Un “tesoro” da 8 milioni nascosto in giardino: il caso di una coppia a Brescia

Sotterrati nel terreno della casa di marito e moglie, in Franciacorta, è stato trovato un gruzzolo frutto di una presunta maxi-evasione

Sotterrati nel loro giardino sono stati trovati 8 milioni di euro in contanti, frutto di un presunto giro di fatture false da oltre mezzo miliardo, per una maxi evasione da circa 93 milioni di euro. Una coppia di Gussago, in provincia di Brescia, è stata arrestata con l’accusa di essere al vertice di un’associazione a delinquere. Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, i coniugi avrebbero confessato le proprie responsabilità.

Brescia, coppia nasconde 8 milioni in giardino: la vicenda

Hanno ammesso le contestazioni della Procura, ma vista la complessità dell’indagine si sono riservati di parlare con il pubblico ministero non appena avrà intenzione di ascoltarli” lo ha dichiarato l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi, legale dei coniugi di Gussago, ritenuti al vertice del gruppo di 77 persone, tra imprenditori, prestanome e faccendieri di Brescia, coinvolte nella vicenda: come riporta il quotidiano Il Giorno22 sono finite agli arresti tra carcere e domiciliari, 5 i destinatari di obbligo di firma.

A capo dell’associazione ci sarebbe il marito, 46enne titolare di aziende che commercializzano metalli ferrosi in provincia di Brescia. La moglie, 40enne, ritenuta “pari grado” dagli inquirenti, secondo i quali, come riporta il Corriere della Sera, negli ultimi 4 anni avrebbe passato le giornate a occuparsi “direttamente e personalmente della creazione di fatture false fornendo un contributo materiale fondamentale per la stessa vita dell’organizzazione”.

La coppia si è consegnata in carcere, lui detenuto a Cremona, lei a Verziano, dal quale hanno effettuato l’interrogatorio di garanzia.

“I miei assistiti intendono collaborare pienamente con la giustizia e sono intenzionati anche a fare recuperare altro denaro” avrebbe dichiarato l’avvocato dei due.

Agli arresti domiciliari sono finiti anche il figlio 22enne e la zia materna, che si sarebbe occupata “delle restituzioni del denaro contante ai clienti degli uffici interni” di una delle aziende di famiglia, a Travagliato, di cui risulta rappresentante legale. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Brescia, coppia nasconde 8 milioni in giardino: il business

Secondo l’accusa, il centro dell’associazione a delinquere sarebbe stato a un ufficio ricavato da un cascinale a Gussago di pertinenza della coppia, con un router web installato per effettuare i bonifici dalle società cartiere all’estero.

I coniugi avrebbe costituito “imprese individuali e società cartiere al solo fine di emettere fatture per operazioni inesistenti a copertura degli acquisti di materiale ferroso e non, in nero, individuando prestanome, strutture e mezzi per dare loro una parvenza di operatività”.

La moglie si sarebbe occupata personalmente della gestione dei conti e della movimentazione del denaro che andava a finire in conti sparsi per il mondo dall’Ungheria fino a Hong Kong, per poi tornare indietro in contanti, parte dei quali sarebbe, secondo l’accusa, quella sotterrata nel giardino dell’abitazione.