Niente da fare, la campagna Open to Meraviglia non smette di stupire e attirare l’attenzione e le polemiche dopo il suo lancio. Dopo la Venere di Botticelli influencer e il costo di una produzione pubblicitaria monstre ampiamente criticata da diverse forze politiche, a stupire è il fatto che questa volta a puntare il dito contro il lavoro dell’agenzia Armando Testa sia proprio chi l’ha voluta, ovvero Daniela Santanchè.
Il ministro del Turismo infatti non ha digerito alcuni strafalcioni nella campagna per promuovere il turismo in Italia. Errori grossolani, evitabili che hanno scatenato la furia di Santanché non è riuscita a sopportare la storpiatura dall’italiano alle altre lingue di molte città che invece avrebbero dovuto giovare dalla pubblicità della campagna.
Quali sono le città storpiate su Open to Meraviglia
Di meraviglia, fin qui, la campagna pensata dal ministero del Turismo ed Enit ha ben poco, se non in accezione negativa per lo stupore che ha provocato. Critiche continue nonostante la precisazione della stessa Armando Testa sullo stato dei lavori, con un progetto non ancora completato e che, se continua così, potrebbe naufragare clamorosamente.
A puntare il dito questa volta è la stessa Santanchè, ministro del Turismo, che ha dovuto sorbirsi un altro attacco dalla stampa, ma questa volta internazionale. Infatti ai media europei non è sfuggito l’errore commesso nella campagna per pubblicizzare il turismo in Italia, ovvero i nomi delle città storpiate.
Frutto di una grave disattenzione, infatti, diversi territori hanno trovato un “nome nuovo” in altre lingue, con una traduzione automatica che ha attirato nuovamente le polemiche. Capita quindi che Camerino, in provincia di Macerata, in tedesco sia diventato “Garderobe“, mentre Brindisi si è trasformato in “Toast“. E poi c’è anche Scalea, nel Cosentino, che diventa “Treppe“. Insomma, strafalcioni imperdonabili che hanno mandato su tutte le furie Santanché.
Santanchè e l’errore inammissibile
Con le luci dei riflettori puntate sulla campagna, nessuno degli addetti ai lavori che ha progettato e messo online Open to Meraviglia può concedersi la ben che minima disattenzione. Ma a qualcuno quella traduzione automatica è sfuggita, facendo scatenare di fatto l’ira del ministro.
Daniela Santanchè, racconta Il Fatto Quotidiano, ha infatti strigliato i dirigenti del suo ministero, colpevoli di non aver supervisionato come dovuto la campagna. Il ministro, tra l’altro, si sarebbe infuriata proprio nella settimana del ponte tra il 25 aprile e il 1 maggio, richiamando all’ordine i suoi.
“Ma com’è possibile un errore del genere” sembrerebbe aver detto Santanché che se la sarebbe presa con Francesco Paolo Schiavo, direttore generale della Promozione Turistica che ha anche la delega al Pnrr. richiamato al ministero dalle ferie fuori Roma per mettere una pezza sull’errore. Una campagna che non trova neanche una difesa all’interno del partito della ministra, con Fratelli d’Italia che non ha gradito il progetto e la premier Giorgia Meloni che sembrerebbe essere estranea al lavoro che ha scoperto soltanto dopo la sua pubblicazione nelle scorse settimane.
E intanto Open to Meraviglia finisce anche sulla bocca e tra le pagine dei media internazionali. Non direttamente per il suo obiettivo principe di pubblicizzare l’Italia, ma anzi per le continue polemiche che le ruotano attorno.