Condannati i genitori di Matteo Renzi a 3 anni e 2 mesi per fatture false

Il padre e la madre del leader di Italia Viva Matteo Renzi sono stati condannati a 3 anni e 2 mesi per alcuni episodi di false fatturazioni

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori di Matteo Renzi, sono stati condannati a 3 anni, 2 mesi e 15 giorni di reclusione per bancarotta fraudolenta e fatture false nel processo che si è svolto a Firenze.

I due coniugi erano imputati insieme ad altre 13 persone e sono stati condannati per aver emesso fatture false, ma sono stati assolti dall’accusa di bancarotta. Assolta anche Matilde Renzi, sorella di Matteo.

Le motivazioni della sentenza

Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, Tiziano Renzi e Laura Bovoli avrebbero utilizzato le cooperative Delivery Service Italia e Europe Service, di cui sarebbero stati amministratori di fatto, per incrementare il volume d’affari della società di famiglia, Eventi 6, e poi le avrebbero portate al fallimento, evitando di versare gli oneri previdenziali e le imposte. Tuttavia, sono stati assolti dall’accusa di bancarotta fraudolenta riguardante le cooperative. Anche Matilde Renzi, sorella del leader di Italia Viva, è stata assolta.

Le accuse, però, sono considerate infondate dalla difesa dei genitori di Matteo Renzi, che aveva rilasciato dichiarazioni spontanee nell’ultima udienza prima di quella odierna. Tiziano Renzi aveva dichiarato: “Non è la prima volta che sono processato e fino ad ora sono sempre stato archiviato o assolto. Ma per questa indagine ho perso la libertà personale e sono diventato agli occhi di tutta Italia un pericoloso criminale. Per gli esperti di diritto, questa è una situazione normale per chi viene arrestato. Tuttavia, per qualcuno come me, assolutamente certo di non aver commesso alcun reato, è molto difficile accettare un accanimento del genere”.

La difesa di Tiziano Renzi e Laura Bovoli è in attesa di leggere le motivazioni della sentenza di condanna di primo grado prima di decidere se presentare ricorso in appello. L’avvocato Federico Bagattini ha sottolineato che i coniugi erano stati posti agli arresti domiciliari durante il procedimento. “Si trattava di un processo per bancarotte e sono stati assolti – ha dichiarato – È importante ricordare che, se chi ha richiesto e disposto la misura cautelare avesse previsto questa sentenza, la misura non sarebbe stata applicata ai coniugi Renzi”.

La storia del processo

L’inchiesta era iniziata con il fallimento della cooperativa Delivery Service Italia a giugno 2015, di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano accusati di essere gli amministratori di fatto. Secondo l’accusa del pm Luca Turco, i coniugi, insieme ad altri imputati, avrebbero causato il fallimento della società tramite manovre dolose, come l’omissione sistematica dei versamenti previdenziali e fiscali, aggravando così il dissesto finanziario.

Nel febbraio 2019, l’indagine portò agli arresti domiciliari i genitori dell’ex premier, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, ma la misura fu revocata dal tribunale del Riesame dopo 18 giorni.

L’indagine si estese poi ad altre due cooperative, Europe Service e Marmodiv, che, secondo l’accusa, sarebbero state create per permettere alla società di famiglia Eventi6 di impiegare lavoratori senza sostenere i costi relativi agli oneri previdenziali e fiscali, trasferendo tali oneri alle cooperative. Le accuse includevano anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti della Marmodiv, finalizzate a far figurare costi fittizi e a evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Nel ottobre 2022, la Corte di Appello aveva assolto i coniugi Renzi dalle accuse relative a due presunte fatture false emesse all’imprenditore Luigi Dagostino, il quale era stato invece condannato a 9 mesi di reclusione. La Corte, accogliendo le argomentazioni delle difese, aveva riformato in gran parte la sentenza di primo grado, che aveva condannato i due coniugi a 1 anno e 9 mesi di carcere e Dagostino a 2 anni. Precedentemente, i due coniugi assieme a Matteo Renzi avevano vinto una causa contro il giornalista Marco Travaglio, a seguito di una serie di articoli giudicati diffamatori.