Cassa Depositi e Prestiti, ok al nuovo Cda: i consiglieri passano da 9 a 11 permettendo la nomina di 5 donne

Cassa Depositi e Prestiti ha un nuovo Cda dopo gli scontri sul mancato rispetto della parità di genere: cambiati il numero di consiglieri, da 9 a 11, con 5 donne.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Dopo gli scontri tra i partiti politici della maggioranza di governo e le non poche polemiche in merito al possibile mancato rispetto della parità di genere all’interno del board, Cassa Depositi e Prestiti è riuscita a formare il suo nuovo Cda. Per sbrogliare l’intricata matassa venutasi a creare, con i partiti (soprattutto Lega e Forza Italia) che avanzavano solo nomi di uomini, è stato trovato un escamotage in piena regola, con i membri del Consiglio di amministrazione che sono aumentati a 11 rendendo possibile l’inserimento di più donne, cinque nel dettaglio.

Il nuovo Cda di Cassa Depositi e Prestiti

Il nuovo Cda di Cassa Depositi e Prestiti, che è l’istituzione finanziaria dello Stato italiano controllata per l’83 per cento dal ministero dell’Economia e partecipata per la restante parte dalle fondazioni bancarie, trova al suo vertice due annunciate conferme. Giovanni Gorno Tempini resta infatti il presidente, così come il ruolo di amministratore delegato rimane nelle mani Dario Scannapieco.

Tra i consiglieri, aumentati in numero (da 9 a 11) per permettere un formazione con più donne all’interno del board, troviamo: Matilde Bini, Maria Cannata, Stefano Cuzzilla, Luisa D’Arcano, Francesco Di Ciommo, Luigi Guiso, Giorgio Lamanna, Valentina Milani e Flavia Mazzarella.

Si ricorda, per completezza di informazione, che le indicazioni sulle quote di genere che prevedono che nei Cda delle partecipate pubbliche debbano essere garantiti, per il genere meno rappresentato, “almeno due quinti con arrotondamento all’unità superiore” sarebbero potute anche non essere rispettate da Cassa Depositi e Prestiti. Questa, infatti, non è quotata, ma il segnale che ne sarebbe uscito sarebbe stato quello di un’entità di fatto statale che non guarda alla parità di genere. Inoltre, Cdp ha al suo interno rilevanti quote di partecipanti del Tesoro come Eni, Fincantieri, Saipem, Poste, Tim, Open Fiber, Autostrade, cioè società quotate e che, dunque, devono rispettare i requisiti sulle quote di genere.

L’aumento del numero di membri del Cda: da 9 a 11

Stando a quanto si legge nella nota diffusa da Cassa Depositi e Prestiti a seguito della nomina del nuovo Consiglio d’amministrazione, “l’assemblea degli azionisti si è riunita in data odierna (15 luglio 2024, ndr) in sede straordinaria in forma totalitaria e successivamente in sede ordinaria e dopo aver approvato alcune modifiche dello Statuto concordate tra i soci, ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione per tre esercizi, con scadenza alla data di approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2026”.

Il focus del comunicato è anche sull’esigenza, palesatasi già nei giorni scorsi, di risolvere la questione relativa alla giusta presenza di donne nel Cda. “Le modifiche statutarie approvate in sede straordinaria – si legge nella nota – riguardano l’incremento del numero dei membri che compongono il consiglio di amministrazione da 9 a 11 e il rinvio al rispetto della normativa in materia di equilibrio tra i generi nella composizione degli organi sociali (sia per il Cda in composizione ordinaria e separata, sia per il Collegio sindacale), nonché la conseguente revisione dei quorum costitutivi e deliberativi rafforzati”.

La nota si chiude con un ringraziamento ai consiglieri uscenti e l’augurio di buon lavoro ai nuovi membri del Cda.