Tim ha vinto una causa avviata contro lo Stato nel 1998, ai tempi della liberalizzazione del mercato della telefonia, quando si chiamava ancora Telecom Italia. Il risarcimento che ne consegue è da 1 miliardo di euro, da versare già il prossimo anno nelle casse dell’ex monopolista.
Per situazioni come questa lo Stato ha un fondo apposito, che per il 2026 vale 2,5 miliardi di euro. Nessun problema quindi per la Manovra, ma quella di Tim non è l’unico risarcimento derivato da una sentenza che lo Stato dovrà affrontare.
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Tim ha vinto un ricorso da 1 miliardo contro lo Stato
La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso del governo, rendendo definitiva la sentenza con cui la corte d’appello di Roma ha condannato lo Stato a pagare 1 miliardo di euro alla società di telecomunicazioni Tim, che un tempo si chiamava Telecom Italia ed era monopolista della telefonia.
I fatti risalgono al 1998. In quell’anno l’Unione europea stabilì che all’interno del mercato unico non potevano esistere monopoli di Stato nel settore delle telecomunicazioni. L’Italia dovette quindi liberalizzare il mercato, aprendo all’arrivo delle società private che sono poi andate a comporre il sistema estremamente concorrenziale che esiste attualmente.
Nel 1998 però, lo Stato stabilì anche che, per il primo anno di mercato libero, le aziende avrebbero dovuto pagare un contributo obbligatorio proporzionale al loro fatturato. La cifra che Telecom Italia dovette versare era pari a un valore di circa 500 milioni di euro che, quasi 28 anni dopo, tra interessi e inflazione, sono diventati un danno da 1 miliardo.
La storia processuale del caso Tim
Tim fece subito ricorso contro la decisione dello Stato, ritenendola illegittima. Inizialmente, però, si affidò alla giustizia amministrativa, con un lungo percorso processuale che non portò a una soluzione e lasciò sospesa la questione.
Si passò quindi alla giustizia ordinaria, con un altro lunghissimo iter che nel 2020 arrivò alla Corte di giustizia europea. Il tribunale stabilì che la richiesta di contributo violava la direttiva europea sulla concorrenza e che quindi Tim andava risarcita. Da qui gli ultimi ricorsi del Governo e, infine, la decisione definitiva che ha portato al risarcimento.
Tutte le sentenze che pesano sulla Manovra
Il Governo aveva preventivato di perdere questa causa. In Manovra, infatti, esiste già un “Fondo sentenze“, da 2,5 miliardi di euro, scrive il Sole 24 Ore, accantonati per la questione Tim e per un’altra causa legale dalla quale lo Stato era pronto a uscire sconfitto, che riguardava l’addizionale Irap sulle società madri-figlie.
Esisterebbe in realtà anche un altro fondo, da 2,2 miliardi, che il Governo ha riservato proprio alle conseguenze delle sentenze europee, casistica in cui rientrerebbe anche la questione Tim. Questo fondo però sarà probabilmente insufficiente anche senza il risarcimento alla società di telecomunicazioni, perché una recente sentenza europea ha riconosciuto lo Stato responsabile dei debiti degli enti locali non pagati.
In seguito a questa decisione, alcune società e banche si sono specializzate nel comprare crediti nei confronti di Comuni, Province e Regioni e riscuoterli in una sola volta, come recentemente successo al Comune di Catania.