Invasione di cavallette in Italia: ecco dove e cosa fare

Caldo e siccità hanno spinto la specie "Calliptamus italicus" dalla Sardegna alla Penisola. Dagli agrofarmaci ai volatili addestrati e ai droni: come combattere l'invasione

Pubblicato: 2 Luglio 2022 16:19

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Negli ultimi giorni una vera e propria piaga di proporzioni “bibliche” si sta abbattendo su varie zone d’Italia. Dopo l’emergenza scattata in Sardegna, le tanto temute cavallette hanno invaso anche l’Emilia-Romagna, provocando panico e allarme soprattutto tra gli agricoltori. La specie infestante è la cosiddetta Calliptamus italicus, che colpisce soprattutto le coltivazioni di erba medica.

L’invasione delle cavallette: dove

In Sardegna quella delle cavallette sembra davvero una delle proverbiali piaghe d’Egitto: la Coldiretti ha affermato potrebbero diventare oltre 50mila gli ettari infestati, soprattutto nella provincia di Nuoro. Dopo l’appello alla Fao, la Regione ha ipotizzato la creazione di un’Unità di progetto regionale simile a quella che ha sconfitto la peste suina africana nell’isola.

Caldo e siccità hanno però portato in varie regioni i voracissimi insetti anche nella Penisola, in particolare in alcune aree della Romagna. Colpite specialmente le vallate dei fiumi Bidente e Savio, dove le aziende agricole hanno denunciato danni consistenti alle colture di grano, foraggi e ortaggi.

E molti abitanti ritengono che il peggio debba ancora venire. Diversi testimoni hanno riferito che le strade in località di Case Venzi “erano completamente scure, perché ricoperte da un numero incredibile di cavallette”. La situazione ha reso necessario l’intervento del Comitato fitosanitario, riunitosi per studiare la mappatura delle zone infestate in modo da individuare i focolai e le cosiddette “grillare”, cioè i luoghi in cui l’insetto depone le uova.

I danni provocati dall’insetto vengono amplificati dalla grave situazione di siccità che sta colpendo da settimane il nostro Paese. La combinazione delle due calamità blocca infatti il ricaccio vegetativo, aggravano la situazione di crisi delle piante.

L’invasione delle cavallette

Le cavallette sono animali voracissimi e prendono di mira qualunque fonte di cibo disponibile, dalle grandi coltivazioni ai piccoli orti privati. Secondo gli esperti, il proliferare di questi (e altri) insetti è dovuto alle eccezionali e a loro favorevoli condizioni per la riproduzione: temperature torride e clima molto secco, con il terreno che si crepa per la grave scarsità di acqua e si trasforma luogo perfetto per la deposizione delle uova.

Sempre secondo gli esperti, il picco dell’invasione dovrebbe ormai essere vicino e dovrebbe volerci poco meno di un mese perché il fenomeno si esaurisca naturalmente.

Cosa si può fare per frenare l’invasione delle cavallette

Per contrastare la proliferazione del Calliptamus italicus sarebbe ottimale arare costantemente i terreni: una strada però impraticabile, visto che molte specie vegetali sono ancora da raccogliere. Nelle zone infestate, prevalentemente destinate a colture foraggere biologiche, sono in corso test per individuare i trattamenti biologici migliori da applicare su erba medica. Nel territorio di Meldola, in particolare, è stato sperimentato l’utilizzo di un nuovo agrofarmaco a base di funghi entomopatogeni, che potrebbe ricevere l’autorizzazione per uso eccezionale già a partire dal prossimo autunno.

I principali interventi programmati a livello locale sono essenzialmente di carattere preventivo. Si va dalla lotta meccanica per distruggere le ooteche (l’involucro in cui sono contenute le uova) con operazioni superficiali come l’erpicatura, da effettuare nel periodo che va da ottobre ad aprile, all’impiego mirato di volatili predatori come le faraone, che anche in passato hanno contribuito al controllo delle infestazioni di cavallette. In Romagna le autorità hanno pensato di intervenire anche con droni per effettuare monitoraggio e trattamenti localizzati.