Mai come in questo momento, un desiderio ricorrente tra i cittadini italiani è quello di trovare riparo dal torrido caldo estivo che sta caratterizzando la seconda parte del mese di luglio. Mentre la colonnina di mercurio ha raggiunto livelli davvero impronosticabili soprattutto nelle due isole maggiori e in Pianura Padana, le famiglie di tutta Italia si ritrovano a fare i conti con un livello di afa assai elevato (in particolare nelle città) e con temperature a tratti insostenibili per le persone più fragili come i bambini, gli anziani e i soggetti diversamente abili.
E così, la cosa più immediata da fare per ognuno di noi è quella di cercare ristoro attraverso un uso massiccio e prolungato dell’impianto di climatizzazione, quantomeno all’interno delle proprie case e negli uffici gestiti in maniera indipendente dalle aziende private. Sappiamo infatti come le amministrazioni pubbliche siano molto attente nell’impiego dei condizionatori. E com’è dargli torto, visto l’impatto che avranno sulle nostre bollette della luce a fine estate.
Quanto incide l’uso del condizionatore sulla bolletta della luce?
Com’è ovvio, per capire quanto consuma davvero un impianto climatizzatore ci sono diversi parametri che vanno tenuti in considerazione. Ad esempio, tutti sappiamo come la posizione in cui è ubicata la propria casa incide in maniera importante sulla regolamentazione della temperatura interna: ad esempio, laddove la luce solare riesce ad entrare in maniera costante per buona parte delle ore diurne, risulta chiaramente più difficile mantenere un clima fresco.
In questi casi, il ricorso al condizionatore diventa obbligatorio, ma ciò non significa che il suo consumo di luce debba essere per forza esagerato. Certo, più tempo lo si tiene acceso e più energia elettrica verrà impiegata, ma un utilizzo costante e senza intervalli (soprattutto se impostato in “modalità risparmio“) risulta comunque meno dispendioso rispetto alla scelta di accendere e spegnere in continuazione l’elettrodomestico.
Una situazione diametralmente opposta è quella che si verifica nelle residenze esposte a Nord: qui i raggi solari sono meno intensi e le pareti rimangono più fresche, richiedendo un consumo minore di aria condizionata per preservare una temperatura interna più confortevole. Una cosa simile accade anche nelle villette di campagna, dove una maggiore circolazione d’aria consente di refrigerare le stanze in maniera importante.
Come calcolare l’importo aggiuntivo in bolletta per l’utilizzo del climatizzatore
Volendo fare i conti di quanto spenderanno gli italiani per il climatizzatore in questi mesi estivi, occorre affidarsi ai dati divulgati da Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente). Ipotizzando un’accensione media di 4 ore giornaliere, con un consumo di circa 1 kilowatt ogni ora (stima del tutto in linea con la qualità degli apparecchi più diffusi nelle abitazioni degli italiani), si arriva ad un totale mensile che raggiunge i 120 kWh ogni mese.
Se, come pare, il costo di ogni kilowatt rimarrà sostanzialmente attorno ai 23,85 centesimi di euro per ogni ora di consumo, si capisce come l’impatto del condizionatore sulle bollette dei contribuenti si aggirerà sui 28 euro mensili in più. Una cifra che non sembra affatto insostenibile, ma che sommata ai continui rincari dei prezzi causati dall’inflazione, possono rappresentare una spina nel fianco per molte persone.