Zanzara tigre, nuovo allarme in queste zone d’Italia

Il caldo fuori stagione permette agli insetti tipici dell’estate di fare capolino con largo anticipo: tutte le aree in cui è già partito il monitoraggio

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Messo alle spalle il periodo delle feste di Pasqua, gli italiani sono ufficialmente proiettati verso la stagione estiva. Le giornate sempre più lunghe, l’aria ormai tiepida per buona parte della ore diurne e la voglia di lasciarsi alle spalle i mesi più freddi dell’anno sono i fattori che concorrono ad alimentare questa fuga – almeno per ora solo immaginaria – verso il periodo di caldo intenso. Ma, come vedremo, non è tutto oro quello che luccica: difatti, secondo gli esperti, anche nel 2023 dovremo comunque fare i conti con alcune situazioni di rischio ed emergenza che si verificheranno in diverse aree geografiche della nostra penisola.

Se, da una parte, rimane forte la preoccupazione per la grave crisi idrica che sta mettendo in ginocchio molti comparti produttivi della nostra imprenditoria (a cominciare dalle coltivazioni floreali, passando per le agricolture e gli allevamenti, fino ai settori della carta e del tessile), in questi giorni un altro problema ricorrente di questo periodo dell’anno sta facendo capolino in maniera violenta in alcune zone specifiche del nostro territorio nazionale.

Con la bella stagione torna la zanzara tigre: tutto quello che c’è da sapere

Solo nelle ultime due settimane (ossia le prime del mese di aprile), sono nell’ordine di diverse decine i comuni che hanno lanciato l’allarme per la comparsa della temuta zanzara tigre. Stiamo parlando dell’insetto appartenente alla famiglia Culicidae, ormai da tempo la più frequente nell’area del Mediterraneo centrale e lungo le coste della penisola iberica, luoghi che le consentono di vivere e riprodursi con le condizioni climatiche a lei più favorevoli, ossia il caldo e l’umido. In Italia però non si limita a scorrazzare lungo le coste: la sua presenza viene rintracciata fin dall’inizio degli anni “90 anche nelle aree interne e nelle regioni settentrionali.

Ed è proprio qui che in questi giorni le autorità amministrative di diversi comuni hanno iniziato la classica fase di monitoraggio della specie, che però di solito viene avviata più avanti nel corso della stagione, in corrispondenza dell’arrivo della seconda parte di maggio. Quest’anno invece migliaia di esemplari hanno già iniziato ad infestare le campagne e i centri abitati, spingendo sindaci e assessori a prendere provvedimenti in merito.

Zanzara tigre, le zone in cui è già comparsa e le misure adottate dai comuni

Accade infatti che nell’area meridionale della provincia di Trento – quella che confina con le vicine Verona e Vicenza – diversi comuni (tra cui uno di quelli simbolo come Rovereto, metà turistica tra le più gettonate in ogni fase dell’anno) abbiano già installato le cosiddette ovitrappole: come spiegano gli esperti biologi, stiamo parlando dei dispositivi per la cattura e il controllo delle uova di zanzara, che consentono agli scienziati di capire se la proliferazione di questi insetti sia già iniziata. E pare proprio che sia così, visti gli sciami sempre più frequenti tanto in città quanto nei villaggi più isolati.

Lo stesso fenomeno si sta verificando anche in altre zone del Centro-Nord, soprattutto attorno al Lago di Garda, dove il clima mite e umido risulta perfetto per le attività della zanzara tigre. Misure di contenimento sono state adottate in diversi comuni del bresciano e della bergamasca, ma anche nelle province di Parma, di Reggio Emilia e di Modena, dove i primi caldi afosi della “Bassa” agevolano l’uscita degli insetti dal letargo trascorso dentro le uova. Provvedimenti simili vengono registrati anche in Toscana, nell’area del senese e del fiorentino.