Uno dei modi per proteggere la propria casa dal freddo in inverno, ma anche per renderla più fresca d’estate, abbattendo i costi in bolletta e garantendo agli ambienti domestici un miglior equilibrio termico è la realizzazione di un cappotto termico. Tema, quello del risparmio energetico, cui l’Italia è da sempre poco incline, e dove la situazione è peggiore che negli altri Paesi europei.
In molti ne hanno sentito parlare per la prima volta quando è stato lanciato il Superbonus, visto che si trattava di uno dei lavori trainanti che consentivano l’incentivo del 110%. Oggi non è più possibile richiedere il Superbonus, ma esistono altre agevolazioni per realizzare il cappotto termico.
Indice
Cos’è il cappotto termico e come deve essere realizzato
Il cappotto termico, chiamato anche isolamento a cappotto, è proprio una tecnica utile a limitare la dispersione di calore in casa grazie all’applicazione di speciali pannelli isolanti che vengono installati sulla superficie esterna dell’edificio o del condominio o, meno di frequente, sulle pareti perimetrali interne della casa.
In pochi sanno che in alcuni casi il cappotto termico è obbligatorio. Quando? In tutti i casi in cui si renda necessario il rifacimento di porzioni di intonaco che interessino una superficie delle facciate condominiali pari o superiore al 10% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio.
Che si tratti di ristrutturazione, riqualificazione energetica, nuova costruzione o altro, per consentire un vero risparmio il cappotto termico esterno deve rispettare determinati requisiti, cioè il lavoro deve essere fatto a regola d’arte.
Prima di tutto l’intervento di isolamento termico a cappotto deve riguardare tutta la superficie delle facciate, cioè tutti i piani riscaldati devono essere isolati, altrimenti non funziona.
Secondo, i pannelli devono avere uno spessore sufficiente, perché usarne di troppo sottili significherebbe vanificare l’intero intervento, senza ottenere il risparmio economico desiderato. In generale dovrebbero essere da 6-8 a 12 centimetri di spessore.
Cappotto termico, quali sono i vantaggi?
I vantaggi del cappotto termico sono diversi. Prima di tutto migliora il comfort abitativo, rendendo le nostre case più calde d’inverno, grazie a una minor dispersione di calore, e più fresche d’estate, riducendo anche il passaggio di umidità. Ciò significa minor spesa sul riscaldamento nei mesi freddi e minor consumo di eventuali condizionatori o ventilatori nei mesi caldi, con un significativo risparmio sulla bolletta di gas e luce.
Inoltre, è un ottimo anti-muffa: isolare la propria abitazione dal punto di vista termico è il principale alleato contro la muffa. A patto però, come già detto, che il lavoro venga eseguito correttamente.
Il cappotto termico è anche sicuro dal punto di vista antincendio. Per migliorare ulteriormente la sua capacità ignifuga, è possibile ad esempio realizzare fasce isolanti tagliafuoco in lana minerale in corrispondenza dei solai tra un piano e l’altro e dei voltini di finestre e portefinestre, e in corrispondenza delle pareti interne.
Per quanto riguarda l‘isolamento acustico, in generale il cappotto termico non ha un’influenza rilevante sull’abbattimento del rumore proveniente dall’esterno, ma può aiutare.
Il cappotto termico porta a un reale risparmio energetico, ponendosi come una vera scelta green, grazie all’innalzamento della classe energetica dell’edificio, oltre che alla riqualificazione estetica della parete su cui è installato: in definitiva, dunque, porta anche a un aumento del valore dell’immobile.
Cappotto termico, qual è il risparmio?
Grazie al cappotto si risparmia perché c’è una minore dispersione di calore come abbiamo visto. La riduzione effettiva energetica, sia per il riscaldamento che per il raffreddamento della casa, dipende però dal rapporto tra le superfici esposte all’esterno e i volumi interni. Va anche detto che l’abbattimento dei costi è maggiore nelle zone con i climi più freddi.
Grazie al cappotto termico si riescono a guadagnare immediatamente 3 gradi in più d’inverno, migliorando l’efficienza energetica del 25%. L’isolamento a cappotto può far risparmiare dal 30% al 33% di energia a una villetta a due piani e dal 40% al 45% a un condominio di 8 piani.
