Inchiesta ultras e mafia, silenzio davanti al gip: il giro illecito in curva

Gli ultras di Milan e Inter arrestati nell'inchiesta sulle curve hanno scelto il silenzio durante gli interrogatori, senza fornire risposte al gip

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 3 Ottobre 2024 08:12

Nessuno ha parlato. Gli ultras di Milan e Inter, arrestati nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto le curve del tifo organizzato, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. I primi quattro interrogati, tra cui Francesco Lucci e Andrea Beretta, sono stati convocati nel carcere di San Vittore dal gip Domenico Santoro. Con loro anche Riccardo Bonissi e Luciano Romano.

Tutti e quattro, assistiti dai rispettivi legali e sotto lo sguardo del pm Paolo Storari, hanno mantenuto il silenzio. La scelta sembra dettata dall’esigenza di studiare i numerosi documenti raccolti nell’inchiesta, che ha portato all’arresto di 19 persone per infiltrazioni criminali nelle curve di San Siro.

Interrogati in silenzio, gli ultras scelgono il silenzio

Mentre la curva rossonera sembra legata a pestaggi su commissione, quella nerazzurra deve fare i conti con accuse ben più gravi: associazione per delinquere con l’aggravante di agevolare la ‘ndrangheta della famiglia Bellocco. Beretta, già detenuto per l’omicidio di Bellocco, era uno dei pilastri della curva Nord.

Ma il suo legale, Mirko Perlino, ha affermato: “Non c’è stata nessuna pressione per avere le tessere che venivano regolarmente pagate e sui biglietti non ci sono mai state minacce dirette. L’unica minaccia è: ‘se non ci danno i biglietti per Istanbul, per la finale di Champions League, non ci andiamo’, e a mio parere non è una minaccia”.

I protagonisti del primo round di interrogatori, tra cui Andrea Beretta e Francesco Lucci, hanno preferito non rispondere. Davanti al gip Domenico Santoro, i due capi ultras, noti per la loro influenza nelle rispettive curve, si sono avvalsi della facoltà di non parlare. Anche altri due indagati, Riccardo Bonissi e Luciano Romano, hanno adottato la stessa strategia, lasciando le accuse di estorsione e associazione a delinquere senza una replica diretta.

Nel pomeriggio, l’attenzione si sposta sugli altri arrestati, con gli interrogatori nei carceri di Pavia e Monza. Tra gli indagati, emergono anche figure chiave come Debora Turiello e Roberta Grassi, soprannominate le “contabili delle Curve”. Il loro ruolo non era solo quello di supporto logistico, ma di veri e propri gestori del flusso finanziario, che andava dai biglietti ai parcheggi, passando per i servizi di catering allo stadio.

Maglie e favori in cambio di trattamenti speciali

Uno dei dettagli più inquietanti che emerge dall’inchiesta riguarda i favori personali concessi ai membri della curva in cambio di maglie autografate dai giocatori. Secondo la procura, un responsabile della cooperativa “4Exodus” si sarebbe “reso disponibile ad interessarsi per far ottenere misure alternative alla pena detentiva a conoscenti ed amici” di Andrea Beretta e di Vittorio Boiocchi, in cambio di “favori come, ad esempio, maglie firmate dai giocatori per i propri familiari o la prelazione per la propria cooperativa sull’eventuale donazione devoluta dalla curva a seguito iniziative benefiche”. Un patto che va ben oltre il semplice scambio di cortesie, ma che rivela quanto il sistema fosse infiltrato in diversi ambiti, compreso il sociale.

Pressioni mediatiche: il caso Lukaku

Dall’ordinanza firmata dai pm Ombra e Storari emerge il ritratto di un club che “cede alle pressioni” del capo ultrà Marco Ferdico. Dietro di lui, figure come Beretta e Antonio Bellocco, descritto dalla procura come “esponente di rilievo della famiglia mafiosa” di Rosarno. Il problema, sottolineano i pm, è più profondo e va oltre la rimozione dei vertici. “Inalterata l’organizzazione, i nuovi venuti si troverebbero nelle medesime condizioni dei loro predecessori e il sistema illecito sarebbe destinato a perpetuarsi”.

La pressione esercitata dai vertici della curva non si limitava a manovre dietro le quinte. Un episodio che ha catturato l’attenzione mediatica risale all’aprile 2023, quando Marco Ferdico, uno dei leader della curva Nord, si è confrontato platealmente con Romelu Lukaku, proprio sotto il settore interista, dopo un deludente pareggio contro la Salernitana.

“Viste le deludenti prestazioni della squadra,” Ferdico e Matteo Norrito “hanno avuto un confronto in campo, proprio sotto il settore ove erano presenti i tifosi interisti, con il calciatore belga Romelu Lukaku, per chiedere lui conto delle prestazioni della squadra.” Gli inquirenti sottolineano che la “platealità della situazione” ha attirato consapevolmente l’attenzione dei media, con Ferdico che il giorno dopo ha rilasciato un’intervista per “attirare l’attenzione mediatica sulla vicenda” e fare pressione sul club.