“Superata ogni linea rossa”: Putin fa tremare l’Occidente

Le ultime dichiarazioni di Putin e dei suoi fedelissimi riaccendono i timori di un'escalation nucleare della guerra in Ucraina. Quanto è potente l'arsenale russo?

Pubblicato: 27 Marzo 2023 22:42

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Mentre nella città ucraina di Avdiivka, nel Donetsk, i combattimenti si fanno sempre più feroci, la Russia emette un nuovo ruggito nucleare. E ribadisce la dottrina dell’accerchiamento e della “guerra difensiva”, anche se di guerra a oltre un anno dall’invasione dell’Ucraina, ancora nessuno ne può parlare in quel di Mosca.

Gli “istigatori” del conflitto russo-ucraino “hanno superato linea rossa”, ha tuonato Vladimir Putin, poco dopo aver annunciato l’intenzione di trasferire dal 1° luglio armi nucleari tattiche in Bielorussia, sempre più “Stato vassallo” della Federazione (a preoccupare l’Occidente è anche il “nuovo patto” tra Russia e Cina).

Verso l’escalation nucleare?

Lo schieramento di armamenti atomici in Bielorussia rappresenta una prima volta dalla metà degli Anni Novanta e fa crescere ulteriormente la preoccupazione di un’escalation nucleare. “Stanno costruendo un nuovo asse come quello degli Anni Trenta tra la Germania nazista e l’Italia fascista“, ha affermato ancora il presidente russo in una lunga intervista televisiva rilasciata al canale Rossiya 1, che in parte era stata anticipata sabato con l’annuncio degli ordigni collocati nello Stato confinante. Il plurale, se non si fosse capito, è rivolto agli occidentali. Kiev intanto ha accusato Minsk di essere “ostaggio nucleare di Mosca” e ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il quadro, insomma, appare sempre più tragico (non solo Ucraina, nuovo obiettivo per la Russia entro il 2030).

I toni dello scontro ideologico e della propaganda russa tornano dunque ad accendersi con una fiammata alta e improvvisa (qui parliamo invece del ruolo del Gruppo Wagner: con o contro Putin?). Non solo per bocca di Putin, ma anche dei suoi fedelissimi. La Russia “non intimidisce nessuno con un vantaggio militare, ma possiede armi moderne e uniche in grado di distruggere, in caso di minaccia alla sua esistenza, qualsiasi avversario, compresi gli Stati Uniti“. Le parole sono di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, che ha poi definito “miope e pericolosamente stupida” l’opinione dei politici statunitensi, “intrappolati nella loro stessa propaganda”, secondo cui la Russia non sarebbe più in grado di rispondere a un attacco nucleare da parte di Washington.

L’arsenale atomico russo fa davvero paura?

La minaccia più temibile rappresentata dalla Russia è legata alle succitate armi nucleari tattiche. Si tratta di ordigni atomici a “bassa intensità”, con un potere distruttivo limitato a obiettivi specifici e non su larga scala. Questa tipologia di armi viene adoperata per colpire il nemico in punti considerati “sensibili” e non per annichilirlo totalmente (come invece dovrebbe avvenire con un avversario “strategico”, e dunque non contro la nazione “sorella” d’Ucraina). Le armi nucleari tattiche non sono mai state utilizzate finora, sebbene durante la Guerra Fredda Russia e Stati Uniti siano sembrati sempre lì lì per sferrare un attacco.

Secondo un’informativa della Nato, il potenziale atomico del Cremlino non è assolutamente da sottovalutare. A partire dalla presenza del K-329 Belgorod nei mari artici: un enorme sommergibile a propulsione nucleare, lungo 184 metri e largo 15, con “compiti speciali” di ricerca, esplorazione e soccorso a grande profondità. Si tratta del più grande sottomarino mai schierato dai tempi della flotta sovietica, in grado anche di sparare il missile-drone Poseidon, concepito per portare testate atomiche da due megatoni a diecimila chilometri di distanza ed esplodere nei pressi della costa. Il risultato sarebbe apocalittico: uno tsunami radioattivo con onde alte fino a 500 metri che (come aveva simulato la tv di Stato russa e fatto sapere all’Occidente) spazzerebbero via il Regno Unito in pochi secondi. Al di là delle minacce, però, quella del disastro nucleare appare ancora come un’ipotesi estrema e non verificabile.