nei porti ucraini.