Uno studio dell’Università di Chicago ha riacceso il dibattito sulla carne rossa. È salutare? In quale quantità? Sarebbe il caso di ridurne drasticamente la presenza nella nostra dieta? Domande ormai comuni, che di colpo paiono scontrarsi con analisi che esaltano un nutriente di due alimenti: carne bovina e latticini. Sotto che aspetto? Lotta contro lo sviluppo di tumori.
Nutriente anti cancro
È bene scendere nel dettaglio di uno studio di questo genere, evitando cattiva informazione. In un attimo, magari soltanto grazie a un titolo, chi lotta contro il cancro, o magari conosce chi è affetto da tale patologia, può pensare che una montagna di carne rossa sia un salvavita. Non lo è.
Lo studio dell’Università di Chicago è stato pubblicato dalla celebre rivista scientifica Nature. Evidenzia come la risposta immunitaria contro il cancro migliori grazie all’acido trans-vaccenico (Tva).
Nello specifico parliamo di un acido grasso a catena lunga, che è presente tanto nella carne rossa quanto nei latticini. Consentirebbe alle cellule T CD8+ di migliorare le capacità di infiltrarsi nei tumori, uccidendoli.
In termini generali, i pazienti analizzati, con livelli maggiori di Tva nel sangue, hanno anche avuto una miglior risposta all’immunoterapia. Tutto ciò suggerisce tale sostanza come integratore nutrizionale, da affiancare nel corso di trattamenti clinici contro il tumore.
Riuscire a schematizzare esattamente il legame tra dieta e salute del genere umano è una branca della scienza particolarmente importante. Ne ha parlato Jing Chen, uno degli autori senior dello studio: “Comprenderne i meccanismi è molto complesso, data la varietà di cibi che le persone consumano. Concentrandoci però soltanto su nutrienti e metaboliti, derivati dal cibo, iniziamo a vedere come influenzano fisiologia e patologia”.
Lo studio spiegato
Tutto ciò che questo studio pare suggerire, a una lettura superficiale, è che carne rossa e latticini non facciano male, in grandi quantità, come molti esperti sostengono. La verità però è ben diversa e non si tratta affatto di una via libera. Un semaforo verde che invoglia a consumare bistecche in quantità industriale e mozzarelle di bufala a piacimento.
Ne ha parlato l’oncologo Pier Giuseppe Pelicci (IEO), intervistato da Huffingtonpost. La prima cosa che spiega è che occorre effettuare una netta distinzione tra cibo e nutriente: “Il punto di partenza è non trarre conclusioni sballate e pericolose”. Parola del Diretto della Ricerca e Chairman del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO.
Scientificamente parlando, non si tratta di un passo indietro rispetto alla correlazione tra consumo costante di carne rossa e sviluppo tumorale del colon e della mammella: “Ogni cibo ha migliaia di nutrienti e in questo caso parliamo di uno solo di questi. È possibile che l’effetto globale di un cibo sulla salute sia quello di uno dei suoi nutrienti, ma che altri possano avere effetti opposti”.
Ci tiene a chiarire come questo studio dell’Università di Chicago non dica affatto che la carne non fa venire il cancro al colon. Si parla di un componente con effetto stimolante della risposta immunitaria antitumorale.
“Da un punto di vista interventistico, la cosa è interessantissima perché stiamo parlando di una molecola e non di un cibo. Per cui noi possiamo utilizzare quella molecola indipendentemente dal cibo da cui viene”.