Inchiesta Liguria, aperto un nuovo fascicolo a carico di ignoti: Giorgia Meloni commenta caso Toti

Sul caso di corruzione di Toti è emersa l'ombra di una talpa, si pensa sia un ex poliziotto. Nel frattempo Meloni invita a cautela. Bagarre in consiglio regionale

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La procura di Genova ha aperto un nuovo fascicolo per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Le indagini proseguono alla luce di nuove intercettazioni che coinvolgono personaggi chiave della politica ligure. C’è l’ombra di una talpa (e vi diremo anche chi è il sospettato), mentre il Consiglio regionale della Liguria è stato teatro di forti tensioni e confronti accesi, con il futuro politico di Giovanni Toti ancora incerto.

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha difeso l’operato della sua amministrazione, ribadendo la legalità e la trasparenza nell’utilizzo dei fondi per la ricostruzione del porto di Genova. Ha espresso fiducia nel processo di verifica e si è detto pronto a chiedere scusa qualora fosse dimostrata qualche irregolarità.

Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni difende l’operato di Toti, dicendo di voler attendere le sue dichiarazioni.

L’inchiesta che ha travolto la Regione Liguria si amplia ulteriormente, coinvolgendo nuovi fronti come la sanità privata, i laboratori convenzionati e le forniture di mascherine e dispositivi di protezione. Le indagini, già focalizzate su presunti illeciti riguardanti il porto di Genova e altre grandi opere, si sono estese a sospetti di frode legati alla pandemia di Covid-19.

Giorgia Meloni: cautela sul caso Toti

Giorgia Meloni, con un ritardo di oltre mezz’ora, si è presentata sul palco de La Verità a Milano, intervistata da Maurizio Belpietro. Per la prima volta si è esposta sul caso Toti (come auspicato da molti nei giorni precedenti), difendendo la sua posizione e il suo operato, e ha espresso cautela riguardo al caso, affermando la necessità di ascoltare la sua versione dei fatti prima di trarre conclusioni.

Meloni ha ribadito l’importanza di attendere l’interrogatorio del presidente della Liguria, Giovanni Toti, che ha promesso di rilasciare dichiarazioni spontanee dopo aver esaminato le carte. “Il minimo sindacale è aspettare la sua versione dei fatti per un presidente che governa bene da anni”, ha affermato la premier, sottolineando il rispetto per il lavoro svolto da Toti nel governare la regione per molti anni.

Bagarre al primo consiglio comunale a Genova

Il primo Consiglio regionale della Liguria dopo l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione, è stato segnato da momenti di tensione e animati dibattiti.

Il Consiglio è stato animato dalla presenza dei consiglieri della Lista Toti, Stefano Anzalone e Domenico Cianci, entrambi indagati, che hanno dichiarato di non voler dimettersi. La discussione, durata cinque ore, ha visto un continuo scambio di accuse tra il centrosinistra-M5s, che chiedono le dimissioni di Toti, e il centrodestra, che difende la sua posizione. Nello spazio riservato al pubblico, alcuni cittadini hanno esposto cartelli con scritto “Toti dimettiti”, causando disordini sedati dalle guardie giurate.

Fuori dal palazzo della Regione, l’associazione “Genova che osa” ha esposto uno striscione con la scritta “Contro mafia e corruzione in politica” e ha consegnato ottomila firme ai gruppi consiliari per chiedere la sfiducia a Toti.

L‘intero centrodestra ha difeso Toti, che è stato temporaneamente sostituito dal vicepresidente Alessandro Piana, il quale ha assicurato che “l’attività dell’ente proseguirà senza soluzione di continuità”. I capigruppo Stefano Balleari (FdI) e Stefano Mai (Lega) hanno sottolineato che le dimissioni sono una scelta personale di Toti. “La misura cautelare non può e non deve cancellare i risultati ottenuti in Liguria in questi anni,” ha dichiarato Balleari. Mai ha aggiunto che la Liguria sta crescendo e bloccare la Regione sarebbe un danno enorme, parafrasando quello che ha detto anche Salvini nei giorni scorsi, cioè che “se tutti si dimettessero per un avviso di garanzia il Paese si fermerebbe”.

Dal lato dell’opposizione, la consigliera Selena Candia (Lista Sansa) ha dichiarato che Toti si deve dimettere perché “politicamente è finito”. Ha accusato Toti di aver governato la Liguria per interessi personali e delle imprese a lui vicine, perdendo la credibilità politica. Il capogruppo del Pd, Luca Garibaldi, ha definito questa situazione come “una delle pagine più buie dal punto di vista politico della Liguria”, mentre Fabio Tosi (M5s) ha sottolineato che in un paese normale chi viene posto agli arresti domiciliari si dimette.

Il consigliere delegato del comune di Genova, Stefano Anzalone, ha dichiarato di aver ricevuto un avviso di garanzia e ha espresso fiducia nel lavoro della magistratura, criticando la gogna mediatica perpetrata da alcuni organi di informazione. È lui la persona che gli inquirenti sospettano sia la talpa, di cui si parlerà a breve.

