Il consiglio regionale della Sardegna ha approvato una legge che regolamenta il suicidio assistito. La Regione ha quindi stabilito i passaggi necessari per ottenere il farmaco letale da autosomministrarsi, ammesso di rispettare condizioni di salute dettate dalla sentenza della Corte Costituzionale sul caso di Dj Fabo.
La legge sarda è basata sulla proposta Liberi Subito, presentata dall’Associazione Luca Coscioni, di Marco Cappato. La Sardegna è la seconda Regione, dopo la Toscana, a dotarsi di una legge simile. Il Governo però ha già fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro quest’ultima norma, sostenendo che una Regione non possa legiferare in materia di fine vita.
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La legge della Sardegna sul suicidio assistito
La legge sul fine vita è stata approvata in consiglio regionale mercoledì 17 settembre, con una maggioranza che ha coinvolto anche parte dell’opposizione alla coalizione di centrosinistra che guida la Regione. I voti favorevoli sono stati 32, quelli contrari 19, con una sola astensione.
Il testo della legge non è ancora stato reso pubblico, ma si basa su una proposta nota, quella elaborata dall’Associazione Luca Coscioni di Marco Cappato, con la campagna Liberi Subito. Utilizzando la sentenza della Corte Costituzionale sul caso di Dj Fabo, questa legge stabilisce i tempi e le modalità dei passaggi richiesti per ottenere dall’Asl il farmaco letale da autosomministrarsi per procedere al suicidio medicalmente assistito.
L’autosomministrazione avviene con l’aiuto di medici e infermieri che, ha stabilito la sentenza Cappato, non sono punibili per il reato di aiuto al suicidio. La proposta di legge Liberi Subito prevede:
- l’istituzione di una commissione che valuti la legittimità delle domande in tempi ragionevoli;
- l’obbligo per le Asl di fornire rapidamente il farmaco e gli strumenti per l’autosomministrazione.
In tutta Italia è già possibile, in teoria, accedere al suicidio assistito senza conseguenze legali. Nessun governo però, del 2019, ha mai elaborato una legge che regolasse la procedura. Di conseguenza, in quasi tutte le regioni a eccezione della Sardegna e della Toscana, accedere a questo diritto è di fatto impossibile.
I requisiti e la questione del “supporto vitale”
La legge non stabilisce invece quali siano i requisiti che una persona deve rispettare per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. Questa decisione è infatti già stata presa dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 2019. I requisiti devono sussistere tutti contemporaneamente, e sono:
- avere la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli;
- avere una patologia irreversibile;
- subire sofferenze fisiche o sofferenze psicologiche intollerabili;
- essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Sull’ultimo requisito, negli anni trascorsi dalla sentenza, è nata una questione interpretativa. La Corte Costituzionale non ha specificato, non essendo il proprio ruolo, cosa si intenda per “trattamenti di sostegno vitale”. Anche un semplice catetere urinario, citato come esempio dalla stessa Corte, potrebbe essere considerato all’interno di questa definizione.
Il ricorso del Governo contro la legge della Toscana
Una legge simile a quella della Sardegna esiste già in Toscana da febbraio del 2025. Si basa anch’essa sulla proposta Liberi Subito ed è stata già utilizzata da due persone. Il Governo, però, ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro questa stessa legge. L’esecutivo non può sostenere che la norma violi una legge nazionale o la Costituzione, dato che si basa proprio su una sentenza della Corte Costituzionale. Di conseguenza, l’argomentazione del Governo è che le Regioni non possano legiferare in materia di fine vita.
Le Regioni in Italia hanno un buon grado di autonomia per quanto riguarda la gestione della sanità. Anche se la legge della Toscana fosse abrogata dalla Corte Costituzionale, inoltre, non è sicuro che quella della Sardegna sarebbe abolita immediatamente. La Sardegna è una Regione a statuto speciale, che gode di autonomie maggiori rispetto alle altre. L’argomentazione del Governo sarebbe quindi più debole in questo caso.