Cos’è la tecnica dell’mRNA di Katalin Karikó

La famosa biochimica Katalin Karikó ha spiegato nel dettaglio cosa sia la tecnica dell'mRNA, fondamentale per i vaccini contro il Covid e non solo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 14 Marzo 2024 06:00

Katalin Karikó è una celebre biochimica di origini ungheresi, che ha spalancato le porte ai vaccini a mRNA prodotti tanto da Pfizer quanto da Moderna. Tutto ciò rappresenta però per lei soltanto il primo passo verso un futuro delle cure differente e migliore: “Spero che un giorno in ogni casa ci siano gli mRNA nel congelatore per curare ferite e dolori”.

Gli usi terapeutici dell’mRNA

Gli usi dell’RNA messaggero erano inizialmente indirizzati verso una potenziale cura per l’HIV. La ricerca ha però dovuto fronteggiare una corsa contro il tempo, quanto il mondo è stato costretto. Fare i conti con il Covid-19. L’uso della tecnica dell’mRNA di Katalin Karikò contro il SARS-CoV-2 rappresenta però soltanto il primo passo.

È tutto frutto di più decadi di ricerca scientifica, passata attraverso importanti successi e dolorose sconfitte. Alle spalle degli annunci più che positivi di Pfizer e Moderna, rispettivamente il 9 e il 16 novembre 2020, c’era un nome in particolare, quello di Katalin Karikò, biochimica che aveva risolto al tempo un problema di cruciale importanza: il rigetto nell’uso dell’mRNA nel vaccino contro l’Hiv.

Un traguardo raggiunto grazie all’inibizione dell’uridina, ovvero uno dei quattro composti chimici dei filamenti di mRNA che sollecita una risposta contro le molecole aliene dell’RNA messaggero modificato.

Un vero e proprio inganno chimico, con riallineamento grazie alla pseudouridina. Si ottiene in questo modo una configurazione molecolare che l’organismo non riconosce più come sospetta. Ecco il suo pensiero sui vaccini a mRNA: “Hanno molti vantaggi. Non sono a rischio infettivo e per la loro produzione non è necessario avere il virus. Possono essere regolati facilmente, così da abbassare l’immunogenicità. Viene inoltre prodotto sinteticamente in maniera rapida, senza l’uso di cellule e non richiede un adattamento virale, come nel caso del vaccino antivirale”.

A tutti gli effetti si può parlare di un metodo rivoluzionario, essendo una nuova sostanza terapeutica, che può sintetizzare la proteina terapeutica o antigenica in modo naturale. Soltanto la nostra immaginazione è il limite di quanto differenti malattie possono essere trattate”.

Una rivoluzione premiata

Katalin Karikó ha dedicato la sua vita a una dura lotta. Si è schierata contro lo scetticismo generale, sviluppando una terapia genica basata sull’mRNA, ovvero una molecola in grado di codificare le informazioni genetiche che sono presenti nel nostro DNA.

Insieme ai suoi colleghi, ha portato avanti studi considerati generalmente non convenzionali. Si diceva, però, che sarebbe stato un assoluto successo riuscire a salvare anche soltanto una vita: “Alla fine ce l’abbiamo fatta. È per noi un sollievo sapere che questi vaccini a cui abbiamo lavorato sono riusciti a salvare tante vite dai gravi effetti del Covid-19”.

Il suo operato è stato riconosciuto dall’Humanitas University, con il rettore Marco Montorsi che ha riconosciuto il suo contributo straordinario allo sviluppo di nuove generazioni di vaccini, basati su una tecnologia innovativa a mRNA.