Il prossimo 15 novembre 2023 saranno passati esattamente 10 anni da quando Angelino Alfano – a quei tempi segretario politico del Popolo della Libertà, partito di cui è stato uno dei volti di spicco fin dalla sua fondazione – decise di rompere con lo schieramento ideato da Silvio Berlusconi. La scelta è quella di andarsene e fondare un proprio movimento, che passerà alla storia con il nome di Nuovo Centrodestra (Ncd).
In quelle giornate caotiche e movimentate (il governo di Enrico Letta si era appena insediato dopo la tornata elettorale di primavera), le motivazioni ufficiali affiorate sugli organi di stampa parlavano di una contrarietà diffusa nei confronti del Cavaliere, che aveva da poco annunciato la volontà di sciogliere la coalizione (nata nel 2008 assieme ad Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e alla Lega Nord di Umberto Bossi) per rifondare Forza Italia e farla rinascere nel ricordo di quanto accaduto nel 1994.
La storia di Angelino Alfano: da Forza Italia al PdL, fino allo strappo con Silvio Berlusconi
Assieme ad un totale di 59 parlamentari (tra cui 30 senatori e 29 deputati), Angelino Alfano decise dunque di dare vita ad un contenitore politico che avrebbe dovuto rappresentare una novità assoluta nell’intero panorama nazionale, attestandosi come alternativo alle forze di sinistra, ma anche a coloro che vivevano di nostalgia per gli anni d’oro con il leader di Arcore. Almeno nella sua fase iniziale, l’operazione riscuote molto più successo di quello che ci si potesse aspettare alla vigilia: oltre ai profili eletti alla Camera e al Senato, aderisco al Ncd anche 7 europarlamentari del PdL (sui 25 presenti a Strasburgo in quella legislatura), un presidente di regione (Giuseppe Scopelliti, in quegli anni governatore della Calabria), 16 assessori di giunte locali e ben 88 consiglieri regionali di tutta Italia.
A livello nazionale, il Nuovo Centrodestra sostiene fin da subito il governo in carica (appoggiato anche dal Partito Democratico e da una galassia di sigle minori riconducibili alla metà campo progressista). La stessa accadrà con gli altri due esecutivi che subentreranno in quei 5 anni, ossia quelli presieduti da Matteo Renzi e da Paolo Gentiloni. In tutto questo, Angelino Alfano ricopre sempre dei ruoli apicali: è ministro degli Interni sia con il professore di Parigi che con l’ex sindaco di Firenze, mentre con l’attuale segretario europeo all’Economia viene designato a capo della Farnesina (tra il 2008 e il 2011 aveva già fatto il ministro anche con Berlusconi, che gli aveva affidato la Giustizia).
Da potenziale leader del centrodestra al flop di Ncd: ascesa e caduta di Angelino Alfano
Giunti alle elezioni politiche del marzo 2018, la carriera di Angelino Alfano nelle istituzioni può vantare una serie di esperienze di palazzo che pochi altri possono rivendicare. Eppure è proprio in quel momento che l’avvocato nato ad Agrigento nell’ottobre del 1970 subisce il primo grande stop della sua vita. Presentatosi alle urne convinto di oltrepassare facilmente la soglia di sbarramento fissata al 3%, gli elettori lo bocciano senza appello. Il Nuovo Centrodestra rimane fuori dall’arco parlamentare, non eleggendo neanche un esponente.
Consigliere provinciale e poi regionale nella sua terra natia, deputato per oltre 15 anni, factotum di Forza Italia e fedelissimo del padrone di Mediaset (nonché suo pugnalatore nel momento in cui credeva che fosse in declino), per la prima volta Alfano si ritrova senza un ruolo all’interno del panorama politico nazionale. Ma è proprio a questo punto che inizia la sua seconda vita, una nuova fase che lo porterà ad occupare alcune delle poltrone più ambite del nostro Paese fino ai risvolti di questi ultimi giorni.
Cosa fa oggi Angelino Alfano dopo l’abbandono della politica nel 2018
Il primo incarico che riceve dopo la fuoriuscita dalla politica è in linea con la sua professione: viene chiamato ad esercitare la professione di avvocato dallo studio legale Bonelli Erede Pappalardo di Milano. Stiamo parlando della più importante società forense d’Italia per quanto riguarda il volume di fatturato e la mole di pratiche prese in gestione. Inizialmente ad Angelino Alfano viene affidato il team che si occupa di Diritto pubblico internazionale e di Diplomazia economica. Dopo i primi 3 anni trascorsi a gestire gli affari esteri dell’azienda, nel 2021 l’assemblea dirigenziale dello studio decide di accettare la sua candidatura per diventare nuovo socio.
Sono tempi in cui, quantomeno a livello mediatico, di lui si perdono completa le tracce. Raggiunto da un noto quotidiano nazionale, nella primavera del 2019 dichiara di essere molto preso dalla professione ma di trascorrere anche molto più tempo di prima con la moglie Tiziana Miceli (anch’essa iscritta all’Ordine degli avvocati) e con i due figli, ritenendosi “molto soddisfatto” per le scelte compiute in passato. Di lì a poche settimane, per lui arriverà il secondo grande incarico che ancora oggi mantiene.
Nel luglio successivo infatti viene nominato come nuovo presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, la holding più grande del sistema sanitario privato del nostro Paese. Come si può capire, l’ambito non è proprio quello di sua stretta competenza, ma il ruolo è di natura rappresentativa e dirigenziale, oltre che ben retribuito: secondo le indiscrezioni uscite su diversi giornali, entrambe le cariche accumulate gli garantiscono un profitto personale che supera i 10mila euro lordi al mese (fatto mai smentito dal diretto interessato).
Nuovo incarico per Angelino Alfano: sarà presidente di una delle più floride società italiane
Accanto a tutto questo (e prima della sua ultima nomina di queste ore), Alfano conserva anche due altre collaborazioni di lungo corso: quella come docente a contratto dell’Università LUISS Guido Carli di Roma e quella come presidente della Fondazione De Gasperi (nata nel lontano 1982 e di cui lui è al vertice in maniera continuativa dal 2011). A cui, dallo scorso 28 aprile – e qui veniamo alla notizia – va aggiunta anche la presidenza della Società autostradale del Gavio, conosciuta con l’acronimo di Gruppo AST.
Per i non addetti ai lavori, stiamo parlando del secondo concessionario d’Italia per fatturato e lunghezza del percorso gestito: tra le tratte di sua competenza – solo per citarne una molto conosciuta e frequentata – c’è anche quella che collega Milano a Torino, percorsa ogni giorno da decine di migliaia di automobilisti. Alfano è stato nominato nuovo n°1 e componente del Consiglio di amministrazione: per capire lo stato di salute della holding basti sapere che, contestualmente al suo ingresso, il Cda ha deliberato la spartizione tra i soci di circa 30 milioni di euro di utili. Vedremo se il suo compenso (non ancora reso noto) sarà in linea con queste cifre.