Nuovo scudo anti pezzotto finanziato dallo Stato, costerà 2 milioni all’anno

Lo Stato entra in scena nel nuovo scudo anti pezzotto, col sistema che verrà finanziato con 2 milioni di euro annui per fermare le trasmissioni illegali

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il nuovo scudo anti pezzotto sembra ormai essere in dirittura d’arrivo, con tante novità rispetto a quello  in vigore da febbraio 2024 che andrà in pensione anticipata. Il sistema di blocco contro la pirateria attivo dai mesi scorsi, infatti, verrà rinnovato e rinforzato, con l’obiettivo di fermare sul nascere il fenomeno delle trasmissioni illegali degli eventi sportivi. E a entrare in gioco, col nuovo scudo, sarà anche lo Stato, con il piano che verrà finanziato direttamente dalle casse statali per un costo di 2 milioni di euro annui che permetteranno di avere una corretta gestione e un sistema più performante.

Il nuovo scudo anti pezzotto da 2 milioni

Due milioni di euro all’anno sembrano tanti, ma è la cifra giusta secondo gli addetti ai lavori per cercare di equilibrare tutto per la lotta contro la pirateria. Il nuovo scudo anti pezzotto, infatti, costerà tanto e sarà finanziato direttamente dallo Stato e gestito dall’Agcom, con l’obiettivo di mettere un freno alle trasmissioni illegali di eventi sportivi.

Il sistema fin qui a regime, quello entrato in vigore nel febbraio 2024, andrà in pensione entro fine anno e la strada tracciata sembra quella giusta. Ma ora si vuole qualcosa di più, di più pronto e performante, di sicuro. Motivo per cui lo Stato sarebbe pronto a mettere i fondi necessari per rendere il lavoro più facile e, soprattutto, correttamente pagato per tutti.

I due milioni, infatti, serviranno a potenziare e a curare lo scudo stesso e a sottoscrivere accordi con i giganti del cloud (Amazon, Microsoft), necessari perché lo scudo funzioni al massimo dei giri. I soldi infatti, saranno utilizzati anche per pagare i dipendenti delle società di Internet (Tim, WindTre e le altre) mobilitati nelle giornate di campionato e coppe.

E dal punto di vista della gestione poco sarà cambiato, in quanto l’obiettivo sarà lo stesso: entro 30 minuti dall’inizio della partita, lo scudo affonderà i siti pirata che trasmettono il calcio o il basket illegalmente.

Oltre ai siti pirata del mondo dello sport, il nuovo scudo affonderà anche quelli che diffondono illecitamente i film e le fiction, altrettanto letali.

Cosa manca per il nuovo scudo

Ora però ci sarà da attendere per dare il benvenuto al nuovo scudo anti pezzotto, col sistema che dovrà passare al vaglio del Parlamento per avere conferma dei fondi stanziati.

La maggioranza, infatti, è in cerca del “veicolo” parlamentare utile a ospitare un emendamento sul pezzotto e probabilmente sarà presentato al disegno di legge Butti sull’intelligenza artificiale. Un emendamento, riferisce La Repubblica, che stabilirà che a pagare per il nuovo scudo anti pirateria sarà lo Stato.

Un pagamento totale o limitato ai due terzi della spesa per cercare di accontentare Massimiliano Capitanio, commissario dell’Agcom, che nelle ultime settimane ha spiegato che serve uno scudo migliorato nelle prestazioni in quanto le società internet da cui ricevere comunicazione per i blocchi sono molte di più rispetto al preventivato, con uno sforzo maggiore e un nuovo scudo che avrà il compito di portare a casa una missione ancora più ampia per frenare la trasmissione illegale.