Diritti Champions League, nuovo pacchetto e scende in campo Netflix

La UEFA ha concluso l’asta per i diritti tv della Champions League 2027-2031: nuove regole, pacchetti globali e l’ingresso di player come Netflix

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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La Uefa ha chiuso la nuova asta per i diritti televisivi della Champions League relativa al ciclo 2027/28–2030/31. Si tratta di una fase cruciale per la competizione, che negli ultimi anni ha visto crescere sia l’interesse globale sia i ricavi generati. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: raggiungere un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro a stagione dalle coppe europee. Allo stesso tempo, la struttura dell’asta introduce diverse novità che potrebbero incidere sull’esperienza degli utenti e sulle strategie dei broadcaster.

Un’asta diversa dal passato

Per la prima volta, la vendita dei diritti è stata avviata in simultanea nei cinque principali mercati europei: Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. La gestione è stata affidata a UC3, la società nata dalla collaborazione tra UEFA ed EFC, insieme alla consulenza di Relevent. La seconda novità riguarda la durata degli accordi: non più tre anni, ma quattro. Un’estensione pensata per offrire maggiore stabilità ai broadcaster e pianificazioni più lunghe.

Un altro elemento distintivo del nuovo ciclo riguarda la creazione di un pacchetto inedito, denominato “first-pick“, che consentirà all’acquirente di trasmettere una partita a giornata in esclusiva globale. La logica è quella di trasformare quella singola gara in un evento planetario disponibile su un’unica piattaforma.

Gli operatori interessati, da Sky a Dazn

Secondo quanto appreso, Sky ha presentato un’offerta per mantenere la Champions League anche nel ciclo 2027/28–2030/31. L’emittente ha trasmesso quasi integralmente la competizione dal 2021 a oggi (fatta eccezione per il miglior match di giornata assegnato ad Amazon) e continuerà fino al 2026/27. L’intenzione sarebbe quella di confermare la propria presenza come punto di riferimento per il pubblico italiano.

Anche Amazon dovrebbe aver partecipato alla gara. Il colosso statunitense, attraverso Prime Video, trasmette in esclusiva il miglior match di ogni giornata e si è sempre dichiarato soddisfatto dei risultati raggiunti. Le prospettive di continuità appaiono solide, soprattutto considerando la crescente strategia dell’azienda nel settore live.

Il pacchetto “first-pick” rappresenta l’elemento più innovativo. Secondo le indiscrezioni riportate da Calcio e Finanza, il soggetto in posizione più favorevole sarebbe Netflix. La piattaforma ha già testato la diretta di eventi sportivi e l’idea di trasmettere una singola partita globale trova coerenza con il suo modello internazionale. Una gara disponibile in tutto il mondo sulla stessa piattaforma risponde alla logica di un’offerta uniforme e facilmente riconoscibile. Già da tempo si era parlato di Netflix con la possibilità di quattro abbonamenti per vedere tutto il calcio.

Tra gli operatori potenzialmente interessati figura anche DAZN, che in Italia detiene i diritti della Serie A fino al 2029. La piattaforma ha una presenza rilevante nel calcio internazionale e trasmette la Champions in diversi Paesi. Tuttavia, resta da capire se abbia effettivamente presentato un’offerta per il nuovo pacchetto globale.

L’impatto sui tifosi

L’introduzione del pacchetto first-pick potrebbe determinare una frammentazione ulteriore dell’offerta. Dal 2027 in avanti, gli utenti potrebbero avere bisogno fino a tre abbonamenti differenti per seguire l’intera competizione, a seconda degli esiti dell’asta. Si tratta di un aspetto rilevante per il pubblico, che attende chiarimenti sulla futura distribuzione delle partite. La Uefa punta a incrementare i ricavi massimizzando il valore commerciale dei diritti. Il nuovo modello di vendita, più esteso e articolato, va proprio in questa direzione. I prossimi mesi chiariranno quali player saranno effettivamente coinvolti e come si strutturerà l’offerta complessiva