Conto corrente all’estero, come aprirlo e cosa dichiarare

Quali sono le principali condizioni e documenti per aprire un conto corrente all’estero e cosa dichiarare?

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 15 Gennaio 2025 16:30

I cittadini italiani possono aprire un conto corrente all’estero. Devono però rispettare le regole che ci sono nel paese nel quale si ha la residenza fiscale e quelle dove si decide di depositare il denaro. Solitamente si opta per questa scelta per differenziare i propri investimenti in quanto si riducono i rischi associati all’instabilità economica del singolo paese. Inoltre, si decide di trasferire il proprio denaro all’estero per avere una protezione maggiore. Paesi come la Svizzera, ad esempio, hanno sistemi bancari solidi e legislazioni favorevoli alla privacy finanziaria. Ecco, dunque, quali sono i passaggi da seguire per aprire un conto corrente all’estero e cosa dichiarare.

Quali sono le condizioni principali per aprire un conto corrente all’estero?

L’Unione Europea stabilisce che tutti i cittadini degli stati membri hanno la possibilità di aprire un conto corrente in qualsiasi stato della Ue nonché in paesi extra Ue. Esistono, però, delle condizioni da rispettare affinché venga garantita la legittimità dell’operazione. Eccole:

  • il denaro che viene depositato sul conto corrente deve provenire da fonti di reddito legittime e dichiarate correttamente secondo le leggi fiscali del proprio paese di residenza;
  • bisogna rispettare le regole relative al monitoraggio fiscale. Significa che le attività finanziarie e patrimoniali che sono detenute fuori dal proprio paese devono essere dichiarate soprattutto se si superano alcune soglie di giacenza o di trasferimento di denaro. In Italia, ad esempio, è un requisito importante compilare il quadro Rw della dichiarazione dei redditi se il conto supera una certa giacenza. Tale quadro, più nel dettaglio, deve essere compilato dalle persone che vivono in Italia e possiedono investimenti o altre attività finanziarie all’estero come immobili, conti digitali o cripto valute. La compilazione di questo campo è importante anche per pagare l’Ivie che è l’imposta sugli immobili all’estero nonché l’Ivafe che è invece quella sui conti e i prodotti finanziari. Dallo scorso 2023 è obbligatorio anche includere le cripto-attività nel quadro Rw e questo lo ha stabilito la legge di Bilancio 2023. Se i conti bancari esteri non superano i 15 mila euro, però, non è obbligatorio compilare il quadro a meno che non si debba pagare l’Ivafe.

Quali documenti sono necessari?

Per aprire un conto corrente estero ci sono dei requisiti comuni che tutte le banche chiedono nonostante ogni paese abbia delle regole proprie riguardanti l’apertura. I documenti fondamentali da presentare sono:

  • la carta di identità o il passaporto in corso di validità;
  • c’è inoltre bisogno di una prova della residenza come una bolletta delle utenze o un contratto di affitto. È possibile anche non trasferirsi nello stato nel quale si decide di aprire il conto corrente ma i costi sono più alti;
  • è necessario fornire inoltre le prove che dimostrino la legittimità dei fondi depositati. Ovvero che questi ultimi rispettano le norme antiriciclaggio;
  • potrebbero inoltre essere chieste le informazioni finanziarie ovvero la busta paga, la dichiarazione dei redditi e altre prove delle fonti di reddito.

In più, le banche potrebbero chiedere anche altre certificazioni per cui prima di effettuare tale scelta, sarebbe opportuno valutare con attenzione i costi di gestione, le commissioni per le transazioni e i limiti sulle operazioni. Tali aspetti, infatti, variano da banca a banca e devono essere presi in considerazione per evitare costi salati e servizi limitati. Come detto, è anche possibile aprire un conto corrente offshore a distanza ma in questi casi i controlli potrebbero essere maggiori per assicurare il rispetto delle normative.

Dove conviene aprire un conto corrente all’estero?

Fino a qualche tempo fa quando si pensava di aprire un conto corrente all’estero, la scelta ricadeva sempre sulla Svizzera. Poi, grazie alla cooperazione e al coordinamento sempre più stretti tra le banche, i governi dei diversi paesi e le autorità fiscali, le opzioni sono aumentate. Sicuramente (ancora oggi) la Svizzera resta tra le scelte più sicure ma per aprire un conto in tale paese bisogna rispettare rigidi requisiti.

Anche il Regno Unito, però, nonostante la Brexit, offre un sistema stabile e in più la sterlina è ancora una valuta forte. Per aprire un conto in quest’ultimo paese, così come in Svizzera, serve un documento di riconoscimento come la patente di guida, la carta di identità nazionale o la patente di guida. Inoltre è necessario dimostrare la residenza presentando ad esempio una bolletta recente come di gas, luce o internet o un contratto di affitto. È possibile anche aprire un conto corrente in tale stato se si risiede in Italia ma di solito per farlo si possono utilizzare prevalentemente servizi come Wise, Revolut, Monese e Monzo. Nel caso si voglia sottoscrivere un conto presso una banca tradizionale inglese, in ogni caso, spesso è richiesta la presenza fisica in una filiale e, come detto, la residenza nel Regno Unito.

Ci sono paesi migliori per aprire un conto?

Diversificazione degli investimenti e possibilità di operare direttamente sui mercati internazionali. Ecco quali sono i principali vantaggi se si desidera aprire un conto corrente all’estero. Ma quali sono i paesi che attraggono di più chi risiede fiscalmente all’estero? Ebbene, in primis c’è la Svizzera grazie al suo sistema bancario robusto, discreto e di alta qualità. Inoltre per le sue politiche di riservatezza e l’affidabilità dei servizi bancari.

Piace anche il Lussemburgo perché offre un sistema bancario molto sviluppato e attrae coloro che vogliono investire in un ambiente sicuro e regolamentato. Ci sono poi Singapore e Hong Kong, paesi che sono considerati degli hub finanziari di grandi rilievo in Asia. Vengono scelti solitamente da chi cerca un’entrata strategica nei mercati emergenti.

Infine ci sono le isole Cayaman che sono un vero e proprio paradiso fiscale grazie alla presenza di numerose società offshore (quelle che hanno sede in paradisi fiscali nei quali le legislazioni in campo fiscale e creditizio sono più convenienti e dove c’è il rispetto del segreto bancario). Nonostante tale arcipelago attragga chi è alla ricerca di conti offshore, pian piano si sta evolvendo verso una maggiore trasparenza e regolamentazione.

I paesi su citati sono molto popolari tra chi vuole aprire un conto all’estero ma non sempre è semplice effettuare tale operazione soprattutto se non si ha la residenza locale. I sistemi bancari in tali giurisdizioni, infatti, sono molto regolamentati e le procedure di apertura conto a nome di persone non residenti sono e stanno diventando sempre più complicate.