Chi è Marcello Dell’Utri, l’amico fedelissimo di Berlusconi

La lunga storia di Marcello dell'Utri e Silvio Berlusconi, tra imprese, politica e tanti processi: la storia del più grande fedelissimo dell'ex premier

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Marcello Dell’Utri, 81 anni, è nato a Palermo nel 1941. Considerato uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi, è un ex politico e senatore italiano. Scopriamo i dettagli della sua vita privata, del rapporto con il compianto ex premier e dei suoi processi.

Chi è Marcello Dell’Utri

Nato a Palermo, è qui che Marcello Dell’Utri si è diplomato al liceo classico, proseguendo in seguito gli studi a Milano, dove ha conseguito una laurea in Giurisprudenza. Il suo rapporto con Silvio Berlusconi non è nato negli anni della politica, tutt’altro. I due si sono infatti conosciuti ai tempi dell’università.

I due avevano pochi anni di differenza e nel 1964, a 23 anni, Dell’Utri inizia a lavorare per Berlusconi in qualità di segretario. L’attività lavorativa al tempo è molto varia, come dimostra il fatto che si sia poi trasferito a Roma per dirigere un gruppo sportivo. Fa ritorno in Sicilia, a Palermo prima e a Catania poi, lavorando presso la Cassa di Risparmio delle Province Siciliane nel corso degli anni Settanta. Fa carriera e nel ’73 viene promosso alla direzione generale della Sicilcassa nella sua città natale.

Milano è però nel suo destino e ci torna per lavorare presso l’Edilnord. Ritrovandosi in passato nell’ambiente dell’Athletic Club Bargigalupo, aveva conosciuto Vittorio Mangano, oggi noto come lo “stalliere di Arcore“. In seguito, quando Dell’Utri era segretario di Berlusconi e impegnato anche nel seguire la ristrutturazione della sua villa di Arcore, dichiarò di non essere mai stato a conoscenza delle attività criminali di Mangano. Lo stesso fece l’ex premier in seguito all’arresto dell’uomo.

Ancora un cambio di carriera nel 1977, entrando nella INIM e divenendo poi amministratore delegato della Breciano Costruzioni. Sempre fianco a fianco con l’amico Silvio, che lo nomina amministratore di Publitalia ’80, società impegnata nella raccolta pubblicitaria, interna al gruppo Fininvest, oggi diretto da Marina Berlusconi, primogenita del fondatore di Mediaset, ma nel 1984 guidata proprio da Marcello Dell’Utri come Ad.

I processi di Marcello Dell’Utri

Fianco a fianco anche in politica, Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi fondano Forza Italia nel 1993. Nel farlo dice addio alla carica di presidente di Publitalia ’80, ma in appena due anni si ritrova a fronteggiare l’accusa di inquinamento di prove nell’inchiesta sui fondi neri di questa società. Prosegue la sua carriera politica, come deputato in Parlamento nel 1996 e parlamentare europeo nel 1999, fino a diventare senatore della Repubblica nel 2001.

Per frode fiscale e false fatture patteggia una pena di due anni e tre mesi nel 1999. Negli anni Duemila, invece, subisce una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Fa un passo indietro dalla scena politica nel 2013, dopo aver ricoperto cariche come Presidente della Commissione per la Biblioteca del Senato. Nel 2014 però viene arrestato in Libano in seguito a un’operazione dell’Interpol. Tutto derivante dal suo stato di latitante, dichiarato dalla Corte d’Appello di Palermo. L’ordine di carcerazione viene infine confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione nel maggio 2014. Sette anni di detenzione per concorso esterno in associazione mafiosa. Condanna alla quale si aggiunge quella in primo grado a 12 anni in relazione alla trattativa Stato-mafia. Un processo che lo ha visto assolo nel 2021 per non aver commesso il fatto.

Una lunga storia giudiziaria, quella di Marcello Dell’Utri, assolto per tre volte in Cassazione per tentata estorsione, peculato e istigazione alla calunnia. Prosciolto per frode fiscale a causa di un errore della Procura (non luogo a procedere, ndr). Ha patteggiato per frode fiscale e false fatture, subendo due condanne definitive a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e 8 mesi per abuso edilizio. Prescritto il processo sulla vicenda P3 e archiviati i casi per corruzione e ricettazione. Assolto infine in secondo grado per la trattativa Stato-mafia. Presente ai funerali di Silvio Berlusconi, nonostante le condizioni di salute precarie. Ecco le sue parole all’uscita dal Duomo di Milano: “La gente ancora un po’ voterà per Berlusconi. Nella vita, poi, tutto finisce. Sarà il tempo a darci le risposte”.