L’assegno di maternità concesso dai Comuni ma erogato dall’Inps sarà più ricco nel 2023. Sono stati infatti aggiornati gli importi in base alla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati Istat.
La variazione media per il 2022 è stata pari all’8,1 per cento. Pertanto, come indicato nel comunicato del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza Del Consiglio dei Ministri, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 25 febbraio 2023, se spettante in misura piena l’assegno sarà di 383,46 euro mensili, per un massimo di 5 mensilità.
Assegno di maternità comunale, cos’è
Tra i sostegni alla genitorialità c’è l’assegno di maternità concesso dal Comune di residenza ma erogato dall’Inps. Detto anche “assegno di base”, è una prestazione assistenziale rivolta a chi ha un Isee basso, limite ricalcolato ogni anno in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo.
E’ destinato non solo ai cittadini italiani ma anche a quelli comunitari e agli stranieri (purché in possesso del titolo di soggiorno). Ed è erogato in caso di parto, adozione o affidamento preadottivo.
Si tratta di un assegno alternativo che va a sostituire il congedo di maternità quando le beneficiarie non hanno una copertura previdenziale obbligatoria. Si distingue dall’assegno di maternità dello Stato che viene concesso dall’Inps e spetta invece per lavori atipici e discontinui.
Assegno di maternità comunale, a chi spetta
L’assegno spetta alle:
- cittadine italiane;
- cittadine comunitarie;
- cittadine extracomunitarie in possesso di carta di soggiorno (in tale ipotesi, anche il figlio che non sia nato in Italia o non risulti cittadino di uno Stato dell’Unione Europea, deve essere in possesso di carta di soggiorno).
In ogni caso la mamma richiedente l’assegno deve essere residente nel territorio dello Stato italiano al momento della nascita del figlio o al momento dell’ingresso nella propria famiglia anagrafica del minore in adozione o in affidamento preadottivo.
Viene riconosciuto alle madri, ma anche ai padri nel caso di morte della madre o di abbandono del minore.
Assegno di maternità comunale, quando spetta
L’assegno di maternità è concesso nei casi di parto, adozione o affidamento preadottivo purché il minore, regolarmente soggiornante e residente nel territorio dello Stato, non abbia superato i 6 anni di età al momento dell’adozione o dell’affidamento (ovvero la maggiore età in caso di adozioni o affidamenti internazionali).
Per il 2023, l’assegno è riconosciuto per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento avvenuti dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023.
Assegno di maternità comunale: la domanda
L’assegno è concesso dai Comuni ed erogato dall’Inps sulla base dei dati forniti dai Comuni. Sono gli stessi Comuni che procedono ad informare gli interessati invitandoli a certificare il possesso dei requisiti all’atto dell’iscrizione all’anagrafe dei nuovi nati o in caso di adozione.
La domanda va presentata al Comune di residenza entro 6 mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o in affido preadottivo.
I beneficiari non devono godere di altri trattamenti economici di maternità. Nel caso in cui percepiscano un’altra indennità, ma di importo inferiore, potranno fare richiesta per l’assegno e ricevere la differenza.
Per poter fare domanda, oltre a tali requisiti, è necessario che il nucleo familiare abbia un valore Isee inferiore a 19.185,13 euro.
Assegno di maternità comunale, gli importi 2023
L’importo dell’assegno è rivalutato ogni anno, sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato dall’Istat.
Per il 2023 l’importo mensile spettante nella misura intera è pari a 383,46 euro per 5 mensilità e, quindi, è pari a complessivi 1.917,3 euro.