Tradotto in consumi in bolletta, ipotizzando un consumo giornaliero di circa 30 kWh al prezzo di 0,067 euro al kWh, in un anno si spenderebbero 733,65 euro. In un condominio dotato di cappotto termico, si potrebbe risparmiare fino a 330 euro circa all’anno.
Quanto tempo per fare un cappotto termico e quanto dura
Per quanto riguarda i tempi di posa di un cappotto termico, sono abbastanza ridotti. Per un piccolo condominio di 6 appartamenti, ad esempio, ci vuole in media un mese: circa 2 settimane per la posa isolante, una settimana per le rasature, una settimana per intonaco e finiture.
Per quanto riguarda la durata del lavoro eseguito, certamente si tratta di un investimento a lungo termine che garantisce benefici che durano negli anni. Secondo la EAE, Associazione europea dei sistemi a cappotto, la durata stimata, se la posa è stata effettuata a regola d’arte e con materiali di qualità, è di circa 40/50 anni.
Quanto costa realizzare un cappotto termico
Il cappotto termico è un lavoro importante anche dal punto di vista della spesa. Tuttavia, soprattutto se realizzato a livello condominiale, il costo viene abbattuto e facilmente ammortizzato in pochi anni.
La prima fonte di costo che bisogna considerare è la scelta dei materiali, cioè dei pannelli isolanti che verranno posizionati sulle facciate esterne della propria abitazione. Sostanzialmente, qui a incidere sui costi – oltre chiaramente alla dimensione della superficie da isolare – è lo spessore del pannello.
Si può scegliere ad esempio tra questi:
- Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS): dai 10 ai 15 euro al metro quadro
- Poliuretano Espanso Rigido (PUR): dai 12 ai 20 euro al metro quadro
- Polistirene Espanso Estruso (XPS): dai 20 ai 30 euro al metro quadro
- sughero: dai 40 ai 50 al metro quadro.
Attenzione che non è possibile realizzare il cappotto termico impiegando materiali di marche diverse. Il cappotto termico infatti è un sistema dotato di ETA (Valutazione Tecnica Europea). Ogni casa produttrice garantisce la certificazione ETA del proprio sistema cappotto solo se viene impiegato il ciclo completo di prodotti e lavorazioni indicato.
Al costo dei materiali necessari alla realizzazione del cappotto termico, vanno poi calcolati altri costi:
- manodopera: in media tra i 30 e i 50 al metro quadro
- noleggio del ponteggio: dagli 8 ai 12 al metro quadro
Infine, per poter beneficiare delle detrazioni fiscali previste per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici è necessaria, al termine dei lavori, la certificazione asseverata del risparmio energetico, rilasciata a seguito del sopralluogo del tecnico certificatore.
In totale, per avere una stima complessiva, il costo di un cappotto termico si aggira tra gli 80 e i 100 euro al metro quadro. La spesa si ammortizza in 3/4 anni: dal 5° anno in poi è tutto guadagno.
Le agevolazioni per il cappotto termico
Per la realizzazione del cappotto termico spetta una detrazione pari al 65% per un massimo di 60mila euro. Attenzione che nel limite della detrazione bisogna considerare anche le eventuali spese per infissi e finestre, che però beneficiano delle detrazione al 50%.
Sicuramente è un ottimo punto di partenza, assieme ad altri lavori, per iniziare ad adeguarsi alla direttiva green europea che entrerà in vigore tra qualche anno.
A cosa fare attenzione quando si installa un cappotto termico
Occhio però ai rischi principali collegati alla realizzazione di un cappotto termico, che sono essenzialmente due:
- distacco: un lavoro eseguito male, l’utilizzo di materiali scadenti oppure il mancato utilizzo di tasselli possono provocare il distacco del cappotto termico, anche già dopo 6 mesi
- muffa: il cappotto termico, se mal eseguito, può trasformarsi da un valido alleato anti-muffa al suo esatto contrario. Può portare la creazione di muffa se ci sono discontinuità nell’involucro e umidità eccessiva. Ma, come visto prima, sono problemi che possono essere evitati in fase di progettazione e lavori, lavorando sulla continuità nell’involucro e sulla gestione del ricambio dell’aria.