Il sindaco Bucci difende l’utilizzo dei fondi per la ricostruzione del porto di Genova

Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha risposto a una richiesta di approfondimento del capogruppo Pd Simone D’Angelo riguardo all’inchiesta in Liguria. La discussione si è concentrata sul presunto utilizzo improprio dei fondi del Decreto Genova, destinati alla ricostruzione post crollo del ponte Morandi, per il tombamento di Calata Concenter nel porto di Genova.

Il sindaco Bucci ha dichiarato: “Qui bisogna ripristinare la verità, ci sono documenti e informazioni ufficiali e pubblicate, per adesso non c’è nessuno che ci ha detto che abbiamo fatto qualcosa di illegale, se sarà dimostrato sarò il primo a chiedere scusa”.

Bucci ha fatto riferimento a una delibera pubblica del 29 luglio 2022 del comitato di gestione dell’Autorità portuale, che parla di 30mila euro stanziati per il Concenter nell’aggiornamento al programma straordinario. Tuttavia, ha precisato che il progetto di tombamento, che prevede la realizzazione di un nuovo accosto di 500 metri compatibile con le grandi navi di ultima generazione, sarà interamente finanziato con i fondi dell’Autorità portuale, per un totale di 30 milioni di euro.

Bucci ha ricordato che il progetto di tombamento del Concenter era già previsto dal piano regolatore portuale del 2001. Due anni fa, il progetto del ‘Museo della Lanterna’ ha risolto le questioni di compatibilità con le indicazioni della Sovrintendenza.

Il sindaco ha dichiarato che il nuovo piano regolatore del porto sarà elaborato in collaborazione con il Comune, che è il principale utente del sistema portuale. Ha ribadito che l’allineamento tra Regione e Comune negli ultimi anni è stato fondamentale per il progresso e il successo delle iniziative intraprese.

Le nuove indagini in corso: aperto un altro fascicolo, forse c’è una talpa

Il fascicolo aperto dalla procura di Genova, al momento a carico di ignoti, è stato avviato dopo la scoperta di intercettazioni ambientali. Il 30 settembre 2020, i fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, membri di Forza Italia in Lombardia e recentemente sospesi dal partito, si incontrano a Genova. Durante questo incontro, Umberto Lo Grasso, consigliere comunale legato a Toti, avverte Italo Testa delle indagini in corso, dicendo: “Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono”. In risposta, Testa conferma di essere al corrente delle indagini e di aver preso precauzioni.

Si sospetta che Stefano Anzalone, ex poliziotto, ora consigliere, e anche lui indagato, possa aver avvisato Lo Grasso delle indagini grazie ai suoi agganci tra le forze dell’ordine. Un’altra ipotesi avanzata dagli inquirenti è che Anzalone abbia voluto allontanare i fratelli Testa dopo le elezioni, non mantenendo le promesse fatte in cambio dei voti.

Elezioni e interessi dei fratelli Testa

Dalle indagini emerge che i fratelli Testa erano interessati non solo alle elezioni regionali in Liguria, ma anche a quelle in Lombardia e Piemonte. I contatti tra Arturo Testa e il deputato Alessandro Sorte per organizzare eventi elettorali a Treviglio (BG) e Torino evidenziano un ampio coinvolgimento politico.

I fratelli Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa sono figure ben note nella politica locale, conosciuti soprattutto per il loro impegno nella destra, dove organizzano instancabilmente cene e ritrovi. Italo Maurizio, ex sindacalista della Fim Cisl nello stabilimento Marcegaglia di Boltiere, vive lì con la sua famiglia.

Nel 2011, era vice dell’attuale sindaco Osvaldo Palazzini ma dovette dimettersi a causa di una foto che lo ritraeva con una maglietta nera mentre faceva il saluto romano a un raduno a Predappio, evento a cui partecipò anche suo fratello.

Arturo Angelo Testa ha definito il saluto romano una “goliardata” e ha dichiarato di non aver mai chiesto nulla in cambio del suo supporto elettorale.

Il caso delle mascherine Covid-19: aggiornamenti

Gli inquirenti hanno scoperto una presunta frode di un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie durante l’emergenza Covid. Questo includeva mascherine, camici e sovrascarpe per gli ospedali. Domenico Cianci, amministratore di condomini a Rapallo e figura chiave nelle elezioni regionali del 2020, è stato indicato come punto di riferimento per diventare fornitori della Regione.

Nelle intercettazioni, due persone non indagate discutono del coinvolgimento di Cianci per ottenere contratti per le mascherine, sottolineando l’importanza di collegarsi a Toti.

L’inchiesta non si ferma alle forniture sanitarie. Emergono sospetti di falsificazione dei dati riguardanti gli anziani per ottenere più vaccini. Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto, e lo stesso Giovanni Toti sono indagati per falso. La Procura sostiene che abbiano manipolato i dati per ottenere dosi di vaccino in eccesso, scoperti poi dalla struttura commissariale che ha corretto i numeri.

I magistrati stanno esaminando attentamente il settore della sanità privata, una delega che è stata in capo a Toti fino all’ottobre 2022. Le indagini si concentrano sulle erogazioni fatte alla fondazione Change e al partito di Toti da parte di imprenditori legati a cliniche private e laboratori di analisi convenzionati. Tra i maggiori finanziatori, il gruppo Europam dei petrolieri Costantino, che ha donato 200 mila euro.