La sesta giornata del campionato di Serie A 2025-2026 propone una delle sfide più attese della stagione: Juventus-Milan, in programma questa sera, 5 ottobre. I rossoneri arrivano all’appuntamento con 12 punti e al primo posto, forti della vittoria contro il Napoli a San Siro in uno scontro diretto che ha spinto i rossoneri ad essere considerati in lizza per la vittoria dello scudetto. I bianconeri inseguono a quota 11, ancora imbattuti ma reduci da quattro pareggi consecutivi. Un duello che non si gioca solo sul campo, ma anche sul piano economico, dove i due club continuano a rappresentare modelli gestionali e strategici differenti.
Il valore dei club
Secondo le stime elaborate da Football Benchmark, la Juventus mantiene un enterprise value di circa 1,651 miliardi di euro, con una lieve contrazione del 3% rispetto al 2024. Si tratta comunque del valore più alto tra le squadre italiane, a conferma della solidità economica e del peso storico del club. Il Milan si attesta invece su un enterprise value di circa 1,8 miliardi di euro, frutto di una crescita costante negli ultimi anni, anche grazie alla stabilità societaria e all’aumento dei ricavi commerciali e da stadio. Il valore delle rose, tuttavia, mostra un quadro più equilibrato. Quella del Milan è stimata intorno ai 471,8 milioni di euro, mentre la Juventus presenta un organico da circa 582,7 milioni. Una differenza che riflette scelte tecniche diverse: i bianconeri hanno investito su profili più affermati e costosi, mentre il Milan ha puntato su un equilibrio tra giovani di prospettiva e giocatori di esperienza.
Monte ingaggi e gestione finanziaria
Il monte ingaggi è uno degli indicatori chiave per comprendere la capacità di spesa di un club. Per la stagione 2025/26, la Juventus sostiene un costo complessivo di circa 122,9 milioni di euro lordi, pari a 70,4 milioni netti, con un incremento del 12,5% rispetto all’anno precedente. Il Milan, invece, si attesta su una cifra leggermente inferiore, intorno ai 104,5 milioni di euro lordi, in linea con la politica di contenimento dei costi e di gestione sostenibile attuata dalla società. All’interno della rosa rossonera i giocatori più pagati sono Rafael Leao, Christopher Nkunku e Adrien Rabiot, tutti con stipendi netti da 5 milioni di euro a stagione. Nel caso della Juventus, il compenso più elevato è a Dusan Vlahovic con cifre che superano i 6 milioni netti. Le differenze negli stipendi individuali rispecchiano i diversi modelli di investimento: più prudente quello milanista, più aggressivo quello bianconero.
Strategie di mercato a confronto
Le strategie di mercato delle due società evidenziano approcci distinti. Nella sessione estiva di calciomercato, la Juventus ha investito circa 137,3 milioni di euro a fronte di cessioni per 84,5 milioni, con un saldo negativo di 52,8 milioni. Una scelta che testimonia la volontà di rafforzare la rosa anche a costo di un maggiore disavanzo, puntando al rilancio dopo stagioni altalenanti. Il Milan, invece, ha speso 162 milioni e incassato 176,3 milioni, registrando un saldo positivo di 14,3 milioni. Un risultato ottenuto attraverso una gestione oculata e un mercato orientato al medio-lungo termine. Gli arrivi di Nkunku, Jashari e Ricci si inseriscono in un progetto tecnico basato su giocatori giovani ma già competitivi, mentre le cessioni più onerose hanno consentito di mantenere equilibrio nei conti. La Juventus, pur mantenendo un peso finanziario superiore, continua a pagare la necessità di bilanciare gli investimenti con la sostenibilità economica, mentre il Milan sembra beneficiare di un modello più stabile e coerente con le proprie risorse. Due filosofie differenti che si riflettono anche nel campo, dove i rossoneri cercheranno di difendere la vetta della classifica e la Juventus di tornare alla vittoria per rilanciare la propria corsa scudetto.