Ong che soccorrono i migranti: come operano e da chi sono finanziate?

Da chi sono finanziate le Ong che soccorrono i migranti e come operano nei mari?

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’Italia ha un rapporto decisamente particolare con le Ong, ovvero con le Organizzazioni non governative. Il solo sentirle nominare richiama alla mente il salvataggio di migranti nel Mediterraneo. O per meglio dire, il salvataggio di vite umane in pericolo di vita. Si sono ritrovate molto spesso al centro del dibattito politico, spesso sfruttate per fare propaganda elettorale, anche sciorinando statistiche non esattamente veritiere e muovendo accuse fragili, tanto per sollevare del fumo.

Occorre però precisare come questa non rappesenti l’unica attività delle Ong. Non ci si occupa soltanto di migranti, anzi. Costantemente infatti gli addetti di queste organizzazioni sono impegnati nel portare avanti campagne dal grande valore umanitario. Di questo aspetto però si parla decisamente meno, perché è poco spendibile in termini politici. Molto più utile tentare di trasformare dinanzi allo sguardo degli elettori questi soggetti dal grande impegno umanitario in venduti al soldo di chi sa chi e di quale interesse.

Cosa sono le Ong

Le Ong sono organizzazioni senza fine di lucro e che operano in maniera indipendente rispetto agli altri Stati. Ce ne sono di diversi tipi, ad esempio alcune si dedicano al volontariato, mentre altre sono specializzate in studi e ricerche. Molte di queste Ong hanno a cuore tematiche legate all’ambiente e ai diritti umani, ma ci sono anche quelle che sono mosse da motivazioni politiche. La più antica Ong è “Save The Children”, ma sono note per il loro grande contributo umanitario e ambientale, anche “Amnesty International” e “WWF”. In Italia invece, tra le più famose ci sono “Emergency”, “Legambiente”, “Caritas”.

Essendo le Ong, organizzazioni senza fine di lucro, il loro sostegno proviene da donazioni private – in particolare organizzazioni umanitarie e filantropiche – e dal supporto di volontari da tutto il mondo. Quelle che si occupano del salvataggio dei migranti in mare, si coordinano con la guardia costiera italiana. Se fino al 2017, a operare nel Mediterraneo erano circa una dozzina di Ong – per lo più spagnole, francesi e tedesche – ora quelle attive sono quattro.

Migranti in Italia

La domanda che spesso ci si pone è: perché la maggior parte dei migranti è diretta proprio verso l’Italia? Non è un caso, piuttosto è il diritto del mare che prevede la possibilità di approdare nel porto più sicuro e in quello più vicino da raggiungere. Si chiama Pos (place of safety) ed è appunto il luogo in cui può essere garantita l’incolumità e l’assistenza sanitaria a chi viene salvato. E se Paesi come la Grecia, la Francia e la Spagna sono troppi lontani, l’Italia invece, è quella più vicina alla Libia.

Con i costanti sbarchi in Italia, i due partiti ora al Governo – Lega e Movimento 5 Stelle – hanno avanzato alcune critiche riguardo l’operato delle Ong. Sono state definite “Taxi del Mediterraneo” perché accoglievano a bordo un gran numero di immigrati.

In realtà, i migranti non scappano per le Ong, ma a causa della guerra e della fame che attanaglia i loro Paesi. Fuggono da realtà pericolose, che non possono più garantire loro una vita serena e per questo si spostano verso porti più sicuri.