Il tema della famiglia è sempre centrale in ambito politico e sembra esserlo ancor di più con il governo di Giorgia Meloni. Un argomento trattato sotto svariati punti di vista, dal concetto stesso di famiglia alle adozioni.
Al di là delle polemiche, spesso figlie di un atteggiamento da campagna elettorale prolungato per 365 giorni all’anno, il topic cardine sembra essere quello degli aiuti alle famiglie con un Bonus figli. In merito si è espresso di recente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La sua ipotesi di un certo numero di detrazioni fiscali per chi ha scelto di procreare è stata rilanciata anche dalla Lega ma presenta dei dubbi non di secondaria importanza.
Bonus figli: cos’è e quanto costa
La Lega ha le idee chiare e lo stesso dicasi del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: le famiglie hanno bisogno d’aiuto. Il riferimento va però unicamente a chi ha messo al mondo dei figli, che potrebbe avere accesso a delle agevolazioni fiscali rilevanti.
Un Bonus figli che non si concretizza in un accredito sul conto corrente, dunque, bensì in un minore contributo in termini di tassazione annua. Secondo l’ipotesi di Giorgetti sarebbero però coinvolti non tutti i genitori, bensì unicamente coloro che hanno scelto di mettere al mondo almeno due pargoli.
Ma che peso ha questa manovra sulle casse dello Stato, quindi, concretamente, quanto costa il Bonus figli? Viene in nostro soccorso lo studio condotto da Izi spa, che prevede una spesa superiore a quota 88 miliardi per l’Italia. La vera beffa è però rappresentata dall’identificazione delle classi più supportate: le famiglie con redditi superiori a 55mila euro.
Ciò si traduce, in parole povere, in un colpo alquanto duro ai conti pubblici, a fronte di un aiuto che viene indirizzato principalmente verso le famiglie più benestanti del Paese.
Bonus figli: come funziona
Questo possibile intervento in aiuto delle famiglie sarebbe rivolto, con differenti importi, a un numero considerevole di nuclei in tutt’Italia. Quelli con due figli corrispondono a ben 4 milioni, scendendo a quota 830mila per quelli con tre e 145.663 quelli con almeno quattro. Parliamo di circa cinque milioni di nuclei interessati a più di 11 milioni di figli coinvolti.
Conti alla mano, lo studio dimostra come lo sgravio fiscale al vaglio del governo Meloni offrirebbe un netto vantaggio soprattutto per le famiglie dal reddito superiore a 55mila euro. Nel caso di due figli, infatti, risparmierebbero 8.600 euro, che diventano 12.900 in caso di tre figli e ben 17.200 euro per quattro.
Un sistema che premia chi guadagna di più, che rappresenta il 4.7% del totale dei contribuenti (famiglie e non), mentre al di sotto della soglia del reddito dei 55mila euro si ritrova il 95.3%. La ricerca pone in evidenza come le famiglie dal reddito più basso, che va da zero a 15mila euro, avranno un risparmio fiscale di 4.600 euro con due figli, 6.900 euro con tre e 9.200 euro con almeno quattro. Cifre che rappresentano circa la metà di quanto otterranno i nuclei più ricchi.
L’idea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sarebbe quella di offrire al Paese due differenti tipologie di tassazione, per chi ha figli e chi no. Una sorta di incitamento alla procreazione, al fine di combattere l’evidente calo della natalità. Un bonus sul modello del 110%, che non comporterebbe l’abbandono dell’assegno unico, che il governo promette di aumentare. Meloni e i suoi ministri chiedono all’Italia di procreare, possibilmente non limitandosi al figlio unico.