Vendita Milan da Elliot a RedBird, la procura Figc archivia l’indagine sportiva

La procura della Federcalcio ha archiviato il fascicolo sul passaggio della proprietà della società rossonera, scongiurando sanzioni dal punto di vista sportivo per il club

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Chiusa senza conseguenze sportive l’indagine sul passaggio del Milan da Elliot a RedBird. La procura federale della Figc ha archiviato l’inchiesta sulle presunte irregolarità della cessione del club rossonero dal fondo riconducibile alla famiglia Singer all’altro statunitense dell’attuale proprietario Gerry Cardinale. Nel registro degli indagati erano iscritti, tra gli altri, l’attuale amministratore delegato Giorgio Furlani e l’ex ad Ivan Gazidis, per ostacolo alle funzioni di vigilanza della Federcalcio.

L’inchiesta sportiva sulla vendita del Milan

Il fascicolo sportivo era stato aperto lo scorso marzo con la trasmissione degli atti alla procura federale della Figc, guidata dal procuratore Giuseppe Chiné, da parte dei pm del tribunale di Milano, nell’ambito dell’inchiesta sulla vendita della società rossonera dell’agosto 2022. L’indagine aveva portato alla perquisizione della sede del club da parte del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, con il coordinamento dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri.

Una vicenda che ha avuto inizio dall’esposto contro Elliot dell’ex socio di minoranza del club, Blue Skye, di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, che denunciava di non essere stato consultato sul passaggio del controllo del club in favore di Gerry Cardinale, avanzando anche dubbi sull’operazione finanziaria.

La cessione di Elliot, del valore di 1,2 miliardi, era avvenuta grazie a un prestito da 560 milioni al 7 per cento di interesse, concesso dallo stesso fondo americano all’acquirente RedBird.

L’accusa sosteneva che la vendita del pacchetto di maggioranza fosse in realtà un espediente per far sì che Elliott continuasse ad avere il controllo operativo del club, mantenendo, inoltre, figure legate al fondo all’interno del cda rossonero.

Nel documento acquisito dalla Federcalcio era stata avanzata l’ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza proprio della Figc, per il presunto invio d’informazioni incomplete alla Covisoc, la commissione preposta al controllo della situazione economico-finanziaria dei club del calcio italiano e all’acquisizione di partecipazioni societarie. Un’eventualità che avrebbe portato alla violazione dell’articolo 32 comma 5 del codice di giustizia sportiva, che per il Milan avrebbe voluto dire una multa o il rischio di penalizzazione di uno o più punti in classifica.

Secondo quanto contenuto nelle carte dei pm, l’ex e l’attuale ad del Milan, Ivan Gazidis e Giorgio Furlani, avrebbero “esposto fatti materiali non rispondenti al vero” e “occultato con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare alla Figc sulla situazione patrimoniale e finanziaria relativa all’assetto proprietario della società”. Accuse che la procura della Federcalcio ha infine lasciato cadere.

Dal punto di vista della giustizia sportiva, l’indagine “allo stato degli atti” è stata archiviata escludendo dunque rischi per il club rossonero. Non è chiusa, invece, l’inchiesta della procura di Milano che, nonostante il Milan e RedBird continuino a dichiararsi sereni, potrebbe ancora portare a sviluppi in ambito civile e penale.

La battaglia legale tra Elliot e Blue Skye

Sulla compravendita della società rimane in piedi la battaglia legale tra Elliot e Blue Skye, detentore del 4,27% di Project RedBlack, all’epoca controllante del club rossonero, che aveva denunciato il fondo americano per frode nei confronti degli azionisti di minoranza, sostenendo di essere stato escluso dalla vendita del Milan e di avere dunque subito un rilevante danno economico.

Di tutta risposta Elliot aveva denunciato a sua volta la controparte per estorsione e ricatto, “nel quadro dei contenziosi frivoli e vessatori avviati da BlueSkye”.

Negli ultimi giorni la tesi è stata respinta, con spese a carico dei denunciati, dalla nona sezione del tribunale correzionale del Lussemburgo, che ha definito in una sentenza “irricevibile” l’istanza civile presentata dal fondo della famiglia Singer, mentre a livello penale è stata annullata la citazione in giudizio dello scorso settembre per “libellé obscur”, (“formulazione oscura”). La vicenda continuerà a tenere banco nei tribunali statuinitensi e italiani, dove Blue Skye ha presentato altri esposti.