Addio ricette cartacee dal 2025, arriva la rivoluzione digitale ma ci sono ancora ostacoli

Da gennaio 2025 le ricette mediche saranno in formato elettronico, ma per medici e farmacisti bisogna fare i conti con gli errori tecnici

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 11 Novembre 2024 11:51

Dopo diverse proroghe, la legge di Bilancio stabilisce che a partire dal 2025 tutte le ricette mediche dovranno essere emesse in formato elettronico. Tuttavia, medici e farmacisti devono fare i conti con la realtà dei frequenti malfunzionamenti tecnici, e sarà necessario trovare soluzioni per assicurare comunque il servizio ai pazienti.

Le novità da gennaio 2025

A partire dal 1° gennaio 2025, tutte le ricette, sia “bianche” che “rosse”, dovranno essere emesse in formato digitale. L’articolo 54 della Manovra stabilisce che tutte le prescrizioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, dei servizi territoriali per l’assistenza al personale navigante, marittimo e dell’aviazione civile e dei cittadini devono essere elettroniche. L’obiettivo è trasformare il sistema delle prescrizioni mediche, eliminando le vecchie ricette cartacee a favore di un formato completamente digitale.

Ogni ricetta avrà un codice digitale, e il sistema dovrà essere in grado di garantirne la generazione. L’obiettivo è semplificare la trasmissione telematica tramite email, WhatsApp o altre modalità elettroniche, evitando la necessità di recarsi fisicamente dal medico per ottenere la ricetta. Tuttavia, per chi avesse difficoltà con la tecnologia, sarà sempre disponibile il supporto cartaceo.

Ci saranno ancora le ricette cartacee?

Nessuna norma impedirà ai medici di continuare a stampare le ricette, né ai cittadini di recarsi dal medico per richiederle, ma ogni ricetta dovrà sempre avere una versione digitale. Il problema, tuttavia, è che potrebbero verificarsi difficoltà legate all’informatizzazione della rete, e in questi casi la ricetta potrebbe non essere elaborata.

Introdotta durante la pandemia, questa innovazione sta diventando permanente. La crisi sanitaria ha spinto verso nuove strategie di assistenza, con il Pnrr che promuove la telemedicina. Visite mediche e esami diagnostici a domicilio, video-consulti online e psicoterapia a distanza sono ormai una realtà, segnando una svolta digitale nella medicina. Il Covid-19 ha accelerato la digitalizzazione delle strutture sanitarie, con un forte aumento degli investimenti in Europa.

Le critiche di medici e farmacisti

Ma non tutti applaudono a questa iniziativa. Secondo Federfarma, la Federazione Nazionale dei Titolari di Farmacia Italiani, persistono problemi tecnici con la rete. Gianni Petrosillo, vicepresidente di Federfarma e presidente della sezione Farmacie Rurali, sottolinea che, pur avendo collaborato attivamente con il processo di dematerializzazione, il sistema presenta ancora criticità. Sebbene il 98% dei farmaci venga prescritto su ricette digitali, le problematiche riguardano sia la rete principale, il Sistema di Accoglienza Centrale (Sac), che le reti locali, i Sistemi di Accoglienza Regionali (Sar).

Filippo Anelli, presidente della Federazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), evidenzia che gli strumenti elettronici devono essere un supporto per i medici e per la qualità dell’assistenza, migliorando la trasmissione delle ricette alle farmacie. Tuttavia, la vera sfida riguarda la prontezza del sistema e la capacità delle reti di supporto. “Dovremmo evitare che si appesantisca il lavoro dei sanitari potenziando la struttura elettronica”, prosegue riferendosi all’uso più massiccio che si farà della rete quando, come prevede la legge di bilancio, tutte le ricette dovranno essere dematerializzate. Si pone anche il tema della domiciliarità – aggiunge Anelli – perché “ci sono luoghi del Paese nei quali le linee elettroniche non sono stabili o non sono presenti affatto”.