Rosanna Natoli, indagata la consigliera del Csm per violazione di segreto e abuso d’ufficio

La Procura di Roma indaga su Rosanna Natoli, consigliera del Csm, per rivelazione e abuso d'ufficio, in seguito a un incontro registrato con Maria Fascetto Rivillo

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Procura di Roma ha avviato un’indagine nei confronti di Rosanna Natoli, consigliera laica del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ed ex componente della sezione disciplinare dello stesso ente, rappresentante del partito Fratelli d’Italia (FdI).

La consigliera è indagata per rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio.

L’Incontro registrato con Maria Fascetto Rivillo

L’indagine è stata avviata a seguito di una registrazione di un incontro tra Natoli e Maria Fascetto Rivillo, magistrata precedentemente condannata in primo grado dal Tribunale di Messina mentre era in servizio a Catania. Durante questo incontro, si è discusso del procedimento disciplinare in corso nei confronti della Fascetto Rivillo, condannata per aver richiesto l’annullamento di una cartella esattoriale tramite l’agenzia delle riscossioni siciliana.

Accuse e reati contestati

Secondo quanto riportato dall’Ansa, la Procura di Roma ha invitato Natoli a presentarsi come indagata per rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio. Quest’ultimo reato determina la competenza della capitale nel procedimento. L’accusa principale riguarda la rivelazione di informazioni riservate durante un colloquio privato con Fascetto Rivillo, nonostante la natura confidenziale delle notizie inerenti allo svolgimento della Camera di consiglio dopo l’audizione della magistrata.

La Procura contesta a Natoli di aver partecipato attivamente al procedimento disciplinare con l’intento di procurare un ingiusto vantaggio a Fascetto Rivillo. Durante un colloquio del 3 novembre 2023, avrebbe rivelato l’orientamento della Commissione disciplinare e tentato di favorire la magistrata nell’udienza di luglio 2024. Il tentativo non ha avuto successo per cause indipendenti dalla sua volontà.

Il colloquio privato tra Natoli e Fascetto Sivillo, avvenuto nello studio legale dell’avvocata a Paternò, è stato registrato e memorizzato su una chiavetta Usb. Questo materiale, insieme alla trascrizione del dialogo, è stato consegnato alla commissione disciplinare e poi trasmesso alla Procura di Roma dal Comitato di presidenza del Csm. A seguito della rivelazione del colloquio, Natoli ha rassegnato le dimissioni dalla sezione disciplinare, ma ha mantenuto il suo incarico generale, nonostante le pressioni dei partiti di opposizione.

Dichiarazioni di Natoli

Durante il colloquio del novembre 2023, Natoli, come riporta il Messaggero, si rivolge a Fascetto Sivillo con frasi come: “È un’amica degli amici” e “Noi questa situazione la vogliamo risolvere, e la dobbiamo risolvere”. Inoltre, Natoli chiede l’aiuto di Fascetto Sivillo affermando: “Lei ci deve dare una mano dottoressa Fascetto”.

Un altro passaggio della trascrizione rivela: “Quando io sono arrivata e ho preso la sua, i suoi procedimenti e me li sono riuniti a me, anche quelli della D’Ovidio… è stato veramente un gesto di amicizia… me lo deve considerare, perché sono 10 faldoni che mi sono accollata»”. Infine, Natoli dichiara: “Abbiamo cercato di mettere ordine alla sua situazione… stralciando alcuni capi, che non dovevano andare qua… e andando ad individuare tutta quella che era l’area della diffamazione, e me la sono pigliata io”.

Sospensione dell’udienza e conseguenze

L’udienza di luglio 2024 è stata sospesa dopo che Fascetto Rivillo e il suo legale, l’avvocato Carlo Taormina, hanno presentato la trascrizione del colloquio con Natoli, registrato nello studio legale dell’avvocata a Paternò, in provincia di Catania.

Il materiale registrato è stato congelato dal Csm e successivamente consegnato alla Procura di Roma. A seguito della rivelazione del colloquio, Natoli si è dimessa dalla Commissione disciplinare, ma ha mantenuto il suo incarico, nonostante le richieste di dimissioni da parte dei partiti di opposizione.