Il governo non ha dimenticato la lotta ai furbetti del pezzotto, anzi promette ancora maggiore attenzione nello scovare i fan della pirateria che sfidando le multe cercano di guardare gratis le partite di calcio.
Nel corso del summit del 14 febbraio al Viminale, i ministri Matteo Piantedosi (Interno) e Andrea Abodi (Sport) hanno incontrato i vertici del calcio italiano. Molti i temi sul tavolo: dalla violenza negli stadi ai legami fra tifoserie e criminalità organizzata, dalle scommesse illegali al pezzotto. Il prossimo incontro si terrà fra un mese.
Svolta nella guerra al pezzotto
Pare che il 2025 debba essere l’anno della svolta nella guerra al pezzotto e alla pirateria in generale, con le famose multe automatiche da 150 a 5.000 euro. Se oggi vengono spenti i server, il governo promette di passare alla fase due, eliminando i legacci burocratici che impediscono di comminare multe a raffica.
Ora saranno sanzionati i tifosi, promette il ministro Andrea Abodi, quelli che per risparmiare qualche decina di euro sugli abbonamenti tv, e quelli che forse non sanno di infrangere una legge, finiscono di fatto con “l’alimentare la criminalità organizzata”. Musica per le orecchie della Lega A, che da anni si batte contro le partite in streaming pirata. I danni sono consistenti, sia per le piattaforme che per i club.
Cosa si rischia col pezzotto
Con l’introduzione della piattaforma anti-pezzotto Piracy Shield, in Italia è stata introdotta la stretta contro contro l’uso di Iptv illegali, che prevede multe automatiche fino a 5.000 euro per gli utenti che usufruiscono dei servizi di streaming pirata.
Con il pezzotto non si finisce nel penale, come puntualizzato da una sentenza della giudice Roberta Maggio che ha vagliato la posizione di 13 imputati salentini accusati di ricettazione per l’impiego del decoder pirata. Il reato non c’è, ma l’illecito amministrativo che comporta il pagamento di una multa sì.
Una delle più grandi “retate” anti-pezzotto è avvenuta a Napoli a dicembre 2024, quando gli investigatori hanno smantellato una centrale Iptv illegale alla quale si erano abbonati 6.000 utenti. Tutti dovranno pagare una multa da 150 a 5.000 euro, a seconda della propria posizione. E a livello europeo, è stata chiusa una rete con 22 milioni di clienti.
Il Piracy Shield nel 2025
Il Piracy Shield, la cosiddetta piattaforma anti-pezzotto, è stato istituito per scardinare il fenomeno dello streaming illegale delle partite di calcio, e non solo. Dopo false partenze, polemiche ed errori, il governo punta ora ad estendere l’utilizzo del Piracy Shield con la volontà di farne l’arma definitiva contro le violazioni dei diritti sportivi.
L’Agcom puntualizza che il Piracy Shield, dal 2 febbraio al 5 dicembre 2024, ha bloccato quasi 7.000 indirizzi Ip. Nel corso del 2025, oltre a bloccare i siti che propongono le partite, lo scudo anti-pirateria potrebbe venire esteso anche ad altri contenuti come le serie tv. L’obiettivo è ambizioso, dal momento che durante lo scorso anno non sono mancati gli errori: il Piracy Shield ha bloccato gli Ip di incolpevoli testate di informazione e siti di varia natura.
Il nodo della questione riguarda la capacità del Piracy Shield e delle autorità di individuare chi utilizza il pezzotto. La multa di minore importo (comminata a chi non è recidivo e utilizza il pezzotto per uso personale e non in un locale pubblico) è spesso più conveniente rispetto a molti abbonamenti a piattaforme legali. Ma nel 2025, il governo promette di affinare i suoi artigli per non lasciare scampo ai furbetti del pezzotto.