Se fallisce una banca cosa succede ai nostri risparmi? Cosa fare subito

I fallimenti delle banche sono eventi rari ma possono avere gravi conseguenze per i risparmiatori. Ecco cosa succede e come difendersi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I fallimenti delle banche sono eventi rari ma possono avere gravi conseguenze per i risparmiatori, come insegna il caso della Silicon Valley Bank che ha messo in allarme i risparmiatori. Ma come proteggere i nostri risparmi e scegliere una banca sicura e quali sono i diritti e le tutele dei clienti?

Anche le banche, come le imprese, possono fallire. Come mostrano le notizie provenienti dagli Stati Uniti proprio in questi giorni, con quello clamoroso della Silicon Valley Bank, il rischio di fallimento di una banca anche di notevoli dimensioni non è mai una possibilità solo teorica. Meglio sapere per tempo dunque come muoversi se le cose dovessero mettersi male.

Quando questo succede, il curatore fallimentare ha il compito di vendere i beni della banca e ripagare i creditori secondo un ordine di priorità stabilito dalla legge. La brutta notizia è che il curatore può attingere anche ai conti correnti dei clienti per pagare i debiti della banca. È importante conoscere quindi le misure di salvaguardia finanziaria a disposizione per proteggere i propri soldi.

Come funziona il Fondo di tutela dei depositi

Tra queste misure c’è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che in Italia si estende ai depositi a risparmio liberi o vincolati (conti di deposito), ai certificati di deposito e agli assegni circolari. In caso di fallimento di una banca in Italia, i depositanti hanno diritto a ricevere indietro il loro capitale fino a un limite massimo garantito dal Fitd, pari a 100.000 euro per ciascun cliente e per ciascuna banca e 200.000 euro nel caso di conti cointestati.

Gli importi eccedenti questo limite non sono coperti e non vengono quindi rimborsati direttamente dal Fondo. In caso di fallimento, quindi, i clienti con conti correnti superiori ai 100.000 euro potrebbero subire delle perdite.

Il Fitd ha quindi lo scopo di proteggere i risparmiatori in caso di fallimenti delle banche, procedendo direttamente al rimborso entro 7 giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca.

È utile precisare però che, dato l’obbligo di pagamento dei debiti da parte della banca, i clienti possono subire una perdita del proprio denaro o una temporanea indisponibilità dei fondi mentre si attende la liquidazione della banca e l’attivazione del fondo di garanzia.

Diversificare gli investimenti per evitare di perdere tutto

In un periodo di incertezza economica e finanziaria come quello che stiamo vivendo, molti si chiedono come proteggere i propri risparmi da possibili crisi bancarie. Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma tutti quanti possiamo adottare diverse strategie.

Innanzitutto, è importante cercare di diversificare i nostri investimenti, così da non concentrare tutti i propri risparmi in una sola banca.

Fatto questo, bisogna verificare la solidità finanziaria dell’istituto presso cui si ha aperto un conto, oltre a tenere sotto controllo il saldo dei propri conti e restare sempre informati sulle eventuali novità normative o giurisprudenziali in materia di tutela dei risparmiatori.

Opzioni per investire denaro

Per ridurre l’esposizione a eventuali perdite o fallimenti di una singola banca o società, esistono diverse opzioni per investire denaro. Possono essere ad esempio:

  • i titoli di Stato, sia italiani che esteri
  • azioni, sia di grandi che di piccole imprese
  • fondi comuni armonizzati e specializzati
  • obbligazioni, corporate e sovranazionali
  • fondi pensione individuali o collettivi
  • i conti deposito, sia vincolati che liberi
  • i buoni postali, fruttiferi e indicizzati.

Sempre per evitare di avere denaro su solo un conto, potrebbe essere utile investire anche in beni rifugio. Si tratta di beni materiali o immateriali che mantengono o aumentano il loro valore anche in periodi di crisi o turbolenza economica. Tra questi ci sono l’oro, l’argento, il platino, i diamanti, le opere d’arte, gli immobili e molti altri.