Mbappé vince l’appello contro il Psg, la LFP gli dà ragione sui 55 milioni di arretrati

Secondo la LFP il fuoriclasse francese ora al Real Madrid Mbappé ha diritto a 55 milioni da parte del Paris Saint Germain, che però annuncia il ricorso

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 25 Ottobre 2024 22:00

Kylian Mbappé incassa ancora un successo nella battaglia legale contro il Psg. La commissione di appello della Lega professionistica francese (LFP) si è pronunciata nuovamente a favore dell’attaccante del Real Madrid sul contenzioso relativo ai 55 milioni di euro tra stipendio e bonus non pagati dal Paris Saint Germain, nell’ambito del tira e molla per l’addio del fuoriclasse all’ex club. Una decisione che conferma quanto già deciso dall’organo paritario della Federcalcio francese.

Gli arretrati

L’11 settembre la Commissione giuridica della LFP aveva proposto una mediazione tra le due parti, rifiutata però dal calciatore. La Commissione paritaria aveva dunque dato ragione a Mbappé disponendo che il Psg versasse la cifra contesa dei 55 milioni all’ex tesserato, “sulla base però del solo contratto omologato e senza tener conto dell’accordo ulteriore tra le parti”, come sottolineato dal club.

La somma comprenderebbe gli stipendi di aprile, maggio e giugno 2024, il “bonus etico” relativo a questi tre mesi, oltre a un premio da 36 milioni di euro non corrisposto a febbraio, che farebbe parte del bonus alla firma del primo contratto (la terza rata) di Mbappé al Psg nel 2017.

Si tratta delle retribuzioni sospese dal Psg all’epoca dell’accordo stretto con Mbappé nell’estate del 2023, quando, di fronte al rifiuto dell’estensione del contratto fino al 2025 da parte del calciatore, per essere reintegrato in rosa il giocatore accettò di rinunciare a un montante che rischiava di portare i conti del Psg verso la rovina.

In seguito Mbappé ha considerato però nulla quell’intesa, che non sarebbe mai stata firmata ma raggiunta soltanto a livello verbale con il presidente Nasser Al-Khelaifi, sia per essere stato messo progressivamente fuori rosa dopo aver ufficializzato che non sarebbe rimasto fino alla fine della stagione per andare al Real Madrid, sia perché ha sostenuto di aver scoperto di essere stato vittima in passato di campagne social ostili architettate da un’agenzia pagata dal Psg.

La battaglia legale

Da lì il muro contro muro che vede da una parte il calciatore respingere qualsiasi compromesso e dall’altra il Psg rifiutarsi di pagare la cifra.

“Se il giocatore purtroppo decidesse di portare avanti questa controversia, il club sarà costretto a farlo giudicare dai tribunali competenti e a farsi riconoscere il danno che ha subito e continua a subire a causa dell’incomprensibile posizione del suo ex giocatore”, ha fatto sapere il club francese promettendo di fare ricorso.

Dopo aver perso di fronte alla Commissione paritaria d’Appello della LFP, il Psp potrà adesso rivolgersi alla Commissione Superiore di Ricorso, che fa capo alla federcalcio francese.

La società di proprietà qatariota avrebbe a quel punto altri gradi di giudizio tramite i quali cercare di far valere le proprie ragioni, impugnando un’eventuale sentenza sfavorevole di fronte al tribunale amministrativo, con la possibile conciliazione da parte del Comitato Olimpico e Sportivo Nazionale Francese (CNOSF). Mentre, da parte sua, Kylian Mbappé potrebbe rivolgersi all’Uefa e al tribunale del lavoro per vedersi riconoscere quanto gli spetta.

“Il caso deve essere contestato davanti a un altro tribunale – aveva già sottolineato a settembre il club – Il Psg sarà lieto di presentare l’insieme dei fatti nei mesi e negli anni scorsi”.