Come la sentenza Bosman, il caso dell’ex giocatore francese Lassana Diarra potrebbe rivoluzionare il calcio. La Corte di giustizia dell’Ue ha accolto il ricorso del giocatore contro la Fifa, affermando che le norme sui trasferimenti dei giocatori sono contrarie al diritto dell’Unione europea perché “ostacolano la libera circolazione” dei calciatori professionisti. Un verdetto atteso 10 anni che potrebbe mandare all’aria il sistema delle regole sul mercato tra club. Se, infatti, la decisione sul calciatore belga nel 1995 consentì da lì il passaggio in un’altra squadra dell’Ue gratuitamente alla scadenza del contratto (il cosiddetto “parametro zero”) adesso i tesserati avrebbero potenzialmente la possibilità di lasciare la società in qualsiasi momento, senza risarcimento.
La vicenda
L’inizio della vicenda giudiziaria risale al 2014. Dopo aver indossato le maglie, tra le altre, di Real Madrid e Chelsea, nel 2013 Lassana Diarra si trasferisce in Russia, firmando un quadriennale con la Lokomotiv Mosca.
L’ex nazionale francese, però, va allo scontro con la società e decide di non presentarsi più agli allenamenti, così il club lo licenzia “senza giusta causa” e pretende un risarcimento per gli anni di contratto non rispettati. Indennizzo riconosciuto dalla Fifa, che condanna il calciatore a pagare 10,5 milioni di euro alla Lokomotiv.
Il “Regolamento sullo status e i trasferimenti dei calciatori” (RSTI) prevede, infatti, che se un giocatore rescinde il suo contratto unilateralmente e “senza giusta causa”, deve risarcire l’ex squadra per una somma pari alla retribuzione fissata fino alla fine del contratto.
Le normative dell’organizzazione mondiale stabiliscono, inoltre, che “il calciatore e qualsiasi club che intenda ingaggiarlo sono responsabili in solido per il pagamento di un’indennità al club di provenienza” che “il nuovo club è passibile, in determinate situazioni, di una sanzione sportiva consistente nel divieto di ingaggiare nuovi giocatori per un determinato periodo” e, infine, che in caso di controversia “la federazione nazionale da cui dipende il club di provenienza del giocatore deve negare il rilascio di un certificato internazionale di trasferimento”.
In forza delle regole Fifa, dunque, Lassana Diarra fu sospeso per un anno e non potè trasferirsi alla squadra dello Charleroi, che rinunciò ad ingaggiare il calciatore temendo possibili ripercussioni legali ed economiche.
Il centrocampista (ritirato nel 2019) portò allora il caso davanti al tribunale commerciale della città belga, che nel 2017 gli diede ragione, stabilendo come l’articolo 17 comma 2 del regolamento Fifa violi il diritto comunitario, condannando l’organizzazione mondiale al risarcimento e chiamando la Corte di giustizia dell’Unione europea ad esprimersi sul caso, sia in merito alla libertà di circolazione che al diritto alla concorrenza.
La sentenza
Oggi la Corte europea ha stabilito che le norme della Fifa “ostacolano la libera circolazione dei calciatori professionisti che desiderino sviluppare la loro attività andando a lavorare per un nuovo club, stabilito nel territorio di un altro Stato Ue” a causa dei “rischi giuridici rilevanti, rischi finanziari imprevedibili e potenzialmente molto elevati nonché significativi rischi sportivi” sulle spalle di giocatori e società.
“Per quanto riguarda, dall’altro lato, il diritto della concorrenza – si legge ancora nella sentenza – la Corte dichiara che le norme controverse hanno lo scopo di restringere, se non addirittura di impedire, la concorrenza”.
Una decisione che, se avvalorata dai giudici belgi, potrebbe consentire ai calciatori di decidere di lasciare il club in cui giocano senza rispettare i termini del contratto e senza pagare alcun risarcimento, sparigliando di fatto tutte le regole del calciomercato.
Commentando il verdetto la Fifa si è detta “soddisfatta che la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti sia stata riconfermata dalla sentenza odierna”.
“La sentenza mette in discussione solo due paragrafi di due articoli del Regolamento Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori – scrive l’organizzazione in una nota – che il tribunale nazionale è ora invitato a considerare. La Fifa analizzerà la decisione in coordinamento con le altre parti interessate prima di commentare ulteriormente”.